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Scuola
13 Dicembre 2024 - 09:33
Una tranquilla mattina d'inverno si è trasformata in un momento carico di emozioni per gli studenti dell'“Istituto Comprensivo Gabelli”. Roberta Z., docente di sostegno, ha annunciato il suo trasferimento a Domodossola, lasciando i suoi alunni in un pianto collettivo. La notizia è arrivata come un fulmine a ciel sereno, scatenando reazioni disperate: alcuni ragazzi hanno addirittura chiesto al preside di intervenire per trattenerla. Tuttavia, il destino di Roberta era già segnato. Vincitrice di un concorso del PNRR, era obbligata a prendere servizio nella nuova sede entro cinque giorni.
Un sistema che destabilizza docenti e studenti
La vicenda di Roberta non è un caso isolato, ma una rappresentazione delle difficoltà strutturali del sistema scolastico italiano. Il decreto che regola i trasferimenti dei vincitori di concorso garantisce l’assegnazione rapida delle cattedre, ma lo fa a scapito della stabilità. "Era tutto previsto", afferma Roberta, sottolineando come questi spostamenti repentini lascino spesso scuole, studenti e colleghi in situazioni di emergenza. Alla Gabelli, la partenza improvvisa ha creato un vuoto che difficilmente sarà colmato nel breve periodo.
Per gli alunni di Barriera di Milano, quartiere noto per le difficoltà sociali ed economiche, Roberta era un punto di riferimento fondamentale. "Un mio studente mi ha detto: ‘Ma prof, questo è un tradimento’", racconta la docente, visibilmente commossa. La relazione costruita in tre anni con i suoi alunni va ben oltre l'aspetto didattico. Per molti di loro, perdere una figura di sostegno significa perdere un ancoraggio emotivo essenziale. L'episodio evidenzia l'importanza della continuità educativa, soprattutto in contesti fragili.
Il trasferimento a Domodossola pone a Roberta sfide logistiche e personali di grande portata. In tempi brevissimi, ha dovuto organizzare il trasloco e trovare una sistemazione temporanea. “Ho risolto prendendo un albergo a 400 euro per cinque giorni”, spiega, mentre cerca di adattarsi alla nuova realtà. La rapidità del cambiamento le ha impedito di prepararsi adeguatamente e di gestire l'addio con i suoi alunni in modo più sereno.
Problemi sistemici che richiedono soluzioni urgenti
Un futuro da pianificare lontano da casa
Nonostante le difficoltà, Roberta guarda avanti con una certa speranza. L’abilitazione conseguita prima della presa di servizio le permette di completare l’anno di prova, ma il vincolo triennale per i trasferimenti la obbliga a pianificare una nuova vita lontana da Torino e dal compagno. Questa esperienza solleva interrogativi importanti su come il sistema scolastico possa supportare meglio i docenti in transizione, garantendo al contempo stabilità agli studenti.
La storia di Roberta Z. mette in evidenza problemi sistemici che richiedono soluzioni urgenti. Come si può migliorare il processo di assegnazione delle cattedre per evitare traumi agli studenti e difficoltà logistiche ai docenti? Quali strumenti possono essere messi in campo per offrire un supporto reale ai docenti costretti a trasferirsi? E, soprattutto, come si può garantire un'istruzione di qualità per tutti, indipendentemente dai cambiamenti nel corpo docente?
La vicenda di Roberta Z. è solo una delle tante che raccontano le complessità di un sistema scolastico che, pur avendo l'obiettivo di migliorare l'efficienza, rischia di trascurare le necessità umane. Gli studenti dell'Istituto Gabelli e la stessa Roberta rappresentano i protagonisti di una storia che chiede attenzione e risposte. Serve un impegno condiviso tra istituzioni, famiglie e comunità educante per costruire un sistema che sappia bilanciare esigenze burocratiche e bisogni delle persone, garantendo continuità e umanità nel percorso scolastico.
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