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Il commento
03 Novembre 2024 - 00:12
Guerra dei roses
Avete presente la “guerra dei Roses”? Il famoso film con Michael Douglas e Kathleen Turner… Sul Movicentro, quello che sta avvenendo un po' ci assomiglia: litigate in consiglio comunale, petizioni online, il sindaco che balbetta, i consiglieri comunali che abbandonano per incompatibilità, il presidente del consiglio, Luca Spitale, che va su di giri, eccetera eccetera. Uno spettacolo degno di un teatro dell’assurdo, dove l’attenzione sembra più concentrata sui giochi di potere che sui bisogni della città.
All’apparenza, una seconda puntata della battaglia “politica” degli affezionati dello Zac!, iniziata quando al governo della città c’era il centrodestra e in molti si erano messi in testa di limitare l’uso degli spazi del Movicentro, lasciando allo Zac! praticamente solo il bar. Tra i principali obiettivi di allora: togliere loro l’utilizzo dell’atrio per conferenze, musica e mercati. Seguì una battaglia politica che portò al governo della città un paio di rappresentanti dello Zac! e la certezza che, per almeno cinque anni, nessuno avrebbe più minato l’attività.
Fin qui è tutto chiaro. Quel che non si è capito è il perché continuino le polemiche ancora oggi, considerando che quelle ipotesi non sono più sul tavolo.
C’è di nuovo il centrodestra di mezzo? Macché! Ci han provato, per carità, ma in consiglio la maggioranza ci ha messo due minuti per impacchettare tutto e buonanotte ai suonatori. Ha provato a dire qualcosa, ma senza troppa convinzione, sulla scia di alcuni fatti di cronaca, anche il deputato Alessandro Giglio Vigna della Lega, ma anche in questo caso con poco seguito, considerando che il Carroccio in Consiglio non c’è più.
A far discutere, oggi, è una richiesta del consigliere comunale Massimiliano De Stefano. Chiede che una “stanzetta” del Movicentro sia tolta dal bando attraverso cui si assegneranno nuovamente gli spazi allo Zac!. Da democristiano qual è, neanche lo chiede in tono imperativo. Dice e scrive “valutiamo”. Per farne cosa? Per un presidio della Polfer o di una qualsiasi forza di polizia, sempre che ci sia una forza di polizia disponibile ad accettare.
Ironico, vero? In un edificio che potrebbe realmente essere un polo di aggregazione e cultura, ci si arrovella per dare spazio a chi potrebbe persino non volerlo!
Massimiliano De Stefano
Tant’è. E nell’attesa? Il locale resterebbe nelle disponibilità del Comune, da utilizzare come più gli piacerà.
Questo giornale si è sempre schierato con lo Zac!, ma prendere le difese di una maggioranza che, da qualche mese, le sta facendo tutte per evitare che si discuta di questa cosa, beh, proprio no, non ci sembra il caso. Una stanzetta è una stanzetta: il nulla cosmico rispetto a una struttura che di metri ne ha davvero tanti.
Non ci è piaciuto il gioco delle tre mozioni per evitare di discutere della mozione che proprio di quella stanzetta parlava, prima della delibera di giunta in cui, in fretta e furia, si son decise le linee guida del bando. Non ci è piaciuta nemmeno la denuncia della cooperativa su tutti i social, che non si è capito a chi fosse indirizzata.
Insomma, un conto è rendere merito al merito, e lo Zac! ce l’ha. Un altro paio di maniche è andare in battaglia in difesa di 3 metri per 2.
Una proposta ce l'abbiamo: da anni i gruppi consiliari, di maggioranza e di minoranza, si lamentano di non avere uno spazio a disposizione per riunirsi. Negli anni lo hanno chiesto tutti. Ecco! Nell’attesa che la Polfer dica “va bene” — e potrebbe non dirlo mai — perché non legare quella stanzetta ai gruppi consiliari, alla politica? Loro sì sarebbero un gran bel presidio.
L’invito a tutti è di ritornare con i piedi per terra…
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