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Senzatetto a Torino: nuovi fondi e strutture, ma 200 persone restano in strada

Il sindaco di Torino, Stefano Lo Russo, chiede aiuti finanziari per affrontare l'emergenza senzatetto, mentre nuovi posti letto vengono creati

Senzatetto a Torino

Senzatetto a Torino: nuovi fondi e strutture, ma 200 persone restano in strada

Con l’arrivo dei mesi più freddi, Torino intensifica i suoi sforzi per affrontare l’emergenza delle persone senza dimora. La città ha avviato il piano di accoglienza invernale 2024/2025, un programma che mira a offrire un riparo dignitoso e a sostenere i percorsi di reinserimento sociale per chi vive ai margini.

Grazie a uno stanziamento di 7 milioni di euro, il piano garantisce circa 1.000 posti letto a notte, 80 in più rispetto all’anno precedente. La rete di accoglienza coinvolge 38 enti del Terzo Settore e include una serie di strutture distribuite sul territorio cittadino. Tra queste:

  • Via Traves: riaperta il 9 dicembre 2024 con 70 posti e accesso diretto dalle 18.
  • Ex Buon Pastore: accoglie fino a 80 persone tra adulti, famiglie e minori non accompagnati.
  • Corso Sebastopoli e Piazzale Croce Rossa: rispettivamente con 16 e 30 posti letto.
  • Via Spalato: dedicata ai minori stranieri non accompagnati, con 24 posti disponibili.

Una novità importante è l’apertura, a gennaio, di una nuova struttura in via Fiesole 15/A, realizzata grazie ai fondi del PNRR, che potrà ospitare fino a 20 persone in situazioni di emergenza.

Emergenza freddo a Torino

Il supporto sul territorio: milioni spesi per i senzatetto, ma basterà?

Accanto all’ampliamento delle strutture, Torino ha potenziato i servizi itineranti di intervento in strada e di prossimità. Operatori sociali e pattuglie della Polizia Locale lavorano ogni giorno per monitorare il territorio e assistere le persone in difficoltà. Il servizio diurno conta ora su sei educatori, mentre le équipe mobili notturne operano dalle 18 alle 2 del mattino per indirizzare chi vive in strada verso le strutture di accoglienza.

La Polizia Locale ha attivato una unità complessa multiprofessionale, composta da otto operatori specializzati, per garantire sicurezza urbana e accompagnare le persone fragili verso percorsi di supporto sociale. Nel centro città, una pattuglia dedicata interviene nelle prime ore del mattino, affiancata da tre squadre del Reparto Operativo Speciale e altre due pattuglie che presidiano le aree più critiche.

Il piano invernale è parte di una rete più ampia di inclusione sociale, che comprende oltre 20 case di ospitalità e percorsi abitativi in housing first, insieme a 75 progetti previsti dal Piano di Inclusione Sociale 2024. Questi interventi puntano non solo a garantire un riparo temporaneo, ma anche a costruire soluzioni stabili e durature per chi si trova in situazioni di grave marginalità.

Nonostante gli sforzi, l’emergenza resta critica. Circa 200 persone vivono ancora in strada, rifiutando spesso l’aiuto delle istituzioni. L’assessore al welfare Jacopo Rosatelli sottolinea l’importanza di monitorare anche le periferie, dove il fenomeno è meno visibile ma altrettanto diffuso.

Il sindaco Stefano Lo Russo ha lanciato un appello al governo e alla Regione Piemonte per ottenere ulteriori fondi, evidenziando la necessità di risorse per affrontare le sfide socio-sanitarie legate alla marginalità. Lo Russo insiste sull’importanza di trattare ogni caso singolarmente, con percorsi personalizzati di reinserimento sociale, e ricorda che alcune persone senza dimora sono già riuscite a ottenere una casa popolare grazie al supporto dei servizi.

Il piano di accoglienza invernale rappresenta uno sforzo importante per garantire sicurezza e dignità a chi vive ai margini della società. Tuttavia, la sfida va oltre la semplice creazione di posti letto: serve una visione a lungo termine che coinvolga istituzioni, cittadini e terzo settore in un impegno collettivo per affrontare il problema strutturale della povertà estrema.

Con l’inaugurazione della nuova struttura di via Fiesole e il potenziamento dei servizi sul campo, Torino dimostra di voler affrontare l’emergenza con responsabilità e determinazione. Ma il successo di questi interventi dipenderà anche dalla capacità di costruire una rete di solidarietà e inclusione sociale che vada oltre l’inverno.

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