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La banca chiude, arriva un camper: è questo il futuro per il Canavese?

Un camper bancario per tre ore a settimana: la soluzione che non convince i cittadini che si ritrovano con servizi sempre più stringati

Feletto e la Rivoluzione del "Drive Bank": Un Nuovo Modello di Servizio Bancario

Immagine generata dall'IA

Feletto, piccolo comune del Canavese di appena duemila anime, si ritrova a fare i conti con una realtà che appare, a dir poco, paradossale. Dopo la chiusura dell’ultima filiale bancaria, il paese si è visto sottrarre anche l’unico sportello bancomat, un servizio che fino a qualche anno fa sembrava scontato. La risposta? Un camper, il “Drive Bank” di Intesa Sanpaolo, che ogni venerdì mattina si posiziona in piazza Martiri Felettesi, per fornire supporto bancario ai cittadini per sole tre ore, dalle 9 alle 12.

Questo servizio itinerante, nato come misura temporanea durante la pandemia, oggi viene spacciato come soluzione innovativa per colmare le lacune bancarie di un’intera comunità. Ma i cittadini di Feletto – così come quelli di tanti altri comuni del Canavese, costretti a spostarsi fino a Rivarolo per prelevare contanti o svolgere operazioni di base – si chiedono: è davvero sufficiente?

La beffa del “Drive Bank”

L’idea di un camper bancario può forse sembrare accattivante, perfetta per i titoli. Ma nella vita quotidiana, è una beffa. Per tre ore alla settimana, il camper permette ai cittadini di svolgere operazioni limitate, senza la possibilità di prelevare o depositare contanti. In altre parole, l’essenza del servizio bancario manca del tutto. Quale innovazione può vantare un servizio che esclude proprio ciò di cui un paese senza bancomat ha più bisogno?

I felettesi sono sul piede di guerra e a raccogliere il loro scontento è stato l'ex sindaco, Stefano Filiberto, che con il suo gruppo si è rimboccato le maniche fin dal giorno in cui il bancomat è stato portato via: "Abbiamo raccolto un quaderno di firme - racconta - saranno un migliaio. Stiamo cercando di capire a quale ufficio inoltrarle per far sentire la voce di un paese che a queste condizioni non vuole sottostare".

Tra chi ha firmato ci sono anche molte persone residenti nei paesi limitrofi: "La nostra banca, prima, il bancomat, poi, erano un punto di riferimento per tutto il territorio e quei comuni che un servizio bancario non lo avevano mai avuto o che lo avevano perduto già da molto tempo. Capitava, così, che chi veniva in paese per prendere il treno, si fermasse anche a prelevare. Chiudere tutto ha penalizzato una fetta di cittadinanza che va ben oltre i confini di Feletto".

Ripercorrendo i fatti, Filiberti accende anche un faro sulle responsabilità degli amministratori locali: "Il locale dove si trovava il banocamat, quando ero sindaco io lo avevamo concesso a titolo gratuito proprio per incentivare l'erogazione di un servizio così importante. La sindaca Maria Cristina Ferrero e la sua giunta, invece, hanno presentato al Sanpaolo un conto da 45mila euro per la locazione di quel locale. Subito dopo l'istituto bancario ha mandato la ruspa per portarsi via il bancomat".

Stefano Filiberto ex sindaco di Feletto e consigliere comunale di opposizione

La sindaca di Feletto, Maria Cristina Ferrero, ha espresso apprezzamento per questa iniziativa, ritenendola un passo avanti rispetto al nulla assoluto, ma i residenti, costretti ad adeguarsi a questa soluzione minimale, hanno un’altra visione. L’assenza di uno sportello bancomat fisso è una costante fonte di disagio, soprattutto per le fasce di popolazione meno avvezze alla tecnologia o impossibilitate a spostarsi facilmente.

Il “Drive Bank” è al momento in fase sperimentale, con una possibile proroga solo se giudicato utile e apprezzato dai cittadini. È comprensibile che la sindaca e l’amministrazione comunale cerchino di fare buon viso a cattivo gioco, ma chi abita qui sa bene che l’impatto reale è limitato. L’idea di un camper che appare per poche ore alla settimana è una toppa insufficiente su una ferita aperta che richiede ben altro.

Cristina Ferrero con gli amministratori della sua squadra

Nei giorni di mercato, la piazza si riempie, e non mancano le code di cittadini che, tra un acquisto e l’altro, tentano di approfittare dell’orario ristretto del camper bancario. Ma per molti, l’innovazione non basta. Il camper può forse risultare “promettente” come concetto, ma nei fatti non risolve le necessità concrete di chi ha bisogno di un accesso bancario continuo e affidabile.

La chiusura delle filiali bancarie non è certo un problema limitato a Feletto: in tutto il Canavese, lo smantellamento progressivo dei servizi bancari ha lasciato intere aree senza un punto di riferimento finanziario stabile. In Valchiusella, ad esempio, l’ultima filiale a Vistrorio ha chiuso nel 2021, trasformando le poste nell’unico punto di accesso a servizi finanziari per tanti piccoli centri.

Le grandi banche sembrano aver abbandonato i territori meno popolati, concentrando i servizi nelle città più grandi. Di fronte a questa situazione, molti residenti si sentono traditi, messi da parte per logiche di profitto che ignorano le vere esigenze dei piccoli centri.

È questo il futuro dei servizi bancari nei piccoli comuni?

Il “Drive Bank” solleva una domanda inquietante: il futuro dei servizi bancari nei piccoli centri passa davvero per queste soluzioni mobili e flessibili, ma fondamentalmente inconsistenti? Se questo modello dovesse prendere piede, i cittadini delle aree rurali rischiano di vedere i servizi bancari come una presenza temporanea e instabile, priva della sicurezza e della vicinanza che una banca fisica può garantire.

Le banche che una volta costruivano rapporti di fiducia con i territori ora sembrano voler risparmiare a discapito delle comunità locali. I cittadini di Feletto, come tanti altri, chiedono servizi concreti, che rispondano realmente alle loro esigenze, non innovazioni di facciata che fanno più scena che utilità.

L’amministrazione comunale di Feletto non ha ancora abbandonato l’idea di riportare un servizio bancomat fisso in paese, ma la strada sembra in salita. Fino ad allora, i residenti dovranno accontentarsi di un camper itinerante e di un futuro incerto, sperando che le banche riconsiderino il loro impegno verso i piccoli centri.

In un mondo che si digitalizza a velocità sempre maggiore, le soluzioni come il “Drive Bank” appaiono come un tentativo poco convinto di rispondere alle richieste di una popolazione che non ha mai chiesto un servizio avveniristico, ma solo un’accessibilità quotidiana, stabile e affidabile.

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