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Cronaca
04 Dicembre 2024 - 10:03
Da Pordenone a Chivasso, la fuga dei truffatori finisce con il recupero di una Mercedes di lusso!
La cronaca giudiziaria ci regala spesso storie di ingegno criminale e di altrettanta prontezza investigativa. È il caso della recente truffa sventata dalla Guardia di Finanza di Pordenone, che ha portato al recupero di una Mercedes EQA 250, acquistata con un assegno falso. La vicenda si è svolta tra Pordenone e Chivasso, due città che, per un giorno, sono diventate il teatro di un'operazione investigativa che ha dell'incredibile.
Tutto ha avuto inizio con un annuncio su un noto sito di compravendita online. Un cittadino friulano aveva deciso di vendere la sua auto elettrica, una Mercedes EQA 250, attirando l'interesse di un potenziale acquirente. Dopo una breve contrattazione, il prezzo è stato fissato a 32.300 euro. L'acquirente, un italiano, si è detto disponibile a recarsi immediatamente a Pordenone per concludere l'affare.
L'incontro tra venditore e acquirente è avvenuto presso un'agenzia di pratiche auto locale, dove è stato formalizzato il passaggio di proprietà. L'acquirente ha consegnato un assegno circolare, apparentemente conforme alla normativa vigente. Tuttavia, il giorno successivo, il venditore ha scoperto che l'assegno era falso. A questo punto, la truffa era ormai evidente.
Guardia di Finanza di Pordenone
Ricevuta la denuncia, le Fiamme Gialle di Pordenone si sono messe immediatamente in azione. L'acquirente, già noto per truffe simili, era sospettato di voler portare l'auto oltre confine. Gli investigatori hanno quindi richiesto all'ACI Informatica e al PRA di sospendere il trasferimento di proprietà e hanno iniziato a tracciare il percorso dell'auto grazie al sistema GPS installato a bordo.
La rapidità dell'indagine ha permesso di scoprire che la Mercedes stava viaggiando verso la Francia. Tuttavia, in quel momento, si trovava in un parcheggio di Chivasso. Grazie alla collaborazione con i colleghi piemontesi, l'auto è stata individuata e recuperata. Successivamente, è stata riconsegnata al legittimo proprietario.
Il truffatore, noto per le sue attività illecite, è stato denunciato alla Procura della Repubblica di Pordenone. Questo caso mette in luce non solo l'abilità dei criminali nel tentare di aggirare la legge, ma anche l'efficacia delle forze dell'ordine nel contrastare tali attività. La vicenda si chiude con un lieto fine per il venditore, ma rappresenta un monito per chiunque si trovi a vendere beni di valore online.
La truffa dell'auto acquistata con assegni falsi è solo uno dei tanti esempi di come i criminali sfruttino le piattaforme online per i loro scopi. In un mondo sempre più digitalizzato, la prudenza non è mai troppa. È fondamentale verificare l'autenticità dei metodi di pagamento e, quando possibile, affidarsi a sistemi di pagamento sicuri e tracciabili. La storia di Pordenone e Chivasso ci ricorda che, sebbene la tecnologia possa essere un'arma a doppio taglio, la collaborazione tra cittadini e forze dell'ordine può fare la differenza.
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