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Piemonte in bilico: imprese al palo, fiducia in picchiata

nvestimenti al minimo, cassa integrazione in aumento e ordini in calo. Tra crisi energetica e costi in crescita, le aziende cercano di resistere in un contesto sempre più incerto

Andrea Amalberto, presidente di Confindustria Piemont

Andrea Amalberto, presidente di Confindustria Piemonte

Dall’indagine congiunturale di dicembre del Centro Studi dell’Unione Industriali Torino, condotta su un campione di circa 1.300 aziende manifatturiere e del terziario aderenti al sistema confindustriale piemontese, emerge uno scenario economico segnato dalla persistente complessità nazionale ed europea. Il clima di fiducia si conferma in calo, proseguendo il trend degli ultimi trimestri. Le imprese piemontesi affrontano il primo trimestre del 2025 con prudenza, ma non rinunciano a guardare avanti: il 75% degli intervistati dichiara di mantenere programmi di investimento, con il 23,6% intenzionato ad acquistare nuove attrezzature. L’indice di utilizzo degli impianti si attesta al 77%, in linea con il trimestre precedente.

Secondo Andrea Amalberto, presidente di Confindustria Piemonte, "Gli investimenti privati rappresentano ancora la migliore politica industriale, specie per le PMI. Gli interventi sulla manovra di bilancio, tra Ires premiale e Industria 5.0, possono integrare le risorse del PNRR per sostenere sviluppo e occupazione. Tuttavia, è fondamentale che il credito non sia ostacolato dal rialzo dei tassi e che il costo dell’energia venga gestito senza allarmismi, rivedendo il sistema di pricing del gas. In un contesto geopolitico complesso, questa strategia è la premessa per tornare a crescere, mantenendo occupazione e livelli di utilizzo degli impianti."

Marco Gay

Marco Gay

Dello stesso avviso Marco Gay, Presidente dell’Unione Industriali Torino.

«Stiamo vivendo un periodo di grande incertezza e complessità, ma in questo contesto voglio sottolineare come leterogeneità del nostro tessuto produttivo - in cui si distingue un terziario in trend positivo - insieme alla concreta propensione di tutta la nostra industria a innovare e a competere nel mondo, continuino a rappresentare il valore aggiunto delleconomia del territorio. Ne è prova la tenuta degli investimenti che, anche grazie a strumenti di politica industriale, delineano lorientamento allo sviluppo delle competenze e al rinnovamento produttivo delle imprese torinesi. Il sistema mostra quindi capacità di reazione, pur dinanzi alle difficoltà che stanno attraversando in tutta Europa settori importanti come la metalmeccanica e con aspettative inevitabilmente condizionate da uno scenario economico continentale reso ancor più delicato dai problemi dellautomotive. Un settore per il cui rilancio ribadiamo lurgenza di un mobility acteuropeo, orientato al principio della neutralità tecnologica e capace, stimolando investimenti in tecnologia e innovazione, di ridare centralità allintera filiera della mobilità, di cui il nostro territorio non può che essere un protagonista».

I dati segnalano un avvio d’anno in cui prevale il pessimismo. Gli indicatori sulle aspettative per produzione (-4,6%), ordini (-6%), redditività (-8,2%) ed esportazioni (-9%) risultano tutti in flessione. Positivo, seppur ridotto rispetto al passato, il saldo sulle previsioni occupazionali (+2,4%), con il 12,8% degli intervistati che prevede un aumento e il 10,4% che anticipa un calo. Parallelamente, cresce il ricorso alla Cassa Integrazione, richiesta dal 13,7% delle aziende, con un picco del 18,6% nel manifatturiero.

Le previsioni variano significativamente tra le diverse province. Vercelli, Biella, Alessandria e Novara mostrano un saldo fortemente negativo per la produzione, rispettivamente -28,9%, -9,9%, -8,4% e -6,6%. Situazioni meno critiche si registrano a Cuneo e Verbania (-2,3%), mentre Torino (+0,3%), Asti (+10,3%) e il Canavese (+2,5%) evidenziano un lieve ottimismo. Anche la dimensione aziendale influenza le prospettive: le grandi imprese mostrano una maggiore resilienza (-0,8%) rispetto a quelle con meno di 50 dipendenti (-6,2%).

Il comparto manifatturiero rimane sotto pressione, con il saldo fra ottimisti e pessimisti che si attesta al -12,7%. Le aziende metalmeccaniche registrano le maggiori difficoltà (-21,8%), con punte negative nell’automotive (-27,1%) e nella meccatronica (-19,8%). Flessioni simili si osservano nel settore del legno (-18,8%), tessile-abbigliamento (-11,6%), gomma-plastica (-4,7%) e chimica (-4%). Al contrario, il settore alimentare e quello edilizio-impiantistico mostrano una stabilità relativa. Nel terziario, la crescita prosegue grazie a una minore esposizione all’export. Le imprese ICT spiccano con un saldo positivo del +25%, mentre commercio e turismo risultano in calo (-7,9%), complice la stagionalità.

In un quadro dove i costi energetici, delle materie prime e della logistica continuano a preoccupare, molte aziende dichiarano una visibilità limitata del carnet ordini, con proiezioni inferiori ai tre mesi. Nonostante tutto, il Piemonte conferma la volontà di mantenere investimenti strategici per affrontare le sfide di un’economia sempre più complessa e imprevedibile.

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