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Dov’è sparito il laboratorio analisi di Ivrea? La pipì a Chivasso, il sangue a Ciriè

Il laboratorio analisi dell'ospedale di Ivrea viene smantellato e i campioni viaggiano per chilometri. Un sistema che lascia a desiderare, mentre i pazienti aspettano risposte... se arrivano.

esami sangue e esami urine

esami sangue e esami urine

Come sta messo l'ospedale di Ivrea? Ah, non c'è da preoccuparsi, tutto fila liscio come l'olio. Hanno persino portato la risonanza magnetica, un evento che molti hanno celebrato come se fosse l'inizio di una nuova era sanitaria.

"Evviva!", si sono messi a dire in giro, manco fosse stata inaugurata una clinica di lusso.

"Un successo per la sanità locale!", hanno esclamato i sindaci, già pronti a fare brindisi al direttore generale Stefano Scarpetta, in odore di riconferma (speriamo di no) e in onore dell'efficienza.

Poi ti distrai un attimo, magari guardi fuori dalla finestra, e scopri che... ops, hanno quasi smantellato il laboratorio analisi, salvo che per le esigenze dei reparti...

Eh sì, perché tenerlo funzionante quando puoi mandare le provette in giro per il Piemonte?

Le provette con il sangue? Direzione Ciriè.  Le urine? Tutte a Chivasso.

esami sangue

Un bel giro turistico, no? E non parliamo di corrieri super veloci, ma di auto che caricano tutto alle 10 di mattina e, se gli dei del traffico sono clementi, i campioni arrivano dopo circa 50 km di strade provinciali alle 11. Se tutto va bene, incidenti, semafori, qualche cantiere, permettendo.

Morale? L'orologio corre e con le lanette anche le speranze di ottenere risultati precisi entro il pomeriggio inoltrato.

Certo, poi magari ti danno una risposta, ma chi ti garantisce che gli esiti siano perfetti dopo tutto questo tragitto e questo tempo perso? Nessuno, ovviamente.

Alle lamentele dei cittadini e dei medici, che ormai si diffondono come il tam-tam in città, cosa risponde l'Asl?

Che è una questione di risparmi. Ma porca paletta, proprio su questo si deve risparmiare? M

Un medico ci racconta, giusto per farci capire il livello di assurdità raggiunto: "L'altro giorno avevo davanti un paziente che a mio avviso stava per andare in coma. Confusione e agitazione Difficoltà a rispondere a stimoli esterni. Perdita di capacità motorie o discorsive. Diminuzione della reattività agli stimoli dolorosi. Respiro anomalo o irregolare. Insomma: grave. Telefono in ospedale, e mi dicono che per il pomeriggio, se va bene, avrei avuto solo i risultati ufficiosi dell'emocromo...".

Cose da non credere. Il termine tecnico per definire questa situazione? "Carne di porco", come direbbe qualcuno con una certa saggezza popolare.

E la vera ciliegina sulla torta? L'utenza dell'ospedale di Ivrea non è di quelle piccoline.

Parliamo di 180 mila persone, senza contare la bassa Valle d'Aosta, che guarda caso dipende proprio da qui per i servizi sanitari. Eppure, il degrado continua, come se si volesse far finta di nulla.

Ma il dubbio che serpeggia è un altro: che tutto questo bailamme stia succedendo per fare un favore a qualcuno.

Un nome? Antonio Alfano, direttore della struttura complessa, che guarda caso è proprio di Ciriè.

Coincidenze? Ma certo, come sempre.

C'è da aggiungere un pezzettino ed è una tirata d'orecchie al primo cittadino di Ivrea Matteo Chiantore. Come presidente della conferenza dei sindaci dell'Asl To4 dovrebbe raccogliere, tra un'assemblea e l'altra, tutti i problemi sollevati dal territorio per poi metterli all'ordine del giorno. Non lo fa!

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