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Ponte Preti: il pressing di Confindustria per salvare l’opera cruciale del Canavese

Divisioni politiche e burocrazia frenano l’opera strategica. Si schiera anche Paolo Conta

Ponte Preti

Il presidente di Confindustria Canavese, Paolo Conta. Sullo sfondo il ponte Preti

La mobilità del Canavese continua a scontrarsi con ostacoli che penalizzano non solo i cittadini, ma anche le imprese del territorio. Tra le questioni più urgenti c'è quella del rifacimento del Ponte Preti, al centro di una protesta che ha visto protagonisti circa 40 sindaci e numerosi rappresentanti istituzionali.

Paolo Conta, presidente di Confindustria Canavese, è intervenuto con un appello chiaro: «Chiediamo al Ministero dei Trasporti e Anas che si facciano parte attiva dialogando con Città Metropolitana per superare le difficoltà burocratiche che rischiano di vanificare gli sforzi fatti per avviare il progetto». Conta ha sottolineato come i problemi infrastrutturali del Canavese, dal Ponte Preti alle limitazioni sul traffico pesante nella bretella Ivrea-Santhià, fino alla chiusura intermittente di tunnel strategici come quello del Monte Bianco, stiano danneggiando la competitività delle imprese locali. «In un contesto dove la competitività è un fattore determinante per la vita delle imprese, non è più possibile accettare vincoli come questi», ha aggiunto.

La protesta dei sindaci: "Il Canavese vuole il nuovo Ponte Preti"

Venerdì 15 novembre, sotto la scritta eloquente “Il Canavese vuole il nuovo Ponte Preti”, una quarantina di sindaci si è riunita sul ponte di Strambinello, manifestando per richiedere una proroga dei termini per il progetto. Il presidio, promosso dal sindaco di Ivrea Matteo Chiantore, ha ribadito l'importanza di un'opera strategica per il territorio.

Il sindaco di Bollengo, Luigi Sergio Ricca, ha commentato: «È la mia quinta o sesta partecipazione a manifestazioni sul Ponte Preti. Speriamo che sia la volta buona». Anche Alberto Avetta, consigliere regionale del PD, ha sottolineato: «La revoca delle risorse costituirebbe un danno enorme per il Canavese e per tutta la Città Metropolitana. Bisogna agire uniti affinché queste risorse siano mantenute».

Le difficoltà burocratiche e il ruolo dell’Anas

Affidato alla Città Metropolitana per la progettazione e successivamente all’Anas per la gestione, il progetto del nuovo Ponte Preti ha subito rallentamenti anche a causa di modifiche progettuali, come la richiesta di realizzazione in ferro. Questo, unito al termine fissato al 31 dicembre 2024 per l’aggiudicazione dei lavori, rischia di compromettere i finanziamenti di 19,5 milioni di euro stanziati nel 2019 dal Decreto Ponti.

Il ponte Preti tra i comuni di Strambinello e Baldissero Canavese

Le divisioni politiche

La protesta ha messo in luce anche divisioni politiche. Alessandro Giglio Vigna, deputato della Lega, ha criticato le manifestazioni definendole inutili: «Andare sul Ponte non serve a nulla. Bisogna andare al Ministero e presentare le giustificazioni dei ritardi». Il deputato ha puntato il dito contro le amministrazioni di centrosinistra per le indecisioni burocratiche del passato, ribadendo la necessità di azioni concrete.

Una soluzione ancora lontana

Il rifacimento del Ponte Preti è un tassello cruciale per garantire la mobilità e la competitività del Canavese. Tuttavia, tra richieste di proroghe, divisioni politiche e ritardi burocratici, il tempo stringe. Per le imprese e i cittadini, il messaggio è chiaro: il territorio non può permettersi ulteriori rinvii. «Il Ponte Preti deve fare parte di una strategia di mobilità che permetta all’economia canavesana di comunicare in modo sicuro e veloce», ha concluso Conta, ribadendo l’urgenza di una collaborazione tra tutte le istituzioni coinvolte.

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