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31 Dicembre 2024 - 00:53
La sanità affossata dalla burocrazia
La grave situazione che sta coinvolgendo centinaia di pazienti diabetici nell'ASL TO4 è arrivata finalmente all'attenzione della Regione Piemonte. Il consigliere regionale Alberto Avetta (PD) ha presentato lunedì 30 dicembre un’interrogazione per fare chiarezza e trovare soluzioni rapide a una vicenda che sta mettendo in difficoltà molti cittadini. «La Rete Diabetologica piemontese è un’eccellenza della nostra sanità, e i risultati conseguiti negli anni non possono essere compromessi da un cambiamento delle modalità organizzative della distribuzione dei sensori per il monitoraggio della glicemia», ha dichiarato Avetta.
La problematica riguarda un numero considerevole di persone che si affidano ai sensori glicemici per la gestione quotidiana del diabete. Da ottobre, il passaggio a un nuovo sistema organizzativo regionale ha creato disservizi gravi. Le richieste di fornitura dei dispositivi, precedentemente gestite dalle farmacie ospedaliere, sono ora centralizzate presso un ufficio situato nell’ospedale di Cuorgnè. Tale ufficio dovrebbe garantire anche la consegna a domicilio, ma nei fatti non riesce a far fronte alle esigenze dei pazienti.
«Da notizie giornalistiche apprendiamo che l’ufficio centralizzato non riesce a rispondere a tutte le istanze, creando disagi significativi per i pazienti», ha sottolineato Avetta. Molti diabetici si sono ritrovati senza sensori glicemici, costretti a tornare a metodi obsoleti e invasivi come le punture alle dita per monitorare i livelli di zucchero nel sangue. Questo ha comportato non solo un aumento del disagio fisico e psicologico, ma anche un rischio maggiore per la salute.
Il consigliere regionale del Pd Alberto Avetta
Il consigliere regionale ha inoltre evidenziato che i problemi non si limitano ai sensori glicemici. «Sussistono difficoltà anche per reperire gli aghi necessari per iniettare l’insulina, un altro dispositivo essenziale per i pazienti diabetici. L’assessorato regionale alla Sanità deve intervenire con urgenza, perché stiamo parlando di una platea di pazienti molto ampia e in costante aumento: 300mila in tutto il Piemonte, di cui 80mila in età lavorativa», ha spiegato Avetta.
Tra i tanti pazienti coinvolti c'è Mario, residente del Chivassese, che ha raccontato al nostro giornale la sua odissea burocratica per ottenere i sensori glicemici. Mario si è scontrato con messaggi pre-registrati, numeri di telefono inutili e la necessità di recarsi personalmente al centro diabetologico di Casale Monferrato, a 40 chilometri da casa, per ottenere un modulo che avrebbe potuto essere inviato via mail. Nonostante tutti i suoi sforzi, a settimane di distanza i sensori glicemici non sono ancora arrivati.
Le testimonianze di Mario e di altri pazienti evidenziano un quadro preoccupante. Molti di loro hanno inviato segnalazioni e solleciti all’ASL TO4, ma spesso senza ottenere risposte. «Abbiamo inoltrato la sua sollecitazione all’ufficio preposto», è stata la risposta standard ricevuta da numerosi pazienti, un’affermazione che nei fatti non ha portato ad alcuna soluzione concreta.
Di fronte alle numerose segnalazioni, l’ASL TO4 ha ammesso «disguidi nel passaggio alla nuova modalità», sostenendo di «stare fronteggiando il problema con le modalità ritenute più efficaci». Tuttavia, le difficoltà persistono e i pazienti continuano a essere privati di dispositivi essenziali per la loro salute. Per chi non può permettersi di acquistare privatamente i sensori – il cui costo si aggira intorno ai 65 euro per confezione – la situazione diventa insostenibile.
L’interrogazione presentata dal consigliere Avetta rappresenta un passo importante per portare il tema all’attenzione delle istituzioni. «È necessario verificare se i disservizi riguardano solo l’ASL TO4 o se si siano verificati anche in altre aree del Piemonte. Occorre trovare soluzioni rapide per garantire che tutti i pazienti abbiano accesso ai dispositivi di cui hanno bisogno», ha dichiarato il consigliere.
La situazione, che coinvolge una platea vastissima di pazienti diabetici, richiede interventi urgenti e concreti. La salute è un diritto fondamentale e non può essere sacrificata sull’altare della burocrazia. I pazienti non possono essere lasciati soli a fronteggiare difficoltà che il sistema sanitario dovrebbe prevenire, non creare.
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