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Ambiente
31 Ottobre 2024 - 17:57
Montanaro alza la voce e chiede alternative al bacino di laminazione: la Regione conferma!
Il Comitato di Difesa Ambientale di Montanaro si è espresso duramente contro il progetto del bacino di laminazione sul Rio Fossasso, presentato dalla Allara S.p.A. e recentemente sottoposto alla Valutazione di Impatto Ambientale (VIA), come stabilito dalla Regione Piemonte. In un comunicato ufficiale diffuso in questi giorni, il Comitato ha evidenziato criticità strutturali e ambientali che, a suo dire, mettono a rischio la qualità delle risorse idriche locali e la stabilità dell'ecosistema.
Più volte abbiamo parlato del tanto discusso bacino di laminazione a Montanaro. Il progetto presentato del 2022 dalla precedente amministrazione è davvero ai nastri di partenza? L'opposizione ha spesso sottolineato che la nuova Amministrazione Comunale, capitanata da Sindaco Careri, non voglia dare il via ad un progetto che è già definito. Abbiamo letto il comunicato stampa del Comitato Difesa Ambientale di Montanaro per capire come stanno davvero le cose.
Problemi di soggiacenza della falda e rischio contaminazione...
La determinazione regionale ha confermato le osservazioni avanzate dal Comitato, sollevando il problema della soggiacenza della falda esistente.
"L'attuale studio idrogeologico-idraulico," sostiene il Comitato, "non tiene conto dei benefici che alcuni interventi precedenti nella zona a nord di Montanaro potrebbero avere avuto sulla portata in arrivo."
Questa lacuna, aggiunge il Comitato, rischia di compromettere la precisione della valutazione attuale. In particolare, viene richiesto un monitoraggio dei piezometri locali per almeno un anno idrogeologico, come ha osservato la Regione, per ottenere dati significativi.
L'infiltrazione delle acque profonde è un altro aspetto critico. "La possibilità che le acque del bacino si infiltrino in profondità richiede un’analisi accurata delle fonti di contaminazione a monte del sito, come fertilizzanti, effluenti zootecnici e fitofarmaci," dichiara il Comitato, evidenziando il rischio per la falda freatica superficiale e per un pozzo idropotabile vicino, situato a meno di 200 metri dalle opere previste.
Il Comitato critica anche la mancanza di un confronto tra il progetto del bacino di laminazione e altre possibili soluzioni, come il completamento dello scolmatore di Caluso. "Non è stato prodotto uno studio comparativo che dimostri una maggiore, o almeno uguale, efficacia del bacino rispetto allo scolmatore, sia dal punto di vista del rischio idraulico che dell’impatto economico-finanziario," afferma il Comitato.
Ponchia-Careri: il dibattito entra nel vivo
Questa assenza, secondo loro, è particolarmente rilevante in una situazione dove la sicurezza idrica deve andare di pari passo con la sostenibilità economica.
L’analisi regionale mette in evidenza anche la necessità di una verifica preventiva di interesse archeologico, per evitare ritrovamenti imprevisti che potrebbero ritardare ulteriormente i lavori. Il Comitato sottolinea inoltre gli alti costi di manutenzione che il bacino richiederebbe, come l’uso di un’idrovora per lo svuotamento delle acque e la rimozione periodica dei sedimenti. "L'opera appare costosa e difficile da mantenere, con il rischio di carichi finanziari eccessivi e continui per la comunità," sostiene il Comitato.
Il Comitato propone di investire nella manutenzione della rete di scolmatori e canali già esistenti, integrando il tutto con uno studio idrogeologico aggiornato che tenga conto delle opere già realizzate a monte. Secondo i rappresentanti del Comitato, "è prioritario evitare il consumo di nuovo suolo agricolo e concentrarsi su soluzioni più integrate e meno invasive, che possano risolvere le problematiche idrauliche con minor impatto ambientale."
Con il comunicato, il Comitato di Difesa Ambientale di Montanaro continua la sua campagna per proteggere il territorio, invitando le autorità competenti a riconsiderare il progetto e ad esplorare soluzioni più efficaci e sostenibili.
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