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Paesi senza messe di Natale in Canavese: l'appello arriva da un sindaco

In molti piccoli paesi canavesani la celebrazione della messa della vigilia di Natale rischia di non avere luogo

In molti paesi del Canavese la notte di Natale non verrà celebrata la Messa

In molti paesi del Canavese la notte di Natale non verrà celebrata la Messa

Cosa accade quando la tradizione incontra la realtà di un mondo in cambiamento? È questa la domanda che si pongono molti abitanti dei piccoli paesi canavesani, dove la celebrazione della messa della vigilia di Natale rischia di non avere luogo. Un problema che ha spinto il sindaco di Levone, Massimiliano Gagnor, a rivolgersi direttamente all'arcivescovo di Torino, sollevando una questione che va ben oltre i confini del suo comune.

Massimiliano Gagnor, sindaco di Levone, ha lanciato un appello accorato all'arcivescovo di Torino affinché venga garantita la celebrazione della messa della vigilia di Natale nei piccoli paesi del Canavese. Un appello che non è passato inosservato e ha trovato il sostegno di Uncem, l'Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani. Roberto Colombero, presidente di Uncem Piemonte, e Marco Bussone, presidente nazionale, hanno sottolineato l'importanza di affrontare il tema con un approccio sinergico, coinvolgendo piccoli e grandi paesi in un progetto comune.

La soluzione proposta da Uncem è quella di riorganizzare le parrocchie in unità pastorali, un concetto che richiama le unioni montane degli enti locali. "Sarebbe prezioso che le unità pastorali non fossero nuovi ambiti territoriali ecclesiali che si sovrappongono a quelli 'civili' e istituzionali", affermano Colombero e Bussone. L'obiettivo è quello di far combaciare i confini ecclesiastici con quelli civili, creando una sinergia tra comunità e istituzioni.

Massimiliano Gagnor sindaco di Levone



Un altro aspetto cruciale della questione è la crescente mancanza di preti, un problema che non riguarda solo il Canavese ma molte altre realtà italiane ed europee. Colombero e Bussone ricordano che, in assenza di un prete, può essere un diacono permanente a tenere la liturgia della parola. Inoltre, si sta lavorando per coinvolgere sempre più laici, adulti e formati, nel celebrare le liturgie della parola. Un cambiamento che riflette l'invito del Concilio Vaticano II a rendere la Chiesa una "comunione in uscita", dove ogni membro della comunità ha un ruolo attivo.

Uncem, da anni, collabora con la Commissione della CEI sulle aree interne, guidata dal vescovo di Benevento, Mons. Felice Accrocca, per trovare soluzioni alla mancanza di vocazioni sacerdotali. L'obiettivo è mantenere viva la presenza della Chiesa nei territori montani e nei piccoli comuni, attraverso un "patto" con le comunità e le amministrazioni pubbliche. Un patto che il sindaco di Levone propone e che Uncem intende sostenere con forza.

La questione sollevata dal sindaco di Levone e sostenuta da Uncem ci invita a riflettere su come le tradizioni possano adattarsi ai cambiamenti del nostro tempo. Anche se la messa della vigilia di Natale potrebbe non essere celebrata come da tradizione, le comunità hanno l'opportunità di riscoprire il significato profondo della celebrazione, coinvolgendo tutti i membri in un nuovo modo di vivere la fede. Un Natale diverso, forse, ma non per questo meno significativo.

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