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Torino
03 Novembre 2024 - 14:41
Nel cuore di Torino, un dramma silenzioso si consuma tra le lapidi del cimitero Monumentale. Non si tratta di un racconto gotico, ma di una realtà che supera la finzione: una faida tra famiglie rom che non risparmia nemmeno i defunti. La rivalità tra i clan Sulejmanovic e Salkanovic ha raggiunto un nuovo, inquietante capitolo, coinvolgendo i morti in una guerra che sembra non avere fine.
LA SALMA SCOMPARSA: UN ATTO DI PAURA E PROTEZIONE
Il 3 novembre 2024, il cimitero Monumentale di Torino si presenta affollato, come ogni anno, per la commemorazione dei defunti. Tuttavia, tra i fiori e le preghiere, una tomba vuota al campo 7 racconta una storia di paura e disperazione. La salma di un giovane rom, morto nel 2004, è stata rimossa dalla sua famiglia e portata all'estero. Un gesto estremo, dettato dalla paura di ritorsioni da parte della famiglia rivale. Non è un caso isolato: negli ultimi quattro anni, una decina di tombe rom sono state vandalizzate, alcune addirittura bruciate. Un sacrilegio per una cultura che considera i morti sacri, ma che diventa inevitabile in un contesto di guerra tra clan.
RISSE E OMICIDI: LA FAIDA CHE SCONVOLGE TORINO
La rivalità tra i Sulejmanovic e i Salkanovic non è una novità per le cronache torinesi. Il 7 aprile scorso, una rissa violenta è scoppiata alle case popolari di via Cimarosa, nel quartiere Barriera di Milano. Un episodio che ha visto coinvolti i due clan e che ha avuto conseguenze tragiche: una giovane donna incinta, appartenente ai Salkanovic, ha perso il bambino dopo aver assistito all'aggressione del marito. La situazione è degenerata al punto che è stato necessario l'intervento del reparto mobile della polizia per riportare la calma.
UN OMICIDIO A MILANO: LA SCIA DI SANGUE CONTINUA
Il 25 aprile, la faida ha varcato i confini di Torino, raggiungendo Milano. Jhonny Sulejmanovic, un diciottenne originario di Torino, è stato ucciso a colpi di pistola nel suo furgone parcheggiato in via Varsavia. Un omicidio che ha scosso la comunità rom e che ha portato all'arresto di quattro membri del commando responsabile. Tra loro, Roberto Ahmetovic, il cognato Jagovar e Rubino Sulejmanovic, tutti coinvolti in un regolamento di conti che sembra non conoscere tregua.
IL CIMITERO COME CAMPO DI BATTAGLIA
La faida tra i due clan ha ormai superato i confini del mondo dei vivi, estendendosi ai cimiteri. Le tombe diventano bersagli, i loculi vengono distrutti o incendiati, costringendo le famiglie a portare via i corpi dei loro cari per proteggerli. Un paradosso che trasforma i luoghi di riposo eterno in campi di battaglia, dove la pace è un miraggio lontano.
UN FUTURO INCERTO: LA SPERANZA DI UNA TREGUA
La situazione a Torino è complessa e delicata. Le autorità sono chiamate a intervenire per prevenire ulteriori escalation di violenza, ma la strada verso la pace è lunga e tortuosa. La comunità rom, divisa da rivalità storiche, deve trovare un modo per superare le divisioni e costruire un futuro di convivenza pacifica. Nel frattempo, il cimitero Monumentale resta un simbolo di una guerra che non risparmia nessuno, nemmeno i morti.
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