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Agricoltura killer: stop ai concimi tradizionali, ecco cosa cambia per l’ambiente! (FOTO)

Qualità dell’aria: stop allo spandimento dei liquami, l’agricoltura risponde con innovazione

Agricoltura killer

Agricoltura killer: stop ai concimi tradizionali, ecco cosa cambia per l’ambiente!

In Piemonte, e in particolare nella provincia di Torino, scatta il divieto annuale di spandimento dei liquami zootecnici, una misura introdotta per ridurre l’inquinamento delle falde acquifere e dell’aria. Il provvedimento, attivo dal 2002 in base alla Direttiva Europea Nitrati, resterà in vigore fino al 31 gennaio 2025.

Un provvedimento per l’ambiente

Nato per contrastare la dispersione di nitrati nelle acque, il divieto si è rivelato un prezioso alleato nella lotta alle polveri sottili (PM10 e PM2,5), soprattutto durante i mesi invernali, quando le concentrazioni di particolato nell’aria raggiungono livelli critici.

Una teoria scientifica recente, sebbene non ancora consolidata, suggerisce che anche le emissioni di ammoniaca derivanti dalle deiezioni animali possano contribuire alla formazione di particolato atmosferico secondario, prodotto dalla reazione dei gas di ammoniaca con la luce solare. In Piemonte, il contributo dell’agricoltura a questo tipo di particolato è stimato intorno al 6%.

Agricoltura killer: è ora di cambiare!

L'importanza del letame

I liquami zootecnici e il letame sono da sempre fondamentali per l’agricoltura, essendo ricchi di azoto naturale, indispensabile per la crescita delle piante. Tuttavia, l’intensificarsi delle normative ha portato a una revisione delle pratiche agricole. Gli agricoltori devono ora fare i conti con restrizioni che vietano lo spandimento non solo durante l’inverno, ma anche nelle giornate con livelli di inquinamento da “semaforo giallo” o “rosso”, estendendo il divieto dal 15 settembre al 15 aprile.

Nonostante le limitazioni, il settore agricolo sta rispondendo con determinazione e innovazione. Tecniche avanzate di interramento dei liquami, utilizzando macchinari appositi, permettono di ridurre drasticamente le emissioni di ammoniaca nell’aria. Inoltre, molte aziende agricole hanno investito in impianti di biogas, che non solo gestiscono i liquami in modo sostenibile ma producono anche digestato biologico e energia rinnovabile.

Il commento di Coldiretti Torino

"Da adesso, nei mesi più inquinati dell’inverno, il lavoro nei campi non può essere additato come la fonte principale dell’inquinamento dell’aria – dichiara Bruno Mecca Cici, presidente di Coldiretti Torino –. Semplicemente perché per gli agricoltori è vietato spandere i concimi che emettono ammoniaca. Inoltre, le attività agricole sono ubicate fuori dalle aree urbane. In queste condizioni è davvero difficile affermare che l’inquinamento di grandi città come Torino sia colpa dell’agricoltura".

Mecca Cici sottolinea inoltre l’impegno degli agricoltori: "Stiamo facendo la nostra parte per ridurre l’inquinamento da particolato, investendo in tecnologie innovative per la gestione del letame e dei liquami, contribuendo alla transizione ecologica e continuando a garantire cibo di qualità sulle nostre tavole".

La sfida dell’inquinamento urbano

Mentre l’agricoltura si adegua a normative stringenti, altre fonti di particolato, come il traffico veicolare, il riscaldamento domestico e le emissioni industriali, continuano a rappresentare una parte significativa del problema. È quindi necessario un approccio integrato che coinvolga tutti i settori per migliorare la qualità dell’aria.

L’agricoltura, da parte sua, non solo contribuisce alla riduzione delle emissioni ma svolge un ruolo chiave nella transizione verso un futuro più sostenibile, dimostrando che innovazione e tutela ambientale possono andare di pari passo.

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