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Funerale di Giulia Manfrini, don Enrico: "Ci ha insegnato che non possiamo sapere quanto tempo ci è concesso, ma dobbiamo scegliere come vogliamo viverlo"

Centinaia di persone ieri, venerdì 25 ottobre, si sono ritrovati a Venaria Reale per un ultimo saluto alla donna morta trafitta da un pesce in Indonesia

Giulia Manfrini

Giulia Manfrini di Venaria Reale aveva solo 36 anni

«Giulia oggi ci lascia un grande insegnamento: non possiamo sapere quanto tempo ci è concesso, ma dobbiamo scegliere come vogliamo viverlo».

Con queste toccanti parole, ieri pomeriggio, venerdì 25 ottobre, don Enrico Griffa, parroco della Chiesa di Santa Maria a Venaria Reale, ha ricordato Giulia Manfrini.

«Lei ha vissuto seguendo il suo cuore - ha aggiunto -. Oggi, dobbiamo trovare la forza di ripartire senza di lei, affrontando quell’orizzonte che Giulia contemplava dalla cima di una montagna o sull’onda che cavalcava. Ora lei sa che oltre l’orizzonte si apre l’infinito e l’eternità».

Ieri, a Venaria, centinaia di persone si sono riunite per l'ultimo commosso saluto a Giulia Manfrini, la giovane surfista di 36 anni scomparsa tragicamente la settimana scorsa in Indonesia, colpita fatalmente da un pesce aguglia mentre praticava il surf.

Il fidanzato di Giulia, Massimo Ferro, è arrivato al funerale con la tavola da surf che usava Giulia. La sua passione. 

Tra i presenti c'erano amici di una vita, coloro che con lei avevano condiviso le emozioni delle onde e delle discese sulle montagne innevate. Tutti si sono stretti attorno ai genitori, Chiara Pittarello e Giorgio Manfrini, offrendo loro conforto in un momento di dolore profondo.

All’inizio della cerimonia, proprio la mamma Chiara, tra le lacrime, ha trovato la forza di leggere una lettera scritta da una cara amica di Giulia. Le parole, cariche di amore e ricordi, sono risuonate nella chiesa: «Ho perso una compagna di vita fedele e costante, una sorella a cui tenevo profondamente... hai illuminato tutti quelli intorno a te con la tua luce, che continua a risplendere in noi che abbiamo avuto la fortuna di conoscerti». La lettera proseguiva, toccando il cuore dei presenti: «L’amore è davvero l’unica cosa che si diffonde e cresce all’infinito quando viene nutrito con saggezza e cura, e Giulia ne è un esempio perfetto».

Queste parole intense hanno sciolto i cuori, trasformando in lacrime il ricordo di quella ragazza determinata e sognatrice, che aveva lasciato la sua città per seguire le proprie ambizioni. E i suoi sogni li aveva realizzati, fondando un’agenzia di viaggi specializzata in soggiorni per appassionati di surf, per chi come lei amava l’oceano e le sfide della natura.

Dopo la cerimonia, il corpo di Giulia è stato trasferito al Tempio Hysteron di Piscina per la cremazione.

Giulia Manfrini, una grande passione per la vita

Giulia ha trovato la morte lo scorso venerdì nelle acque dell’Oceano Indiano, mentre si trovava sull’isola di Masokut, nel cuore delle isole Mentawai, in Indonesia.

Amante degli sport estremi, stava praticando surf quando è stata vittima di un tragico incidente. In un primo momento si era pensato che fosse stata uccisa da un pesce spada, ma la verità emersa nei giorni successivi ha rivelato una dinamica diversa: Giulia è stata trafitta da un’aguglia imperiale, un pesce noto per il suo becco corneo, che può raggiungere velocità elevatissime e saltare fuori dall’acqua, provocando danni letali.

Quel giorno, Giulia stava risalendo il canale, dopo aver cavalcato un’onda, e si stava intrattenendo con altre due persone. In un attimo, l’aguglia è balzata fuori dall’acqua, colpendo la giovane direttamente al petto. Le onde l’hanno trascinata verso riva mentre lei gridava disperatamente aiuto. Due surfisti presenti sulla scena hanno immediatamente cercato di soccorrerla, ma le sue condizioni erano già gravissime.

