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Ambiente
16 Gennaio 2025 - 14:55
Immagine generata con l'intelligenza artificiale
Non si fermano le proteste del movimento “Salviamo il Meisino” nei quartieri Sassi e Borgata Rosa a Torino, oltre che a San Mauro Torinese. Una nuova manifestazione è infatti prevista per sabato 25 gennaio, con partenza dal ponte di Sassi, per affermare il “no” di molti cittadini al progetto della Cittadella dello sport all’interno del parco.
La riserva si estende nella periferia nord-est del comune di Torino, ma ha anche ricadute ambientali positive per San Mauro, nella zona del Po. Il Meisino, infatti, fa parte delle “Aree protette del Po piemontese” gestite dalla Regione Piemonte. Nello specifico, la zona della confluenza del Po e della Stura, con anche l’“Isolone” di Bertolla, è classificata come ZPS, ovvero una “zona di protezione speciale” per la flora e la fauna che abitano il parco.
I lavori nell’area, finanziati con i fondi del PNRR al Comune di Torino, si pongono come obiettivo la riqualificazione del parco, con il ripristino di strutture fatiscenti e diventate ormai fonte di degrado e di raduni notturni clandestini, come l’ex-galoppatoio militare.
I lavori sono partiti lo scorso autunno, con conseguenti scontri tra manifestanti e polizia. I primi hanno accusato le forze dell’ordine di aver ecceduto nell’uso della forza, mentre questi ultimi hanno accusato i cittadini di voler aggredire gli operai del cantiere. A fine dicembre il comitato “Salviamo il Meisino” ha poi dichiarato di voler far ricorso al Tribunale ATP (accertamento tecnico preventivo) di Torino per fermare i cantieri.
Il motivo delle proteste, che hanno portato anche a un’interrogazione parlamentare a Roma, è l’impatto che questi lavori potrebbero avere sull’habitat degli animali. Al di là del recupero dell’ex-galoppatoio, il cuore pulsante dell’opera riguarda la nascita di infrastrutture sportive che saranno gestite o dal Comune o da enti no profit.
Come sottolineato anche dai consiglieri di minoranza di San Mauro – comune a ridosso del parco –, non si starebbe prestando sufficiente attenzione all’impatto ambientale, con il rischio concreto che i luoghi in cui vivono e nidificano specie protette vengano stravolti per sempre.
Il tavolo di confronto tra i comuni di Torino e San Mauro sui lavori, inoltre, non è mai partito, nonostante le promesse della maggioranza in Consiglio comunale. La sindaca Giulia Guazzora, sollecitata a rispondere sul tema dal consigliere di minoranza ed ex-sindaco Marco Bongiovanni, a fine ottobre 2024 aveva risposto:
La sindaca Giulia Guazzora
«La pazienza è la virtù dei forti. Ne abbiamo parlato circa un mese fa, e la presidente di commissione si è attivata scrivendo ai due assessori di Torino che si occupano del progetto. L’assessore torinese Tresso ha risposto: stanno attendendo dal ministero delle risposte a dei quesiti che hanno chiesto. Non so in quali termini e su quali caratteristiche del progetto. Non appena ci darà la sua disponibilità per venire a relazionare qui in una commissione, noi saremo pronti per la convocazione».
Dopo quasi tre mesi, però, non si è più saputo nulla. Non si sa se per la mancata collaborazione del Comune di Torino o per altre motivazioni incombenti.
Il movimento “Salviamo il Meisino” rimane quindi determinato a far sentire la propria voce, attraverso la convocazione di un’assemblea pubblica la sera del 16 gennaio in corso Casale 413 e la manifestazione indetta per il giorno 25.
Riqualificazione o disastro ecologico? Al di là delle opinioni favorevoli o contrarie al progetto, l’aspetto dell’impatto ambientale non può essere assolutamente ignorato dagli enti coinvolti.
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