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19 Dicembre 2024 - 22:07
Giovanni Ambrosio e Edi Lazzi
Questa mattina Ivrea (Torino), la Fiom-Cgil di Torino ha presentato i risultati di una ricerca avviata nel 2008 sullo stato di salute delle imprese metalmeccaniche nell'area eporediese e nel Canavese occidentale.
Una fotografia impietosa di un settore che continua a perdere pezzi, lasciando dietro di sé una scia di chiusure aziendali e di posti di lavoro svaniti.
Secondo i dati raccolti dal sindacato, negli ultimi sedici anni hanno cessato l'attività 48 delle 167 aziende monitorate, un drammatico 29% del totale. Le conseguenze sono devastanti: oltre 4.500 posti di lavoro persi, un vuoto economico e sociale difficile da colmare. "Con questa iniziativa abbiamo messo in evidenza la crisi del settore metalmeccanico nel Canavese e aperto una riflessione sul rilancio industriale del territorio," ha dichiarato Edi Lazzi, segretario generale della Fiom-Cgil. "Senza industria si sta peggio. Ecco perché abbiamo il dovere di preservare ciò che abbiamo."
Il quadro è ancora più allarmante nel settore automotive, che in Canavese rappresenta ben il 46% degli addetti del comparto. Qui, in sedici anni, ha chiuso il 30% delle aziende, con una perdita di oltre 2.000 posti di lavoro. Numeri che testimoniano una crisi strutturale, acuita dall'incapacità di innovare e competere in un mercato globale sempre più complesso.
“L'iniziativa è stata l'occasione per la Cgil di ribadire le difficoltà lavorative territoriali, che sempre più penalizzano giovani e donne e che non trovano soluzione con le proposte del Governo,” ha aggiunto Giovanni Ambrosio, responsabile della Cgil di Ivrea.
Il sindacato punta il dito contro l'assenza di strategie di lungo termine e l'insufficienza delle misure governative per sostenere la transizione industriale. La perdita di posti di lavoro non riguarda solo gli operai, ma intere famiglie e comunità, con ripercussioni sul tessuto sociale e sulla qualità della vita nel territorio.
"Non possiamo rassegnarci a un futuro senza industria," ha concluso Lazzi, sottolineando l'urgenza di politiche che incentivino gli investimenti e la formazione dei lavoratori.
Insomma, il Canavese si trova davanti a un bivio: agire ora per salvaguardare quel che resta del comparto metalmeccanico o rassegnarsi a un declino irreversibile che rischia di cancellare decenni di storia industriale.
All'incontro sono intervenuti anche l'assessora del Comune di Ivrea Gabriella Colosso, Federico Bellono segretario generale della Cgil di Torino, Barbara Barazza della Camera di commercio di Torino e il sindaco di Castellamonte Pasquale Mazza
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