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12 Novembre 2024 - 11:50
Sgomento al Meisino: il Comitato sfida le autorità e viene allontanato con la forza
Il Comitato Salviamo il Meisino non si arrende. Nonostante l'audizione della Consulta per il Verde e l'Ambiente non sia stata ancora ricalendarizzata, la loro determinazione rimane incrollabile. Questa mattina, i membri del comitato hanno manifestato davanti all'ex galoppatoio militare di Torino, dove fervono i lavori per la nuova cittadella dello sport. "Siamo stati ripetutamente allontanati con la forza da carabinieri e Digos, benché ci trovassimo su un sentiero pubblico", affermano in una nota.
I manifestanti sono riusciti comunque ad accedere all'area, constatando che i lavori procedono spediti. "Si sta ristrutturando il fabbricato posando uno strato di ghiaia al pian terreno per 'contrastare' le possibili alluvioni", spiegano. Tuttavia, il comitato ribadisce che l'area è un alveo di piena del Po, e quindi inevitabilmente soggetta a inondazioni in caso di alluvioni. "Non ha alcun senso costruire in zone a elevatissimo rischio nel periodo in cui viviamo", sottolineano, ricordando le recenti catastrofi in Liguria, Emilia Romagna e Valencia.
La polemica del parco il Meisino
La questione sollevata dal Comitato Salviamo il Meisino non è solo una battaglia locale, ma un simbolo di un problema più ampio: la gestione del territorio in un'epoca di cambiamenti climatici. Le alluvioni sono una minaccia costante, e la scelta di costruire in aree a rischio solleva interrogativi sulla priorità data alla sicurezza pubblica rispetto agli interessi economici. Secondo il comitato, "il piano della giunta comunale è evidentemente quello di distribuire fondi pubblici a soggetti privati senza prendersi cura della salute pubblica e della manutenzione del territorio per prevenire disastri e vittime".
La determinazione del Comitato Salviamo il Meisino è chiara: "Continueremo a monitorare quello che succede al Meisino". La loro lotta non è solo per preservare un'area verde, ma per garantire un futuro sicuro e sostenibile per Torino. In un mondo in cui le catastrofi naturali sono sempre più frequenti, la loro voce rappresenta un richiamo alla responsabilità e alla lungimiranza. La domanda che si pone è: quale prezzo siamo disposti a pagare per lo sviluppo urbano? E soprattutto, chi ne pagherà le conseguenze?
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