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Il caso

Paziente diabetico denuncia: "Nell'Asl To 4 ci trattano come animali"

Ancora nessuna risposta alle centinaia di richieste per i sensori glicemici. L'odissea dei malati sta diventando insopportabile

glicemia

Ancora nessuna risposta alle centinaia di richieste per i sensori glicemici. L'odissea dei malati sta diventando insopportabile

La vicenda di Mario, paziente diabetico del Chivassese, è l'ennesima dimostrazione di come la burocrazia sanitaria possa diventare un ostacolo insormontabile per chi ha bisogno di cure essenziali. Mario, che da anni convive con il diabete, si è trovato improvvisamente privato di uno strumento fondamentale per il controllo della sua patologia: i sensori glicemici. Una situazione che, a distanza di settimane, non trova ancora soluzione.

Tutto ha inizio lo scorso 29 novembre, quando Mario si rivolge alla farmacia dell’ospedale di Chivasso per richiedere una nuova fornitura di sensori glicemici, come aveva fatto regolarmente nei mesi precedenti. La risposta ricevuta lo lascia spiazzato: «La procedura è cambiata, ora deve rivolgersi a un nuovo ufficio dell’ASL». Da quel momento, comincia per lui una vera e propria odissea burocratica.

Con il nuovo numero di telefono fornito dalla farmacia, Mario chiama l’ufficio preposto, ma si scontra subito con un messaggio pre-registrato che gli chiede di lasciare nome, numero di telefono, la data di inizio utilizzo del sensore e il numero di dispositivi ricevuti in precedenza. Mario segue le istruzioni, ma non riceve alcuna risposta nei cinque giorni previsti. Preoccupato, decide di contattare nuovamente l’ASL. I numeri forniti rimandano ancora a messaggi registrati, senza possibilità di parlare con un operatore.

Determinato a risolvere il problema, Mario si mette alla ricerca di un contatto della sede di Ciriè, dove si trova l’ufficio incaricato della distribuzione dei sensori. Dopo vari tentativi, finalmente riesce a parlare con un addetto, che gli spiega che nei registri risulta privo di un piano terapeutico aggiornato. «Non possiamo proseguire con la fornitura senza quel documento», gli viene detto.

Mario rimane incredulo: aveva già consegnato il piano terapeutico alla farmacia dell’ospedale di Chivasso, ma, a causa del cambio di procedura, gli viene richiesto un nuovo modulo. L’operatore, pur comprensivo, non può fare altro che ribadire la necessità del documento aggiornato. «O ci fornisce il modulo, o nisba», sono le parole che Mario si sente dire.

A quel punto, Mario si rivolge al medico del centro diabetologico di Casale Monferrato, che si impegna a preparare il modulo richiesto. Tuttavia, la burocrazia aggiunge un ulteriore ostacolo: il modulo non può essere inviato via mail, costringendo Mario a percorrere 40 chilometri per ritirarlo di persona. Dopo aver consegnato il modulo all’ufficio dell’ASL, Mario si aspetta che la situazione si sblocchi rapidamente. Ma così non è.

Sono passate settimane da quando Mario ha consegnato il modulo richiesto, ma i sensori glicemici non sono ancora arrivati. Nel frattempo, Mario ha inviato una mail all’Ufficio Relazioni con il Pubblico (URP) dell’ASL TO4, sperando di ottenere chiarimenti. La risposta ricevuta, però, non ha portato alcuna novità: «Abbiamo inoltrato la sua sollecitazione all’ufficio preposto». Un’affermazione che, nei fatti, non si è tradotta in alcuna azione concreta.

Frustrato e esasperato, Mario ha deciso di condividere la sua storia con la nostra redazione per denunciare una situazione che definisce disumana: «Comincio a capire perché alcuni pazienti perdono la pazienza. Essere trattati come animali non aiuta a mantenere la calma», scrive in una mail inviata il 24 dicembre.

È un grido di rabbia e dolore, quello di Mario, che si sente abbandonato da un sistema che dovrebbe tutelarlo.

Un problema sistemico: il caso di Mario non è isolato

La storia di Mario non è un caso isolato. Da ottobre, molti pazienti diabetici dell’ASL TO4 si trovano nella stessa situazione. La fornitura di sensori glicemici, che fino a pochi mesi fa era garantita tramite la farmacia ospedaliera, è stata sospesa per un presunto passaggio a un nuovo sistema organizzativo regionale. Secondo l’ASL, il servizio prevede ora la consegna a domicilio dei dispositivi da parte delle ditte fornitrici. Una soluzione che, sulla carta, dovrebbe semplificare la vita dei pazienti, ma che nella pratica si è rivelata un disastro.

Molti pazienti lamentano di non aver ricevuto alcuna comunicazione ufficiale sul cambio di procedura. Quando provano a contattare i numeri forniti dall’ASL, si scontrano con messaggi pre-registrati o lunghe attese telefoniche senza risposta. Le e-mail inviate all’indirizzo dedicato – sensori.integrativa@aslto4.piemonte.it – spesso rimangono senza risposta.

Nel frattempo, chi non ha ricevuto i sensori è costretto a tornare a metodi ormai obsoleti per il monitoraggio glicemico, come le punture alle dita, con conseguenti disagi fisici e psicologici. Per molti, acquistare i sensori privatamente è un’opzione impraticabile a causa dei costi elevati: ogni scatola ha un prezzo medio di 65 euro, una cifra insostenibile per chi deve farne un uso regolare.

Di fronte alle numerose segnalazioni, l’ASL TO4 ha fornito una spiegazione ufficiale, parlando di «disguidi nel passaggio alla nuova modalità». Una giustificazione che suona come un insulto per chi, ogni giorno, deve affrontare le difficoltà di una malattia cronica senza gli strumenti adeguati. L’ASL garantisce di «stare fronteggiando il problema con le modalità ritenute più efficaci», ma i fatti dimostrano il contrario.

La vicenda solleva interrogativi gravi: chi ha deciso di cambiare un sistema che funzionava senza garantire un passaggio indolore per i pazienti? Perché non sono state prese misure per evitare questi disservizi? E, soprattutto, quando verrà ripristinato il diritto dei pazienti a ricevere i dispositivi necessari?

La sensazione è che i pazienti siano stati lasciati soli in balìa di un sistema burocratico inefficiente, che antepone le esigenze amministrative ai bisogni delle persone. Un sistema che, invece di semplificare, complica la vita di chi già convive con una malattia cronica.

L'amministrazione del direttore generale dell'Asl To 4 Stefano Scarpetta si concluderà tra pochi giorni. Al suo successore Luigi Vercellino il dovere morale e professionale di farsi carico subito del problema. E risolverlo.

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