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Palazzo Canavese

Il dono di Nina: a 94 anni salva una cappella in Canavese in memoria della figlia morta a 29 anni

I restauri finanziati dall'anziana sono terminati in tempo per la celebrazione dei Morti, cui lei ha partecipato, seduta in prima fila

Il dono di Nina: a 94 anni salva una cappella in Canavese in memoria della figlia morta a 29 anni

Tra le antiche mura del cimitero di Palazzo Canavese, una storia straordinaria di amore, resilienza e devozione si intreccia a quella della cappella di San Rocco. Oggi, la piccola cappella, un tempo segnata dal degrado, risplende di nuova vita grazie alla determinazione di una donna di 94 anni: Anna Maria Marina, per tutti Nina.

Ogni mattina, dal 18 luglio 1993, Nina sale sulla sua auto e si reca al cimitero. Non è mai mancata all’appuntamento, neanche per un giorno. È qui che riposa Paola Bisone, l’amata figlia di Nina, scomparsa a soli 29 anni in un tragico incidente stradale. Quel luogo è diventato per Nina il ponte tra il passato e il presente, un angolo di silenzio dove le parole non servono, ma l’amore continua a parlare.

Con la mente lucida e un carattere incrollabile, Nina ha fatto del cimitero la sua missione. Quando ha visto la cappella di San Rocco in rovina, non ha esitato. «Sentivo che dovevo fare qualcosa – racconta – non solo per mia figlia, ma per tutti coloro che qui trovano un momento di pace e per il paese intero».

La cappella di San Rocco ha radici antiche, forse risalenti al tempo delle grandi epidemie, quando fungeva da rifugio per i malati sotto la protezione del santo. Tuttavia, il passare dei secoli non le aveva risparmiato i segni del tempo: tetto danneggiato, muri deteriorati, altare in decadenza. Di fronte a questo degrado, Nina non ha esitato a proporsi per finanziare il restauro.

Si è rivolta al sindaco, Silvano Signora, e con una determinazione che non ammetteva repliche, ha dichiarato: «Se nessun altro lo farà, provvederò io stessa a mie spese». Commossi, il sindaco e l’amministrazione comunale hanno accolto il progetto con entusiasmo.

I lavori, eseguiti dall’impresa edile di Andrea Marina, sono stati seguiti quotidianamente da Nina, che non si è mai tirata indietro. Ogni dettaglio – dal tetto agli intonaci – è stato curato con attenzione. Alla fine, la cappella ha ripreso vita, diventando di nuovo il luogo di raccoglimento e bellezza che un tempo era.

Il 3 luglio 2023, durante il Concerto d’estate della banda musicale, Nina ha ricevuto la benemerenza civica, un riconoscimento che il Comune assegna a chi contribuisce con opere concrete al prestigio del territorio. Sulla targa, parole semplici e profonde: «Con sincera stima e gratitudine per il suo impegno a favore del patrimonio comunale».

Il sindaco Silvano Signora

Ma Nina non è nuova a gesti di generosità: già nel 1995 aveva fatto pavimentare i viali del cimitero a sue spese. Oggi, il suo nome è sinonimo di altruismo, e i compaesani la guardano con ammirazione.

Il restauro della cappella si è concluso a fine ottobre, con il completamento dell’impianto elettrico e la tinteggiatura. Il 2 novembre, nella rinnovata cappella gremita di persone, si è svolta la funzione di commemorazione dei defunti. Nina, circondata dall'affetto dell'intera comunità, era lì in prima fila.

La cappella di San Rocco non è più solo un luogo di culto: è il simbolo di un amore eterno, quello di una madre per la figlia che ha perso troppo presto, e di un legame indissolubile con la sua comunità. Nina ha dimostrato che anche nel dolore più profondo si può trovare la forza per donare bellezza e speranza agli altri.

Questa storia non è solo di Palazzo Canavese: è di tutti noi, un richiamo a ciò che conta davvero nella vita e alla forza dell’amore che non conosce confini, nemmeno quelli della morte.

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