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16 Gennaio 2025 - 11:58
Studenti
A Levone, piccolo paese di storie intrecciate e legami che sfidano il tempo, la scuola primaria Caterina Cortina è molto più di un edificio: è un simbolo. È lì, nelle sue aule silenziose e nei corridoi che un tempo risuonavano di risate e curiosità, che generazioni di bambini hanno mosso i primi passi verso il mondo. Oggi, però, quel simbolo sembra appeso a un filo, fragile come un vecchio ricordo che rischia di sbiadire.
Con appena 14 bambini a popolare una pluriclasse unica, il futuro della scuola si presenta incerto. Una comunità che si misura con i numeri, dove il confine tra restare aperti o chiudere è segnato da una cifra: otto iscritti. Una linea sottile che separa l’educazione a misura di paese dall’ombra del silenzio.
La “Caterina Cortina” si aggrappa al coraggio di pochi, a quelle famiglie che ancora credono nella forza delle piccole realtà. Qui, le giornate scolastiche non sono solo momenti di apprendimento, ma esperienze di vita condivisa, un microcosmo in cui l’insegnamento si fonde con la scoperta reciproca.
I bambini più grandi aiutano i più piccoli, non per dovere, ma per naturale empatia, mentre gli insegnanti trasformano le difficoltà in risorse. Questo modello, spesso sottovalutato, offre qualcosa di raro: attenzione personalizzata, progetti educativi innovativi e un ambiente protetto, dove ogni dettaglio conta. Eppure, molti genitori guardano altrove, attratti dalla continuità con la materna di Rocca, lasciando il paese un po’ più vuoto, un po’ più distante da sé stesso.
La scuola non è solo un luogo di formazione, ma il cuore pulsante di una comunità. Quando chiude una scuola, si spegne una parte della vita del paese: i passi dei bambini al mattino, le recite che riempiono di orgoglio, le storie condivise sui banchi che diventano amicizie di una vita.
La chiusura sarebbe una ferita difficile da rimarginare. Perché una scuola che chiude non è solo un edificio che si svuota, ma un pezzo di futuro che sfugge. È un paese che rischia di smettere di crescere, che vede i suoi giovani allontanarsi senza più tornare, che perde quella linfa vitale che solo l’infanzia sa regalare.
Il tempo stringe. Le iscrizioni per il 2025-26 sono state prorogate, una decisione che sa di ultima chiamata. Ma il futuro della “Caterina Cortina” dipende da una scelta: quella delle famiglie, quella di una comunità che deve decidere se lottare per conservare la propria identità o lasciarla scivolare via. Non è solo una questione di numeri, ma di anima. Perché una scuola è un faro: illumina, protegge e guida. E Levone, oggi più che mai, non può permettersi di restare al buio.
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