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Dibattito

Il centrosinistra alza la voce: no al DDL Sicurezza, sì alla canapa

Un ordine del giorno presentato dai consiglieri Gaudino, Vidano e Manucci denuncia le misure repressive del disegno di legge e impegna l’Amministrazione a schierarsi contro un provvedimento definito illiberale e pericoloso

Andrea Gaudino

Andrea Gaudino

A Ivrea, il dibattito sul DDL Sicurezza si prepara a entrare nel vivo. Un ordine del giorno presentato dai consiglieri Andrea Gaudino, Vanessa Vidano e Barbara Manucci punta il dito contro il disegno di legge n. 1660, già approvato alla Camera e in attesa di discussione al Senato, denunciandone l’approccio repressivo e le gravi conseguenze sociali.

Nel documento si sottolinea come il DDL, composto da 38 articoli, introduca norme che colpiscono con durezza un ampio spettro di situazioni, dai blocchi stradali alla disobbedienza civile, fino alle proteste nelle carceri.

Tra le disposizioni più criticate, l’articolo che definisce il nuovo reato di “rivolta in carcere”. Sarà sufficiente la partecipazione di almeno tre detenuti per configurare il reato, con pene che possono arrivare fino a 20 anni di reclusione nei casi aggravati. “Questa misura non risolve i problemi del sistema penitenziario, ma li aggrava, in un contesto già drammatico dove, solo nel 2024, si sono registrati 74 suicidi tra i detenuti e 7 tra gli agenti di polizia penitenziaria”, scrivono i firmatari.

Non meno preoccupante è la criminalizzazione delle occupazioni arbitrarie di immobili, che verranno punite con pene da 2 a 7 anni, e l’introduzione di sanzioni per i blocchi stradali e ferroviari, con reclusione fino a due anni nei casi più gravi.

manifestazione a Roma

manifesta

Una recente manifestazione

L’ordine del giorno evidenzia come queste norme colpiscano direttamente il diritto di manifestare garantito dagli articoli 17 e 21 della Costituzione. “Si tratta di un disegno di legge che attacca il dissenso e limita gli spazi democratici, colpendo pratiche di disobbedienza civile nonviolenta, spesso portate avanti da giovani e studenti”, si legge nel testo.

Il documento analizza anche l’impatto economico e sociale del DDL, soffermandosi sull’articolo che vieta il commercio di cannabis light. Questa disposizione mette a rischio la sopravvivenza di circa 3.000 aziende italiane del settore, che danno lavoro a oltre 11.000 persone e generano un fatturato annuo di 500 milioni di euro.

“Colpire un settore legale, conforme alle normative comunitarie, significa mandare in crisi migliaia di famiglie, senza alcuna giustificazione razionale”, affermano i consiglieri.

Particolare preoccupazione viene espressa anche per le disposizioni che riguardano le donne detenute. L’articolo 15 del DDL elimina l’automatismo che esclude le donne incinte o madri dal carcere, obbligandole a scontare la pena in istituti a custodia attenuata. I figli delle detenute, di conseguenza, rischieranno di crescere dietro le sbarre. “Una scelta inumana, che non tiene conto delle esigenze dei minori e dei diritti delle madri”, si legge nell’ordine del giorno.

L’approccio del Governo viene definito “illiberale” e orientato a una gestione puramente repressiva delle questioni sociali. Secondo i firmatari, il disegno di legge non affronta i problemi alla radice, come il sovraffollamento carcerario, ma punta ad aumentare il numero dei detenuti e a reprimere le proteste.

L’ordine del giorno richiama l’attenzione anche sulla stretta nei confronti dei migranti irregolari, a cui sarà vietato stipulare contratti di telefonia mobile, privandoli di un fondamentale strumento di comunicazione. “Questa misura non solo è discriminatoria, ma viola i diritti umani fondamentali”, affermano i promotori.

I consiglieri chiedono che il Consiglio comunale si esprima chiaramente contro il DDL Sicurezza e che il Sindaco e la Giunta si impegnino, anche attraverso l’ANCI, a sollecitare il Governo e il Parlamento per fermare l’approvazione del testo. “L’Amministrazione deve farsi portavoce di un messaggio forte: Ivrea non accetta che i diritti dei cittadini siano calpestati in nome di un falso senso di sicurezza”.

L’ordine del giorno, che sarà discusso nella prossima sedute, rappresenta una presa di posizione importante contro un provvedimento che, secondo i firmatari, rischia di trasformare il sistema penale in uno strumento di controllo sociale. Un dibattito che si preannuncia acceso..

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