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03 Novembre 2024 - 14:52
Business dei dossieraggi
Nelle inchieste parallele sul business dei dossieraggi, emergono due nomi chiave, quelli di Gabriele Edmondo Pegoraro, 48 anni, e Daniele Rovini, 49 anni. Entrambi risultano indagati dalle procure di Torino e Milano, in una complessa rete di presunte attività illecite legate alla produzione di rapporti informativi.
Le accuse mosse dalla procura di Torino hanno già portato alla richiesta di rinvio a giudizio per Pegoraro e Rovini. L'udienza preliminare è fissata per il prossimo 23 gennaio. Questo procedimento punta i riflettori sulle attività di alcune agenzie investigative e coinvolge anche un nome di rilievo: Riccardo Ravera, ex carabiniere noto con il nome in codice ‘Arciere’, celebre per aver partecipato alla cattura del boss mafioso Totò Riina. Ravera, oggi in pensione, figura tra gli imputati.
Tra le vicende sotto esame a Torino spicca una vera e propria ‘spy story’ intorno alla Kerakoll, multinazionale di prodotti per l’edilizia con sede a Sassuolo. Secondo gli inquirenti, sarebbe stato proprio Ravera, con il suo ruolo strategico, a indicare Rovini ad Andrea Remotti, amministratore delegato della Kerakoll e anche lui indagato, per affidargli un incarico investigativo.
Un terzo nome che collega le indagini di Torino e Milano è quello di Lorenzo Di Iulio, dipendente della Skp Investigazioni, società in cui Rovini ricopre la carica di presidente del Consiglio di amministrazione. Anche per Di Iulio, la procura torinese ha richiesto il rinvio a giudizio.
Secondo gli atti dell’inchiesta milanese, Pegoraro era considerato un “collaboratore occasionale”, al quale venivano talvolta affidati incarichi. A Torino, gli si contesta la redazione di tre rapporti informativi per un'agenzia investigativa, basati, secondo l'accusa, sull’analisi di messaggi WhatsApp e email. A Milano, le ipotesi d’accusa riguardano il suo presunto coinvolgimento nello spionaggio di figure di rilievo come Giovanni Gorno Tempini (ex presidente della Fiera di Milano), e i giornalisti Giovanni Dragoni del Sole 24Ore e Giovanni Battista Pons di Repubblica, oltre a Guido Rivolta, ex responsabile delle comunicazioni istituzionali della Cassa Depositi e Prestiti, e la manager Giuliana Paoletti.
Secondo le indagini milanesi, Rovini e il suo dipendente Di Iulio avrebbero agito come “procacciatori di clienti e coesecutori di servizi illeciti”, contribuendo a stilare quattro rapporti informativi per l’organizzazione.
L’intreccio di accuse e ruoli tra investigatori privati, dirigenti aziendali e un ex carabiniere di spicco pone una serie di interrogativi sulle modalità con cui venivano condotte le indagini private e sulla trasparenza dei metodi utilizzati. In attesa dell'udienza di gennaio, il panorama resta carico di tensione e di aspettative, mentre le procure di Torino e Milano proseguono nel loro lavoro per far luce su una vicenda intricata e dai contorni sempre più inquietanti.
Procura di Torino
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