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Per chi suona la campana

I cattolici americani hanno scelto Trump

La vittoria di Trump segna una svolta nel conservatorismo americano, attraendo consensi trasversali tra working class, minoranze etniche e cattolici, mentre il progressismo subisce una pesante sconfitta

Donald Trump

Donald Trump

Le elezioni americane, con la strepitosa vittoria di Donald Trump, votato da neri, latinos e donne, hanno lasciato i progressisti letteralmente basiti. Pochi i commenti; devono ancora riprendersi dallo shock e, per adesso, prevalgono le analisi dolenti e demonizzanti l'elettorato americano, che ha votato per il tycoon di New York senza forse comprendere fino in fondo che la sua è la vittoria del conservatorismo interclassista e interetnico, molto diverso da quello del passato, e la sconfitta secca del progressismo fondato sulla identity politics, sul dirittismo, sul politicamente corretto o ideologia woke, che aveva i suoi riferimenti nel femminismo contrappositivo, sull'aborto rivendicato come bandiera di libertà, sull'agenda LGBT/gender, con particolare esaltazione del transgenderismo e delle identità fluide.

Donald Trump

Non tutto di Trump può piacere – e a noi tutto non piace – ma non vi è dubbio che il suo trionfo rappresenti la catastrofe politica di una borghesia benestante e istruita, prevalentemente urbana e metropolitana. Non va poi dimenticato che il programma del conservatorismo anti-ideologico trumpiano ha avuto il favore dei forgotten people, e cioè di quegli strati sociali danneggiati dalla globalizzazione, dai conflitti internazionali, dalla tenaglia tra recessione e inflazione, e abbia attratto i consensi della working class, dei ceti medi impoveriti, delle minoranze etniche e dell'elettorato cattolico, che da sempre è molto diffuso nella minoranza ispanica.

Circa i cattolici, il professor Massimo Faggioli, in un documentato articolo su Il Regno – rivista di punta del cattolicesimo progressista – ha analizzato quella che ha definito la «metamorfosi del cattolicesimo» americano, dove sta scomparendo la generazione del progressismo post-conciliare, di chi ancora si identifica nello «spirito del Vaticano II» e che papa Francesco cerca di tenere in vita artificialmente, ma che non è riuscita a ricreare un movimento di popolo al suo seguito, mentre il giovane clero è in larga misura di orientamento tradizionalista e conservatore. Scegliendo J.D. Vancecome suo vice nella corsa alla Casa Bianca, Trump ha scelto un tipico esponente del conservatorismo cattolico americano. Adesso li vedremo all'opera e li giudicheremo dai fatti. Certo, l'America non è più quella di Alexis de Tocqueville, che vedeva nella fede cristiana il sostegno vitale della democrazia del Nuovo Mondo.

* Frà Martino

Chi è Fra Martino? Un parroco? Un esperto di chiesa? Uno che origlia? Uno che si diverte è basta? Che si tratti di uno pseudonimo è chiaro, così com’è chiaro che ha deciso di fare suonare le campane tutte le domeniche... Ci racconta di vescovi, preti e cardinali fin dentro ai loro più reconditi segreti. E non è una santa messa ma di sicuro una gran bella messa, Amen

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