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Agricoltura
05 Dicembre 2024 - 09:38
Un danno ambientale ed economico irreversibile: 20 ettari di suolo consumati ogni giorno e miliardi di euro persi dal 2006 ad oggi
Frane, alluvioni e allagamenti: sono gli effetti drammatici del consumo di suolo in Italia, che continua a crescere nonostante un rallentamento apparente. I dati più recenti del Rapporto ISPRA disegnano un quadro allarmante: il consumo di suolo avanza al ritmo di 20 ettari ogni 24 ore, generando un danno economico annuo stimato tra 7 e 9 miliardi di euro dal 2006 al 2023. Solo nel 2023, la riduzione dell'“effetto spugna”, ovvero la capacità del terreno di assorbire e trattenere acqua, è costata al Paese 400 milioni di euro.
La cementificazione continua: dati allarmanti sul 2023
Nel 2023, sono stati cementificati oltre 21.500 km quadrati, l’88% dei quali su terreni utili. Nuove impermeabilizzazioni hanno cancellato 26 km quadrati di suolo rispetto all'anno precedente. La maggior parte del consumo si concentra nei comuni urbani, dove il nuovo regolamento europeo Nature Restoration Law mira ad azzerare la perdita netta di superfici naturali a partire dal 2024. Tuttavia, proprio in queste aree, si registrano nuovi cantieri (+663 ettari), edifici (+146 ettari) e piazzali asfaltati (+97 ettari).
La diminuzione delle aree verdi è costante: meno di un terzo della popolazione urbana ha accesso a un'area verde pubblica di almeno mezzo ettaro entro 300 metri a piedi. Un fenomeno che compromette non solo l’ambiente ma anche la qualità della vita.
Le regioni più colpite: un confronto nazionale
L’Ismea lancia l’allarme: nel 2023 sono stati persi altri 4.000 ettari di suolo agricolo, di cui quasi il 10% destinato a impianti fotovoltaici a terra. Questo fenomeno, pur legato alla transizione energetica, evidenzia un compromesso delicato tra sostenibilità ambientale e necessità di preservare il suolo agricolo.
Le regioni più colpite: un confronto nazionale
Tra le regioni italiane, le situazioni più critiche si registrano in Veneto (+891 ettari), Emilia-Romagna (+815), Lombardia (+780), Campania (+643), Piemonte (+553) e Sicilia (+521). Le uniche regioni a contenere il consumo al di sotto dei 50 ettari sono Valle d'Aosta (+17) e Liguria (+28), le migliori in termini di salvaguardia del territorio.
Anche a livello comunale si segnalano incrementi significativi: Roma, con un consumo di +71 ettari, riduce per la prima volta il proprio tasso di crescita, pur rimanendo tra i comuni con i maggiori incrementi. Altri comuni critici includono Uta (+106 ettari) e Ravenna (+89 ettari).
Un’altra fonte di pressione sul suolo è rappresentata dalla logistica, che nel 2023 ha occupato altri 504 ettari. La crescita è trainata soprattutto dall'espansione dell’indotto produttivo e industriale (63%), mentre la grande distribuzione e l’e-commerce contribuiscono rispettivamente per il 20% e il 17%.
I dati del rapporto ISPRA confermano che il consumo di suolo rappresenta una delle sfide ambientali più urgenti per l’Italia. La riduzione dell'effetto spugna e la perdita di terreni agricoli minacciano non solo la biodiversità, ma anche la sicurezza idrogeologica ed economica del Paese. Con il regolamento europeo che entrerà in vigore nel 2024, il tempo per invertire la rotta è ormai agli sgoccioli.
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