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02 Dicembre 2024 - 11:55
Lupo in pericolo: il Piemonte volta le spalle al suo simbolo selvaggio!
Il lupo, simbolo di forza e libertà, rischia di vedere la sua posizione di animale "particolarmente protetto" messa in discussione. Oggi, 2 dicembre, si apre a Torino la 44a riunione della Convenzione di Berna, un appuntamento cruciale per il futuro di questo grande carnivoro in Piemonte e in tutta Europa. La proposta di declassamento del lupo a "protetto" potrebbe segnare un cambiamento significativo nella gestione di questa specie, che da sempre suscita sentimenti contrastanti tra chi ne apprezza il valore ecologico e chi ne teme le conseguenze per l'agricoltura e l'allevamento.
Il Piemonte, un tempo esempio di coesistenza tra uomo e lupo, si trova ora a un bivio. La regione, che ha dato i natali a studiosi di fama come la dottoressa Francesca Marucco e il dottor Duccio Berzi, si propone come "facilitatrice" della norma che potrebbe portare al declassamento del lupo. Ma cosa comporterebbe realmente questa modifica?
Luca Rossi, docente del Dipartimento di Scienze Veterinarie dell'Università di Torino, chiarisce che, sebbene improbabili deroghe alla normativa attuale abbiano permesso l'abbattimento di singoli esemplari in caso di pericolo per la sicurezza pubblica, un declassamento potrebbe aprire la strada a interventi di contenimento numerico. Tuttavia, Rossi sottolinea che l'applicazione di tale misura non sarà automatica e dipenderà dalle sensibilità culturali di ciascun paese.
Nel 2023, in Piemonte, sono state denunciate 560 predazioni da lupo, con 1.501 capi di bestiame coinvolti, di cui 1.009 morti. Coldiretti, attraverso il suo presidente Bruno Mecca Cici, esprime preoccupazione per i danni crescenti all'agricoltura, aggravati da rimborsi regionali insufficienti e tardivi. "Le strategie finora applicate, come i recinti o i cani da guardiania, non si sono rivelate così efficaci", afferma Mecca Cici, auspicando un serio contenimento della popolazione di lupi. La questione non è solo economica, ma anche sociale, poiché il lupo è diventato un simbolo di conflitto tra tradizione rurale e modernità.
Il progetto europeo "WolfAlps", nato in Piemonte nel 2019 per promuovere la coesistenza tra lupo e comunità alpine, sta per concludersi. Questo progetto ha rappresentato un faro di speranza per molti, dimostrando che una convivenza pacifica è possibile. Tuttavia, con una popolazione di circa mille lupi e un tasso di crescita del 20-25% annuo, la sfida è tutt'altro che risolta.
La decisione della Convenzione di Berna potrebbe influenzare non solo il futuro del lupo, ma anche quello delle comunità che vivono a stretto contatto con questo predatore. La questione del lupo in Piemonte è un microcosmo delle sfide più ampie che l'Europa deve affrontare nella gestione della fauna selvatica.
La decisione che verrà presa a Torino potrebbe diventare un precedente per altre regioni e paesi, costringendo tutti a riflettere su come bilanciare la protezione della biodiversità con le esigenze delle comunità locali. In un mondo in cui le risorse naturali sono sempre più sotto pressione, trovare un equilibrio tra conservazione e sviluppo sostenibile è una delle sfide più urgenti del nostro tempo.
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