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Canavese, il rumore che non dà tregua: petizione contro il generatore di un campo nomadi

La situazione è diventata così insostenibile da spingere una trentina di famiglie a firmare una petizione, indirizzata al sindaco Giovanni Panichelli e ai carabinieri.

Canavese

I cittadini protestano per la rumorosità del generatore del campo nomadi in Canavese

Un rumore incessante e disturbante, che si protrae dalla mattina fino a notte fonda, ha esasperato i residenti di via Meana e corso Platone a Volpiano. A causarlo è un generatore di corrente elettrica situato in un piccolo campo nomadi della zona, e la situazione è diventata così insostenibile da spingere una trentina di famiglie a firmare una petizione, indirizzata al sindaco Giovanni Panichelli e ai carabinieri.

“Viviamo questo disagio da più di un anno”, denunciano i residenti, spiegando come tutto sia iniziato nel 2019, quando un terreno agricolo vicino alla nuova circonvallazione è stato ceduto a una famiglia nomade di 7-8 persone. “All’inizio non c’erano problemi, poi hanno installato un generatore e il rumore è diventato un incubo. È acceso quasi tutto il giorno. Una sera l’hanno spento alle due di notte. Questo suono continuo e monotono ci impedisce di riposare. Chi si alza presto per lavorare, chi ha problemi di salute: nessuno riesce a trovare pace”.

La petizione è stata anche inviata ai carabinieri

La preoccupazione si estende anche a corso Platone, a circa 400 metri di distanza in linea d’aria, dove il rumore si percepisce distintamente. “Abbiamo segnalato il problema all’amministrazione comunale già la scorsa primavera, incontrando il sindaco di persona, e siamo tornati in Comune a settembre. Abbiamo fatto segnalazioni anche ai carabinieri di Volpiano e della compagnia di Chivasso, ma nulla è cambiato”, proseguono i cittadini.

La petizione, già sul tavolo dell’ufficio ambiente del Comune, è solo il primo passo. I firmatari si sono affidati anche a un avvocato e stanno considerando di coinvolgere l’Arpa, per verificare se il generatore stia causando inquinamento acustico. “Ci sentiamo abbandonati. Abbiamo diritto al silenzio e al riposo, ma nessuno sembra ascoltarci”, concludono.

Nonostante il malcontento, il Comune assicura di non aver ignorato la questione.

I carabinieri pattugliano regolarmente la zona, e il sindaco Giovanni Panichelli ha chiesto ai nomadi di trovare una soluzione alternativa per l’alimentazione elettrica. L'accampamento, infatti, si trova su un terreno agricolo non edificabile, con strutture abusive che non possono essere allacciate alla rete elettrica. Non si esclude che il Comune possa valutare una sistemazione più adeguata per la famiglia.

Nel frattempo, però, la tensione cresce. I residenti, esasperati da una convivenza che appare sempre più difficile, attendono risposte concrete e immediate. Il rumore del generatore, giorno dopo giorno, si è trasformato in un simbolo di un disagio che nessuno vuole più sopportare.

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