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In quale città vivono Piastra e Cirillo?

Mentre Cirillo e il Comune celebrano a Roma la "mobilità sostenibile", a Settimo le serrande si abbassano e i commercianti ringraziano... sarcasticamente

Arnaldo Cirillo

Arnaldo Cirillo

Pare che a Settimo Torinese basti un po’ di vernice e qualche aiuola per entrare nella lista dei “progetti virtuosi” della mobilità sostenibile. Almeno secondo quanto sostiene l'Assessore alla Mobilità Arnaldo Cirillo, che è riuscito a trasformare la pedonalizzazione di via Italia in un “caso studio” da portare dritto a Roma alla conferenza stampa della Settimana Europea della Mobilità. 

Un motivo di orgoglio, almeno secondo l’Assessore alla Mobilità Arnaldo Cirillo, che non ha esitato a parlare di “riqualificazione” e “approccio partecipativo”. 

Si badi bene con foto rigorosamente scattate dall'alto o da lontano per non mostrare topi, erba alta, degrado, buche, isole ecologiche trasformate in discarica e, soprattutto serrande abbassate.

Un capolavoro urbano, a sentir lui, che non solo avrebbe restituito ai cittadini uno spazio per la socialità, ma che starebbe anche facendo da traino per l’economia locale. E qui scatta il classico dubbio: ma di quale città sta parlando l’Assessore? S'è fumato qualcosa? E soprattutto che cosa?

"Io lavoro a Roma - risponde Stefano Caliciuri Questa cosa la vengo a sapere da voi. Qui francamente nessuno ha detto nulla di questa roba. E se davvero è successa ne accadono a decine ogni settimana. Detto questo, la pedonalizzazione di Roma sta causando enormità alla viabilità . Si tratta di misure sciocche che hanno causato l'ingolfamento del traffico. Tipo: piste ciclabili dove non bisognava farne, parcheggi ad mentula canem, ecc. Ergo, se volete parlare fatelo a ragione veduta! Sono pronto in ogni momento a dimostrare quello che dico. Ma se lei, signora sindaca, prende a modello Gualtieri, anche no! Per favore! Avrebbe le pernacchie della cittadinanza intera!”.

 

Evidentemente, la conferenza romana sulla mobilità sostenibile deve essere stata un evento così esclusivo che, a parte i diretti interessati, non se n’è accorto nessuno. 

Ma Caliciuri non è l’unico a non vedere le “meraviglie” della pedonalizzazione.

Mauro Demontis, che commenta poco dopo, è piuttosto diretto: “Avete distrutto il piccolo commercio. Hanno chiuso una marea di attività e voi siete contenti del vostro progetto?”

Ecco il dilemma: mentre l’assessore si compiace del contributo alla “crescita economica” e alla “qualità della vita”, le vetrine dei negozi abbandonati raccontano una realtà che stona e non poco con quella dipinta. 

E siccome un po' di sarcasmo non guasta, Gianluca Di Bello aggiunge una critica condita: “Il loro progetto è puramente comunista”. E Di Bello se la prende anche con il cartello all'ingresso della città con su scritto “Settimo è contro la violenza di genere”, chiedendo ironicamente “di che genere si parla?”

Forse una provocazione, ma che coglie un nervo scoperto: l’apparente priorità a slogan e manifesti “d’impatto” che poco hanno a che fare con la gestione concreta dei problemi.

Va diritto al punto anche Eleonora Vito sui tanti che preferiscono fare acquisti nei centri commerciali piuttosto che in una via Italia deserta. E chi può biasimarle? “Il vasto numero di locali sfitti, specialmente nella zona pedonale, lo testimonia”, osserva Vito, dando voce al sentimento di chi abbassa le serrande. "Certo - conclude - anche i centri commerciali e il cambiamento nelle abitudini d’acquisto giocano un ruolo. Ma la pedonalizzazione, invece che frenare il declino, sembra aver messo il turbo al problema..."

Insomma l’idea di una via Italia pedonalizzata come oasi felice non trova riscontro nei fatti. Eppure, l’assessore insiste sulla “qualità della realizzazione” e sugli “arredi di qualità”, come se qualche panchina e un paio di cestini bastassero a rianimare una zona commerciale in declino. Non c’è nulla di male nel voler riqualificare un’area, ci mancherebbe. Ma fare della pedonalizzazione il fiore all’occhiello della mobilità sostenibile a Settimo mentre le attività commerciali spariscono e i cittadini si lamentano sui social, sembra quanto meno paradossale.

In questo quadro, l’espressione “approccio partecipativo” suona come una battuta di cattivo gusto. E c’è da chiedersi: questo presunto confronto con la cittadinanza e le associazioni, quando è avvenuto esattamente? A giudicare dalla reazione dei cittadini, forse qualcuno è stato escluso...

Tant'è, ma ci sa tanto che la sindaca Elena Piastra e oggi anche il fido assessore pentastellato Arnaldo Cirillo dovrebbero scendere giù dal piedistallo delle conferenze romane e ascoltare davvero cosa pensano i cittadini. Perché, a giudicare dai commenti, la situazione reale è ben diversa dai trionfali post su Facebook.

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