Il fidanzato di Giulia, Massimo Ferro, che si trovava poco distante, ha raccontato la dinamica dell’incidente in un’intervista rilasciata a Il Messaggero. Ferro, con voce rotta dall’emozione, ha descritto gli ultimi istanti della vita di Giulia: “Eravamo in mare, assistiti da una barca, e Giulia aveva appena surfato un’onda. Stava risalendo nel canale e chiacchierava con altre due persone accanto a lei. Io ero poco più lontano, ero appena tornato in barca. Uno di questi pesci è saltato fuori dall’acqua e le ha trafitto il petto”. Massimo, insieme ad altri presenti, ha cercato di rianimarla, ma nonostante i tentativi di soccorso, Giulia ha perso troppo sangue e non è stato possibile salvarla. “Io e gli altri siamo arrivati pochi minuti dopo, abbiamo cercato di rianimarla facendole il massaggio cardiaco. Mi sono alternato con un medico americano che, come noi, era lì per surfare”, ha aggiunto Ferro. Purtroppo, nonostante gli sforzi, Giulia non ce l’ha fatta.

I testimoni oculari, i due surfisti che si trovavano vicino a lei, hanno confermato che l’incidente è stato tanto rapido quanto letale. Uno di loro, intervistato dal Corriere della Sera, ha raccontato: “Era tutto così improvviso. Giulia stava risalendo nel canale, quando l’aguglia ha colpito. Abbiamo fatto di tutto per soccorrerla, ma non c’era più nulla da fare”.

Giulia Manfrini aveva 36 anni

La tragica scomparsa di Giulia ha scosso profondamente la comunità di Venaria Reale, dove la giovane era molto conosciuta e stimata. Giulia, nata e cresciuta nella città piemontese, era una persona solare e piena di energia, sempre pronta a lanciarsi in nuove avventure. Il sindaco Fabio Giulivi ha espresso il dolore dell’intera comunità, dichiarando: “Tutta la comunità venariese si stringe alla famiglia di Giulia.

La sua morte ci ha lasciati sconvolti e ci fa sentire impotenti davanti alla tragedia che l’ha strappata alla vita così prematuramente”.

La notizia della sua morte è arrivata a Venaria nella tarda mattinata di sabato 19 ottobre, gettando nello sconforto non solo i familiari, ma anche gli amici e i conoscenti, che ricordano Giulia come una persona piena di vita, sempre sorridente e con una grande passione per lo sport e la natura.

Giulia era laureata in giurisprudenza all’Università di Torino, ma la sua vita era stata presto conquistata dall’amore per lo snowboard e il surf. Aveva partecipato a tre edizioni delle Universiadi invernali come maestra di snowboard, ma negli ultimi anni si era dedicata soprattutto al surf, viaggiando in giro per il mondo alla ricerca delle onde perfette. Da qualche tempo si era trasferita in Portogallo, dove aveva fondato un’agenzia di viaggi specializzata in vacanze sportive. Era anche diventata una figura di riferimento nel mondo del surf, grazie alla sua presenza sui social network, dove condivideva le sue esperienze e ispirava migliaia di follower a seguire le sue avventure.

Il ricordo di Giulia, però, non si limita ai social. Il fidanzato Massimo, che l’aveva conosciuta durante un corso di snowboard nel 2018, ha condiviso sui social una delle ultime immagini di Giulia, scattata al tramonto un giorno prima della tragedia. Nella foto, Giulia sorride spensierata, con lo sguardo rivolto verso il mare. Ferro ha aggiunto una dedica struggente: “Could the last sunset be better than this? Ciao Giu”.

Il padre Giorgio, noto avvocato, ha chiesto che venga fatta piena chiarezza sulle circostanze della morte della figlia, auspicando che venga ricostruita ogni dinamica dell’incidente.

Gli amici di Giulia, nel frattempo, si sono mobilitati per ricordarla e omaggiarla: sui social, molti hanno condiviso messaggi di cordoglio e affetto, ricordando la sua vitalità e la sua capacità di ispirare chiunque la conoscesse.

La storia di Giulia Manfrini, pur segnata da una fine tragica, continua a vivere attraverso i ricordi di chi l’ha amata e conosciuta. Una giovane donna che ha saputo fare delle sue passioni uno stile di vita, dedicandosi completamente a ciò che amava di più: il surf, i viaggi e la natura.

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