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Guerra tra famiglie Rom: la faida non risparmia nemmeno i morti

La salma di un giovane rom, morto nel 2004, è stata rimossa dalla sua famiglia e portata all'estero per paura di ritorsioni dalla famiglia rivale

Guerra tra Famiglie Rom a Torino: La Faida che Non Risparmia Nemmeno i Morti

Nel cuore di Torino, un dramma silenzioso si consuma tra le lapidi del cimitero Monumentale. Non si tratta di un racconto gotico, ma di una realtà che supera la finzione: una faida tra famiglie rom che non risparmia nemmeno i defunti. La rivalità tra i clan Sulejmanovic e Salkanovic ha raggiunto un nuovo, inquietante capitolo, coinvolgendo i morti in una guerra che sembra non avere fine.

LA SALMA SCOMPARSA: UN ATTO DI PAURA E PROTEZIONE
Il 3 novembre 2024, il cimitero Monumentale di Torino si presenta affollato, come ogni anno, per la commemorazione dei defunti. Tuttavia, tra i fiori e le preghiere, una tomba vuota al campo 7 racconta una storia di paura e disperazione. La salma di un giovane rom, morto nel 2004, è stata rimossa dalla sua famiglia e portata all'estero. Un gesto estremo, dettato dalla paura di ritorsioni da parte della famiglia rivale. Non è un caso isolato: negli ultimi quattro anni, una decina di tombe rom sono state vandalizzate, alcune addirittura bruciate. Un sacrilegio per una cultura che considera i morti sacri, ma che diventa inevitabile in un contesto di guerra tra clan.



RISSE E OMICIDI: LA FAIDA CHE SCONVOLGE TORINO
La rivalità tra i Sulejmanovic e i Salkanovic non è una novità per le cronache torinesi. Il 7 aprile scorso, una rissa violenta è scoppiata alle case popolari di via Cimarosa, nel quartiere Barriera di Milano. Un episodio che ha visto coinvolti i due clan e che ha avuto conseguenze tragiche: una giovane donna incinta, appartenente ai Salkanovic, ha perso il bambino dopo aver assistito all'aggressione del marito. La situazione è degenerata al punto che è stato necessario l'intervento del reparto mobile della polizia per riportare la calma.

UN OMICIDIO A MILANO: LA SCIA DI SANGUE CONTINUA
Il 25 aprile, la faida ha varcato i confini di Torino, raggiungendo Milano. Jhonny Sulejmanovic, un diciottenne originario di Torino, è stato ucciso a colpi di pistola nel suo furgone parcheggiato in via Varsavia. Un omicidio che ha scosso la comunità rom e che ha portato all'arresto di quattro membri del commando responsabile. Tra loro, Roberto Ahmetovic, il cognato Jagovar e Rubino Sulejmanovic, tutti coinvolti in un regolamento di conti che sembra non conoscere tregua.

IL CIMITERO COME CAMPO DI BATTAGLIA
La faida tra i due clan ha ormai superato i confini del mondo dei vivi, estendendosi ai cimiteri. Le tombe diventano bersagli, i loculi vengono distrutti o incendiati, costringendo le famiglie a portare via i corpi dei loro cari per proteggerli. Un paradosso che trasforma i luoghi di riposo eterno in campi di battaglia, dove la pace è un miraggio lontano.

UN FUTURO INCERTO: LA SPERANZA DI UNA TREGUA
La situazione a Torino è complessa e delicata. Le autorità sono chiamate a intervenire per prevenire ulteriori escalation di violenza, ma la strada verso la pace è lunga e tortuosa. La comunità rom, divisa da rivalità storiche, deve trovare un modo per superare le divisioni e costruire un futuro di convivenza pacifica. Nel frattempo, il cimitero Monumentale resta un simbolo di una guerra che non risparmia nessuno, nemmeno i morti.

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