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Cronaca

Voragine in via Pinchia. Ivrea la città "colabrodo". E intanto monta la rabbia social

Automobilisti intrappolati nella nuova attrazione cittadina: gomme distrutte, cerchi piegati e un fiume di polemiche. "Chi paga?"

Voragine in via Pinchia.  Ivrea la città "colabrodo". E intanto monta la rabbia social

Ivrea colpisce ancora! Questa volta non con un’innovativa trovata urbanistica, con le ultime dal Carnevale o da San Savino, ma con una voragine fresca di giornata all’incrocio tra via Pinchia e via delle Miniere.

Andrea Gillio, tra le prime vittime illustri del cratere, ha denunciato il fatto su Facebook, raccontando come lui e altri tre automobilisti abbiano fatto la conoscenza ravvicinata della nuova attrazione cittadina, distruggendo gomme e cerchi delle auto.

"Chiedi il risarcimento", suggerisce un amico nei commenti. Facile a dirsi, ma a farsi? Intanto, tra gli utenti del social si scatena la gara alla battuta più acida, mentre qualcuno sogna una città meno "perforata".

Liliana Nicolini, ad esempio, si chiede se le ditte incaricate dei lavori siano prese da un talent show del fai-da-te: "Ma nemmeno nel terzo mondo fanno lavori così con i piedi!".

Esagerata? Forse. Ma intanto le buche si moltiplicano più velocemente di un meme virale.

"Tentato omicidio", rincara Livio Evangelista, pensando a cosa sarebbe potuto accadere a un motociclista o a un ciclista. E non manca chi ricorda che, per simili danni, il Comune è tenuto a risarcire i cittadini.

Certo, l’idea di ottenere un rimborso con la stessa velocità con cui la voragine ha inghiottito i malcapitati pare un miraggio, ma sognare non costa nulla.

Massimo Fresc

L'assessore alle manutenzioni Massimo Fresc

Il dibattito online si allarga, e tra ironia e rabbia emerge un quadro desolante: "Strato su strato di cemento che poi cede," osserva amaramente Michael Di Maria, aggiungendo che le strade sono come un muro di cartongesso rattoppato con scotch. Qualcuno suggerisce di "denunciare all’ANAS", mentre altri si limitano a constatare con rassegnazione che Ivrea è ormai "una città colabrodo".

E i danni? Una piccola tragedia personale per chi ci è passato: Daniele Burzio, vittima di un caso analogo in via Torino, ricorda di aver speso ben 400 euro per cambiare due gomme. Dopo sei mesi di ping-pong burocratico, ha gettato la spugna.

A rincarare la dose di disillusione ci pensa Antonia Rossi, che trasforma il suo commento in una poesia urbana: "Posteggio in rotonda, limite a 30 e pista da corsa per autobus: ma i vigili ci sono o vanno solo a spasso?" Una riflessione che, forse, dovrebbe finire sulle scrivanie dei responsabili locali.

Intanto, si lavora per riparare il danno.

Ma tra un rattoppo e l’altro, resta l’amara sensazione che a ogni buca risolta ne spuntino altre dieci, come in una versione perversa del gioco del whack-a-mole. Per chi sperava in una città senza sobbalzi, Ivrea continua a deludere. Forse sarebbe il caso di rivedere le priorità: meno toppe e più fondamenta, perché altrimenti, come ironizza qualcuno, "ci ritroveremo tutti a vivere in un set di Jurassic Park".

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