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20 Novembre 2024 - 18:13
Continua a far discutere il caso degli insetti trovati nella zuppa servita in mensa alla Marconi. In foto l'assessore Vitale
Non ha sgomberato il campo dai dubbi, dalle perplessità e dalle paure dei genitori degli alunni della scuola Marconi la nota stampa con cui il Comune di Chivasso minimizza il caso degli insetti trovati nella zuppa di farro servita nella mensa di venerdì 15 novembre. Anzi. "Ci stanno ridicolizzando", tuonano i genitori.
«Un caso isolato e non equiparabile ad altri episodi riscontrati nelle mense scolastiche nei Comuni dell’hinterland», l’ha infatti bollato l’assessore all’Istruzione Gianluca Vitale.
«Su quasi 1.500 pasti serviti, solo in un caso è stata segnalata la presenza di un insetto. La stessa pietanza, infatti, è stata distribuita negli altri plessi senza alcuna contaminazione, il che supporta l’ipotesi di una contaminazione ambientale piuttosto che del cibo stesso», ha aggiunto in una nota stampa.
Ma i genitori non si fidano. E anzi rilanciano: perché il Comune copre un fatto reale e non indaga sulla vicenda?
L’interrogativo è lecito anche perché le parole di Vitale, nella nota stampa diffusa dall’ufficio gabinetto di Palazzo Santa Chiara, sarebbero in contrasto con quelle di chi ha visto i piatti e segnalato l’episodio.
E così i genitori degli alunni della classe 4°D dell’elementare Marconi, con una lettera inviata all’assessore Vitale, al settore istruzione e all’Istituto Comprensivo Cosola, chiedono ufficialmente un’indagine più accurata e, vista la versione raccontata dal Comune, finché non ci saranno approfondimenti, rivendicano il diritto al panino per i propri figli.
Ecco la lettera destinata a far discutere. E a cui qualcuno dovrebbe rispondere.
A nome ed in rappresentanza dei genitori della classe 4°D, Scuola Primaria Marconi dell’Istituto Comprensivo Cosola di Chivasso, inviamo la presente comunicazione in merito ai fatti accaduti in data 15/11/2024, riguardanti il servizio mensa e conseguente comunicato ufficiale da voi rilasciato in data 18/11/2024.
Nel sopra citato comunicato si asseriva che i controlli effettuati fossero avvenuti in seguito al ritrovamento di corpi estranei in un unico piatto servito in quel giorno, ma dalle informazioni in nostro possesso e suffragate da chi con cura ed attenzione ha segnalato l’accaduto, la minestra contaminata risulta essere stata servita a più bambini ed adulti.
La vostra dichiarazione appare non coerente con quanto segnalato ed incapace, dunque, di restituire a noi utenti la giusta fiducia nell'azienda fornitrice e nelle istituzioni che si occupano del controllo della stessa.
Quanto riscontriamo altresì dalla stampa locale in data odierna (mercoledì 20/11/24) è in forte contraddizione con l’oggettività degli eventi, in quanto leggiamo che “Secondo la relazione della società Vivenda, dall’analisi del reperto rinvenuto integro nel passato di verdura con farro biologico si deduce che si tratti di un corpo estraneo di natura organica in stato non vitale”.
Ovvero difficile credere che vi sia stata contaminazione ambientale, ma piuttosto che lo stato non vitale derivi dalla presenza già in fase di cottura.
Ritenendo infine insufficienti le azioni da voi intraprese, chiediamo venga messo in atto un più approfondito controllo dei processi qualitativo-produttivi dei cibi somministrati ai plessi oggetto dell’appalto in essere.
In tal senso, ci permettiamo anche di consigliare una riorganizzazione delle tempistiche di servizio all'utente finale (chi mangia al secondo turno trova i piatti ad una temperatura non adeguata).
Chiediamo, infine, che venga consentita la possibilità di usufruire di forme di refezione alternative alla mensa (da consumarsi nel plesso) sino a quando non vi sia da parte vostra evidenza dell’avvenuto controllo dedicato e specifico presso il Centro di Cottura in uso all’attuale Vivenda S.p.A. a valle dell’evento del 15/11/24".
Fiduciosi di una vostra risposta e di una pronta collaborazione vi ringraziamo dell’attenzione".
Firmata: I genitori della Quarta D Primaria Marconi dell’Istituto Comprensivo Cosola di Chivasso.
Ma qual è stata la risposta di Vitale ai genitori, arrivata lunedì, 72 ore dopo i fatti?
Eccola, in sintesi.
Secondo quanto emerso dalle verifiche condotte con il gestore del servizio mensa - scrivono dal Comune -, la Vivenda, si tratta di un caso isolato e non paragonabile a episodi simili accaduti in altre mense dell’hinterland.
L’assessore all’Istruzione, Gianluca Vitale, ha precisato: «Su quasi 1.500 pasti serviti, solo in un caso è stata segnalata la presenza di un insetto. La stessa pietanza, infatti, è stata distribuita negli altri plessi senza alcuna contaminazione, il che supporta l’ipotesi di una contaminazione ambientale piuttosto che del cibo stesso.» Per rassicurare le famiglie, il Comune ha disposto una sanificazione straordinaria del refettorio interessato e un intervento analogo nei locali delle scuole. Inoltre, è stata concordata una decurtazione del costo della mensa per le classi coinvolte nel secondo turno del servizio.
La società Vivenda ha esaminato attentamente l’episodio. Secondo la loro relazione, l’insetto ritrovato nel passato di verdura con farro biologico era integro e in stato non vitale, una condizione che rende improbabile una contaminazione durante le fasi di produzione o confezionamento. Le rigide procedure di preparazione del piatto prevedono:
La Vivenda ha dichiarato che tali fasi di lavorazione, altamente controllate, rendono pressoché impossibile la presenza di corpi estranei in perfetto stato di conservazione. Tuttavia, l’azienda ha avviato un’indagine interna per analizzare l’intera filiera, dalla ricezione delle merci fino alla somministrazione dei pasti. Al momento, non sono state rilevate anomalie o non conformità.
Nel weekend del 16 e 17 novembre, il Centro di Cottura Comunale e il refettorio interessato sono stati sottoposti a sanificazioni straordinarie, oltre alle procedure ordinarie di pulizia. La sicurezza e l’igiene del servizio sono confermate anche dagli audit effettuati recentemente da enti esterni, tra cui Nas e Asl. In particolare:
La Vivenda ha ribadito che il caso potrebbe essere attribuibile a una contaminazione ambientale avvenuta dopo la preparazione o, in via ipotetica, a una presenza pregressa nella materia prima, non rilevabile durante i controlli. Il farro biologico utilizzato, consegnato il 12 novembre e con scadenza nel 2026, è stato impiegato per preparare circa 1.400 porzioni senza ulteriori segnalazioni.
Nonostante l’episodio, il piatto ha ricevuto una valutazione positiva nelle schede di gradimento, con apprezzamenti sul sapore e l’aspetto visivo. L’assessore Vitale ha rassicurato: «Il servizio di refezione continua regolarmente, con tutte le procedure di sicurezza intensificate per garantire la massima qualità e igiene.»
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