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Calippo Tour: tutto quello che non quadra fra bot, Telegram e OnlyFans

Il viaggio più chiacchierato dell’anno nasconde più dubbi che realtà

CalippoGate - Ambra e Paolina

Calippo Gate - Ambra e Paolina

Il “Calippo Tour” è ormai sulla bocca di tutti, ma non nel senso che i suoi protagonisti avrebbero voluto. Nato come un’iniziativa "geniale" per raccogliere fan su OnlyFans, il viaggio erotico di Ambra e Paolina si è trasformato in un groviglio di sospetti, smentite e colpi di scena degni di una telenovela. Grazie al servizio de Le Iene, abbiamo scoperto che dietro le quinte di questa presunta tournée passionale si nasconde qualcosa che sa più di fiction che di realtà.

Secondo quanto raccontato nel servizio dell’inviato Gaston Zama, il “Calippo Tour” si presentava come un percorso senza filtri, con tappe “bollenti” in cui gli abbonati di OnlyFans potevano accedere a un momento di intimità documentato in video. Tuttavia, come nei migliori gialli, la realtà si è rivelata molto più intricata del previsto. Per partecipare, pare che i candidati dovessero attraversare un vero e proprio labirinto digitale: canali Telegram, iscrizioni su OnlyFans, e perfino richieste di ticket a pagamento. Ma, sorpresa delle sorprese, alcuni di questi passaggi risultavano tanto assurdi quanto poco trasparenti.

E qui arriva il primo plot twist: un candidato anonimo avrebbe dichiarato di aver ricevuto istruzioni per pagare un ticket di 100 euro tramite PayPal. Ma ecco il colpo di scena: Ambra e Paolina, interrogate in proposito, escludono categoricamente l’utilizzo di PayPal. “No, impossibile,” replicano con convinzione. La sorpresa, però, non finisce qui. Zama, deciso a vederci chiaro, si finge interessato al tour e scopre che alcune risposte alle sue domande arrivano da... un bot automatico. Cosa? Un bot che fa le veci delle protagoniste? Esatto. È come scoprire che Babbo Natale è solo un dipendente del marketing.

L’inviato solleva poi il dubbio dell’esistenza di una terza persona che orchestrerebbe il tutto da dietro le quinte. Ambra e Paolina, messe alle strette, preferiscono non commentare. Qualcuno gestisce davvero gli affari del Calippo Tour? E, se sì, questa figura misteriosa sta guadagnando su “ticket fantasma” che non portano a nulla se non a chat automatiche?

Con il passare dei minuti, l’indagine si infittisce: ticket da 150 euro per videochiamate inesistenti, contenuti hot da sbloccare a pagamento, e candidati selezionati senza che nessuno capisca davvero il criterio. Il tour diventa così un perfetto esempio di "marketing creativo", dove la realtà sembra meno importante del mito costruito attorno al progetto.

Alla fine, il “Calippo Tour” potrebbe essere ricordato non per i suoi "contenuti esclusivi", ma come un monito per tutti coloro che si lasciano abbagliare dal luccichio digitale. Se c’è una lezione da trarre, è che non tutto ciò che luccica è oro, e non tutti i “Calippo” sono veri.

Con un mix di ironia, sospetti e surreale gestione digitale, il Calippo Tour dimostra che, almeno nel marketing, vale tutto. Ma chissà, forse questa era l’intenzione fin dall’inizio.

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