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Il caso
18 Novembre 2024 - 16:32
Il caso della mensa scolastica è scoppiato venerdì scorso
“Un caso isolato e non equiparabile ad altri episodi riscontrati nelle mense scolastiche nei Comuni dell’hinterland”. Insomma: Chivasso non è Settimo Torinese e nemmeno Brandizzo. La zuppa di farro servita agli studenti dell’elementari Marconi, in cui sono stati ritrovati degli insetti, non ha nulla a che vedere con le larve nel piatto servite negli altri Comuni della zona. E vabbè. Ne prendiamo atto.
A distanza di 72 ore dal caso scoppiato venerdì 15 novembre, con la denuncia delle maestre della scuola chivassese che hanno segnalato la presenza di insetti nella minestra servita ai bambini, finalmente da Palazzo Santa Chiara è arrivata la replica del Comune.
72 ore - c’era di mezzo il week end, che diamine - per dare delle rassicurazioni ai genitori che le hanno passate inchiodati al telefono, alla ricerca di notizie che non sono arrivate sul sito del Comune. Niente. Nada. Nichts. Rien. Il nulla cosmico in tutte le lingue del mondo.
72 ore per mettere insieme le risposte alle tante domande dei genitori, che volevano semplicemente capire che cosa fosse successo e che cosa fare perché fidarsi è bene, ma non fidarsi… Silenzio dall’assessore Gianluca Vitale e pure dalla dirigente scolastica Vitangela Galasso.
Venerdì i fatti di Chivasso hanno riacceso quelle polemiche mai sopite sulla qualità di un servizio che sembra far acqua da tutte le parti. Facile comprendere che quel rapporto di fiducia tra chi è responsabile di questo benedetto servizio e le famiglie, sia sempre più fragile. In molti casi spezzato. Come fare, dunque, a dire di mandare i proprio figli a mangiare a scuola a cuor leggero?
72 ore, dicevamo, per mettere insieme una risposta a chi è rimasto appeso tutto il week end ai tanti dubbi, tra cui anche quello se mandare il proprio figlio a scuola con il panino oppure no.
“E’ tutto a posto”: è il senso della nota diffusa poco fa da Palazzo Santa Chiara. Talmente a posto che la zuppa, a chi ha mangiato nel turno successivo agli alunni che hanno trovato l'insetto, gliela offre la Vivenda, la ditta che da due anni gestisce il servizio nelle scuole chivassesi. Ma tant'è.
Ecco, in sintesi, la nota tanto attesa da Palazzo Santa Chiara.
L'incontro in Comune tra Vitale, Castello, dipendenti comunali e la società Vivenda
L’amministrazione comunale di Chivasso ha fatto chiarezza sul ritrovamento di un insetto in una porzione di zuppa di farro servita nella mensa scolastica della Scuola Primaria Marconi lo scorso 15 novembre. Secondo quanto emerso dalle verifiche condotte con il gestore del servizio mensa, la Vivenda, si tratta di un caso isolato e non paragonabile a episodi simili accaduti in altre mense dell’hinterland.
L’assessore all’Istruzione, Gianluca Vitale, ha precisato: «Su quasi 1.500 pasti serviti, solo in un caso è stata segnalata la presenza di un insetto. La stessa pietanza, infatti, è stata distribuita negli altri plessi senza alcuna contaminazione, il che supporta l’ipotesi di una contaminazione ambientale piuttosto che del cibo stesso.» Per rassicurare le famiglie, il Comune ha disposto una sanificazione straordinaria del refettorio interessato e un intervento analogo nei locali delle scuole. Inoltre, è stata concordata una decurtazione del costo della mensa per le classi coinvolte nel secondo turno del servizio.
La società Vivenda ha esaminato attentamente l’episodio. Secondo la loro relazione, l’insetto ritrovato nel passato di verdura con farro biologico era integro e in stato non vitale, una condizione che rende improbabile una contaminazione durante le fasi di produzione o confezionamento. Le rigide procedure di preparazione del piatto prevedono:
La Vivenda ha dichiarato che tali fasi di lavorazione, altamente controllate, rendono pressoché impossibile la presenza di corpi estranei in perfetto stato di conservazione. Tuttavia, l’azienda ha avviato un’indagine interna per analizzare l’intera filiera, dalla ricezione delle merci fino alla somministrazione dei pasti. Al momento, non sono state rilevate anomalie o non conformità.
Nel weekend del 16 e 17 novembre, il Centro di Cottura Comunale e il refettorio interessato sono stati sottoposti a sanificazioni straordinarie, oltre alle procedure ordinarie di pulizia. La sicurezza e l’igiene del servizio sono confermate anche dagli audit effettuati recentemente da enti esterni, tra cui Nas e Asl. In particolare:
La Vivenda ha ribadito che il caso potrebbe essere attribuibile a una contaminazione ambientale avvenuta dopo la preparazione o, in via ipotetica, a una presenza pregressa nella materia prima, non rilevabile durante i controlli. Il farro biologico utilizzato, consegnato il 12 novembre e con scadenza nel 2026, è stato impiegato per preparare circa 1.400 porzioni senza ulteriori segnalazioni.
Nonostante l’episodio, il piatto ha ricevuto una valutazione positiva nelle schede di gradimento, con apprezzamenti sul sapore e l’aspetto visivo. L’assessore Vitale ha rassicurato: «Il servizio di refezione continua regolarmente, con tutte le procedure di sicurezza intensificate per garantire la massima qualità e igiene.»
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