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18 Novembre 2024 - 17:54
Il Maresciallo Anselmo Rota
Chivasso si prepara a rendere omaggio al Maresciallo Anselmo Rota, figura che ha lasciato un segno profondo nella comunità. Secondo indiscrezioni da Palazzo Santa Chiara, nella prossima seduta del consiglio comunale sarà proposta l’intitolazione di una via a suo nome. Un gesto che, quasi vent’anni dopo la sua scomparsa, ha già suscitato entusiasmo tra i cittadini, che ricordano Rota come un uomo di grande integrità e generosità. Questa iniziativa rappresenta non solo un tributo, ma anche un riconoscimento del ruolo che ha avuto come punto di riferimento e amico per la città.
La famiglia Rota al completo, da sinistra: Marina Rota, figlia di Anselmo con la mamma Palmina, scomparsa nel 2020, il Maresciallo Rota e il figlio Gianni.
Anselmo Rota, nato nel 1915, scelse di arruolarsi nell’Arma dei Carabinieri a soli 19 anni, non per ambizione ma per aiutare il fratello Alfredo a proseguire gli studi. Questo sacrificio segnò l’inizio di una carriera esemplare, che lo portò a diventare Maresciallo Maggiore nel 1966, ricevendo numerosi riconoscimenti, tra cui tre croci d’argento al merito.
Durante il suo servizio, Rota si distinse per il suo impegno verso i più deboli. Celebre a Chivasso è ancora oggi il suo contributo decisivo nella risoluzione di un efferato omicidio che all'epoca scosse la città. Tuttavia, ciò che lo rese speciale non furono solo le sue abilità investigative, ma la sua costante disponibilità ad aiutare chiunque fosse in difficoltà. Come economo scolastico, ad esempio, donava abiti e scarpe di tasca propria ai bambini che non potevano permetterseli, garantendo loro di vivere momenti importanti come la Prima Comunione con dignità.
Novembre 1973, il Maresciallo Rota in compagnia del Giudice La Gamba ed il figlio Gianni Rota.
L’intitolazione di una via al Maresciallo Rota è un riconoscimento che Chivasso sente di dovergli. Non era solo un rappresentante delle forze dell’ordine, ma un uomo che sapeva ascoltare e trovare soluzioni con equilibrio e umanità. Nei panni di Giudice di Pace, riusciva spesso a mediare tra le parti con il buon senso e la comprensione che derivano dall’esperienza.
L’eredità del Maresciallo non si è fermata con la sua scomparsa. La figlia, Marina Rota, giornalista e scrittrice, ha continuato a promuovere i valori che il padre le ha trasmesso, dedicandosi a iniziative culturali e sociali. Il prossimo 14 dicembre, durante la serata conclusiva dell’ottava edizione del Concorso Teatrale Internazionale di Chivasso, Marina riceverà il Premio speciale NocciolArt, istituito dall’Ascom Confcommercio per onorare i cittadini che si sono distinti nel campo della cultura e dell’arte.
La scrittrice e giornalista Marina Rota con il suo ultimo capolavoro, "Certe donne a Torino": un omaggio vibrante alla città e alle storie femminili che ne hanno animato le vie, simbolo di resilienza e passione.
“Questo premio non è solo un onore personale”, ha dichiarato Marina Rota, “ma un modo per continuare a portare avanti l’eredità morale che mio padre mi ha lasciato. È un riconoscimento che condivido con la mia famiglia e con la città che ha sempre sostenuto il suo operato”.
L’intitolazione di una via al Maresciallo Rota e il premio a Marina sono simboli tangibili del legame tra Chivasso e chi ha dedicato la propria vita al bene della comunità. In un'epoca in cui il senso di appartenenza rischia di perdersi, celebrare figure come quella di Anselmo Rota ci ricorda quanto siano fondamentali il rispetto, la dedizione e l’impegno verso gli altri. È un modo per riaffermare i valori che tengono unita la comunità, dimostrando che il vero spirito di solidarietà e giustizia non passa mai di moda.
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