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15 Gennaio 2025 - 16:23
Michela Dal Bello è scomparsa all'età di 27 anni
Tre anni dopo la scomparsa della figlia Michela, Franco Dal Bello e la moglie Angelina hanno deciso di trasformare il dolore in un gesto d’amore: il restauro della chiesa di Sant’Anna ad Aramengo, dedicato alla memoria della loro adorata figlia.
Un progetto che non è solo un tributo personale, ma un dono per la comunità. Il 18 gennaio 2025, nel giorno dell’anniversario della scomparsa, la piccola chiesa, edificata per la prima volta nel 1348 e ricostruita nei secoli successivi, sarà inaugurata dopo i lavori realizzati gratuitamente da Franco. Con questo restauro, l’artigiano, già noto restauratore presso il laboratorio Nicola e poi con una lunga carriera indipendente, conclude simbolicamente i suoi 50 anni di attività lavorativa.
“Con questa opera concluderò la mia carriera lavorativa di mezzo secolo, con questa perla dedicata alla memoria di Michela, la nostra adorata figlia,” scrive Franco su Facebook, annunciando l’inaugurazione. Una piccola targa sulla facciata della chiesa ricorderà Michela, perché “il suo nome possa restare per chi verrà negli anni a venire”.
La storia di Michela è segnata da dolore, lotta e amore. Una vita spezzata troppo presto, ma che ha lasciato un segno profondo. Michela aveva solo 17 anni quando un terribile incidente stradale la fece cadere in coma. Dopo venti giorni, però, si risvegliò, affrontando con coraggio un lungo percorso di riabilitazione. Riuscì a riprendersi, tornando a una vita normale e avviando un’attività commerciale a Chivasso, la città d’origine della famiglia.
Ma nel 2013, all’età di 27 anni, la cicatrice della tracheotomia subita dieci anni prima si infettò gravemente, facendola ricadere in un coma irreversibile. Dopo otto anni di sofferenze, il 18 gennaio 2022 Michela si è spenta, lasciando un vuoto incolmabile nei suoi genitori e in chi l’ha conosciuta.
Franco Dal Bello, negli anni successivi, si è fatto portavoce di battaglie per il diritto all’autodeterminazione sul fine vita, sottolineando che Michela “non avrebbe mai voluto rimanere in questa situazione, sapendo cosa significava”. Durante il suo intervento al convegno “Libera scelta sulla fine vita” a Chivasso nel 2021, organizzato dall’assessore al welfare Claudio Moretti, Franco raccontò il dolore della famiglia e la forza della figlia.
La chiesa di Sant’Anna, con la sua semplice bellezza e una storia che risale al 1348, diventa ora il simbolo della memoria di Michela. Un luogo che racchiude non solo la fede, ma anche il legame indissolubile di una famiglia con il proprio passato e la propria terra.
Nel giorno dell’inaugurazione, quel piccolo edificio di mattoni e storia accoglierà una nuova vita, quella del ricordo di Michela, eterna e luminosa come l’amore dei suoi genitori. Una sola messa viene celebrata ogni anno in quella chiesa, durante la festa patronale, ma da ora in poi, ogni volta che le sue porte si apriranno, parleranno di una storia che nessuno ad Aramengo potrà dimenticare.
L'invito alla cerimonia inaugurale
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