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04 Dicembre 2024 - 18:58
Caporalato in agricoltura: 200mila lavoratori irregolari, paghe da fame e sfruttamento diffuso (foto generata dall'AI)
Un’ombra oscura continua a gravare sul settore agroalimentare italiano. Secondo il VII Rapporto Agromafie e Caporalato della Flai-Cgil, sono circa 200mila i lavoratori irregolari, pari al 30% del totale degli occupati nell’agricoltura. Questi numeri mettono in evidenza un fenomeno di sfruttamento dilagante, con salari che superano di poco i 6mila euro l’anno e condizioni di lavoro al limite della legalità.
Dietro questa realtà si nasconde un sistema che non solo priva i lavoratori dei loro diritti fondamentali, ma alimenta anche una filiera controllata dalla criminalità organizzata, che trae profitto da un settore il cui valore economico supera i 73,5 miliardi di euro.
Tra i dati più drammatici emerge che le donne lavoratrici, circa 55mila, rappresentano il gruppo più esposto a fenomeni di sfruttamento. Molte di loro restano invisibili agli occhi delle istituzioni, una realtà che il rapporto definisce preoccupante e strutturale.
Il rapporto sottolinea che solo in seguito alla tragica morte del giovane bracciante indiano Satnam Singh, avvenuta a giugno nella provincia di Latina, è stato registrato un aumento dei controlli nelle aziende agricole.
Tuttavia, come denuncia la Flai-Cgil, l’intensificazione è stata temporanea, con un ritorno alla "normalità" subito dopo l’emozione del caso mediatico.
Secondo il sottosegretario all'Agricoltura Patrizio La Pietra, non bastano norme e decreti: «Dobbiamo rafforzare le azioni di repressione, ma è fondamentale anche creare un modello culturale differente, basato sulla formazione e sulla sicurezza sul lavoro».
La segretaria nazionale della Cgil, Francesca Re David, è ancora più diretta: «È ora di smettere di nascondere la polvere sotto il tappeto per proteggere il buon nome del Made in Italy. Servono controlli continui e capillari, insieme all’abolizione della Bossi-Fini, una legge che ha istituzionalizzato la precarietà».
Secondo il VII Rapporto Agromafie e Caporalato della Flai-Cgil, sono circa 200mila i lavoratori irregolari, pari al 30% del totale degli occupati nell’agricoltura
Il rapporto analizza la diffusione del caporalato in quattro regioni chiave:
Le violazioni accertate dall'Ispettorato Nazionale del Lavoro nel 2023 hanno riguardato 7.915 lavoratori, di cui 1.668 in nero e 146 extracomunitari senza permesso di soggiorno. I casi di caporalato sono stati 2.123, con un aumento del 153% dei reati amministrativi e del 207% delle denunce.
La Flai-Cgil, attraverso il suo segretario generale Giovanni Mininni, chiede un’azione più incisiva: «È necessario triplicare le ispezioni già dal prossimo anno, perché le attuali tremila sono del tutto insufficienti per monitorare un comparto di queste dimensioni».
A completare il quadro inquietante è il legame con i crimini ambientali, che nel 2023 hanno registrato un aumento del 9,1%. Crescono anche le denunce (+45,7%), le sanzioni amministrative (+27,1%) e i sequestri (+220,9%), dimostrando come la criminalità organizzata continui a infiltrarsi nel settore.
Il fenomeno del caporalato non è solo un problema economico, ma un’emergenza sociale e culturale che richiede interventi strutturali e continui. Come sottolineato nel rapporto, solo con una programmazione rigorosa, controlli costanti e un cambio culturale sarà possibile sradicare questa piaga che macchia il cuore del sistema agroalimentare italiano.
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