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Scontro sindacale
24 Novembre 2024 - 23:29
Nella foto Summa e Scarpetta
Nuovo capitolo nello scontro tra i sindacati Nursind e CGIL e la direzione generale dell'ASL TO4. Questa volta i fari sono puntati sulle ferie non godute, una montagna di giorni accumulati dal personale, che secondo i sindacati è l’ennesimo sintomo di una gestione definita “improvvisata e insostenibile”.
85.000 giorni di ferie arretrate, esclusi i medici. Un numero impressionante che, per i sindacati, non rappresenta solo un fallimento organizzativo, ma una violazione palese del contratto collettivo nazionale, che stabilisce che le ferie vadano godute entro l’anno, salvo rare eccezioni. E invece no, qui siamo di fronte a una media di 23 giorni di ferie per ogni dipendente, secondo i calcoli forniti da Giuseppe Summa (Nursind) e Luciano Perno (CGIL).
E non è tutto. Ci sono reparti dove i numeri diventano grotteschi. I tecnici di laboratorio accumulano tra i 30 e i 40 giorni di ferie non godute, mentre i tecnici di radiologia arrivano addirittura a 90 giorni arretrati, che equivalgono a tre anni di ferie mai fatte.
Negli ospedali della TO4, la situazione è drammatica ovunque.
A Ivrea, gli infermieri vantano una media di 65 giorni di ferie arretrate, mentre a Chivasso i reparti di cardiologia e ginecologia non stanno meglio: 40 giorni per gli infermieri e un record di 70 giorni per le ostetriche.
I sindacati non risparmiano critiche: “Questa è una situazione figlia di una gestione che non ha né testa né coda. Non è possibile continuare ad accumulare ferie e straordinari. Ogni ritardo peggiora il quadro generale e si ripercuote sulla qualità dei servizi”, affermano Summa e Perno, che non esitano a puntare il dito contro il direttore generale Stefano Scarpetta.
E le ore straordinarie non retribuite? Quelle continuano a crescere, aggiungendo un ulteriore carico su personale già esausto.
La replica dell’ASL TO4 non si è fatta attendere, con una lunga nota che tenta di ridimensionare il problema.
“Il dato delle ferie residue è cumulato nel tempo e mostra un trend in netto miglioramento”, si legge. A giugno 2021 i giorni arretrati erano 123.000, mentre oggi sarebbero scesi a meno di 85.000, nonostante l’aumento del personale. Un risultato che la direzione definisce come un “miglioramento del 70% in tre anni”.
La riduzione, ammesso che sia reale, appare evidentemente una magra consolazione per chi si ritrova a dover rinunciare ancora alle ferie.
L’azienda ha inoltre rivendicato l’utilizzo di risorse straordinarie per coprire le aree più in difficoltà, soprattutto nelle zone periferiche, promettendo un’accelerazione nelle assunzioni.
“Grazie alle recenti sessioni di laurea e alla collaborazione con la Scuola di Radiologia di Torino, stiamo lavorando per attivare un corso di laurea per tecnici di radiologia presso il Polo Formativo Officina H di Ivrea”, prosegue il comunicato.
Per i sindacati, queste sono solo belle parole. “Il direttore generale preferisce parlare di dati cumulativi e di prospettive future, ma la realtà è che i problemi qui e ora rimangono irrisolti. Il trimestre bianco, tanto celebrato, è solo un modo per prendere tempo senza risolvere nulla”, ribattono Nursind e CGIL.
E i lavoratori?
Mentre l’azienda si concentra su numeri e progetti a lungo termine, il personale continua a fronteggiare turni massacranti, ferie rinviate e straordinari mai pagati. La tensione è palpabile e il malcontento cresce, anche perché, come sottolineano i sindacati, “questa situazione non è sostenibile né per chi lavora né per chi usufruisce dei servizi”.
La battaglia sembra destinata a proseguire. Da un lato, i sindacati reclamano soluzioni immediate e strutturali. Dall’altro, l’azienda si difende con cifre che dovrebbero rassicurare ma che, al contrario, sembrano confermare il caos gestionale. La domanda è una sola: quanto tempo ancora prima che il sistema collassi?
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