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Cronaca
08 Novembre 2024 - 09:17
Elena Piastra
Settimo Torinese, una notte qualunque. Nessun vento impetuoso, nessuna pioggia torrenziale, solo il silenzio di una città che dorme. Eppure, in quel silenzio, accade qualcosa di surreale: un albero decide di arrendersi.
Succede in via Fantina, senza drammi, senza spettacolarità, semplicemente si adagia al suolo, come se fosse arrivato al limite. Come se, stanco di resistere in questa città del 75%, avesse scelto di fare un gesto estremo, l’ultimo.
Perché sì, anche la natura probabilmente ne ha abbastanza.
Chiamiamolo segnale, una sorta di protesta silenziosa contro un'amministrazione che, sotto la guida della sindaca Elena Piastra, sembra preoccuparsi più di partecipare alle conferenze romane o alla legge finanziaria che della semplice, vitale manutenzione del verde pubblico. Che se ne infischia dell'erba alta, dei topi, del degrado, delle strade groviera, dell'illuminazione che in alcuni quartieri non c'è..
Un albero non parla, non protesta.E stavolta è andata bene: l’albero si è steso a terra, come se avesse avuto almeno la decenza di evitare un disastro. Poteva finire peggio.
I cittadini che ci hanno inviato la foto sono preoccupati. "Poteva colpire qualcuno, distruggere un'auto" dicono puntando il dito sulle radici. "Non ne ha. Sono tutti così. Bisognerebbe toglierli. Piantumarne altri. Sono pericolosi..".
Ma forse il vero rischio è di ignorare questi segnali, di archiviare l’accaduto come un incidente isolato, senza porsi una domanda più seria: quanti altri alberi si sentono allo stremo in una città che li ha ormai dimenticati?
"Dieci giorni prima delle elezioni ho partecipato ad un incontro al Parco Lama...- ci racconta una signora - La sindaca si era presentata con pizzette e patatine in cerca di voti. Aveva fatto tante promesse. Tutte bugie!"
Settimo Torinese s'è vantata in giro per tutto lo stivale di essere un esempio di città verde, accogliente, vivibile.
E invece, sembra che persino gli alberi abbiano raggiunto il punto di non ritorno. Potremmo liquidare tutto come una casualità, certo, ma quanti incidenti "casuali" devono ancora succedere prima che l’amministrazione si renda conto che il verde pubblico è una priorità?
I cittadini non vogliono più le solite risposte di circostanza, vogliono conoscere come l'Amministrazione comunale spende gli 800 mila euro all'anno che dice di spendere per il verde pubblico con proclami di attenzione all'ambiente che poi si scontrano con una realtà fatta di alberi che crollano da soli per sfinimento.
Forse anche la natura, in fondo, è stanca di essere solo uno strumento da esibire in campagna elettorale e poi dimenticata.
Un albero che cade senza vento è un albero che sta gridando aiuto che guarda la sindaca negli occhi e le dice "ma che cavolo fai tutto il giorno? Basta stare sui social..."
I cittadini intanto osservano, si interrogano e, magari, sorridono amaramente. Si chiedono se quel crollo non sia altro che una metafora vivente, un simbolo tangibile di come la città sia, a poco a poco, in declino.
Un albero che si arrende è una notizia, certo, ma forse è anche un monito.
E la domanda è: chi sarà il prossimo a cedere sotto il peso dell'indifferenza?
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