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Longevità
04 Dicembre 2024 - 09:28
Il segreto dei centenari: uno studio svela qual è la chiave per spegnere 100 candeline
Cosa rende alcune persone capaci di spegnere cento candeline e oltre? È una domanda che affascina scienziati e curiosi da decenni. La risposta potrebbe non risiedere solo in una dieta equilibrata o in uno stile di vita sano, ma in un vero e proprio codice genetico che conferisce a questi individui una sorta di "superpotere" biologico. È questo il cuore della ricerca condotta dalla Boston University Chobanian & Avedisian School of Medicine, che ha avviato un progetto ambizioso: creare una banca genetica dei centenari.
L'iniziativa della Boston University non è solo un esercizio accademico, ma una vera e propria "caccia al tesoro" genetica. I ricercatori stanno raccogliendo campioni di sangue da persone che hanno superato i 100 anni, con l'obiettivo di svelare i segreti nascosti nel loro DNA. Questi campioni vengono utilizzati per estrarre cellule staminali, che vengono poi riportate a uno stato "giovane" e pluripotente, capaci di trasformarsi in qualsiasi tipo di cellula del corpo umano. Questo processo permette di studiare come il codice genetico dei centenari differisca da quello della popolazione generale e cosa renda i loro corpi più resistenti alle malattie.
Il segreto della longevità
Secondo George Murphy, biologo delle cellule staminali coinvolto nel progetto, i centenari non sono semplicemente fortunati. "Non è un caso", afferma Murphy, "è una questione di genetica". Un esempio lampante è quello di un centenario che ha superato sia l'influenza spagnola del 1918 che la recente pandemia di COVID-19. Questo suggerisce che il loro corredo genetico possa offrire una protezione naturale contro le malattie che colpiscono la maggior parte di noi con l'avanzare dell'età.
I primi risultati di questa ricerca sono promettenti. Gli scienziati sono riusciti a creare neuroni dalle cellule staminali dei centenari e hanno osservato che questi neuroni producono proteine di alta qualità, un aspetto che solitamente peggiora con l'età e che è associato allo sviluppo di malattie neurodegenerative come l'Alzheimer. Inoltre, modelli cerebrali 3D creati con cellule cerebrali dei centenari hanno mostrato livelli di geni protettivi contro l'Alzheimer molto più alti rispetto a quelli ottenuti da persone più giovani.
Cosa significa tutto questo per il nostro futuro? Se il DNA dei centenari contiene davvero informazioni vitali per prevenire malattie legate all'invecchiamento, i risultati di questi studi potrebbero rivoluzionare la nostra comprensione della longevità. Condividere questi dati con altri centri di ricerca potrebbe accelerare il processo di scoperta e portare a soluzioni terapeutiche che non solo allungherebbero la vita, ma ne migliorerebbero anche la qualità.
La ricerca della Boston University rappresenta un passo significativo verso la comprensione di come il nostro codice genetico possa influenzare la nostra salute e longevità. Mentre continuiamo a esplorare i misteri del DNA, la speranza è che un giorno queste scoperte possano tradursi in benefici tangibili per tutti noi, permettendoci di vivere non solo più a lungo, ma anche meglio.
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