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Sanità
25 Ottobre 2024 - 12:17
Un neonato di soli 40 giorni ha ritrovato la speranza di una vita piena, grazie a un intervento chirurgico rivoluzionario che gli ha evitato la cecità. All’ospedale Molinette di Torino, una delle eccellenze sanitarie italiane, si è compiuto un miracolo medico: il primo intervento al mondo che ha permesso di salvare la vista di un bimbo affetto da una rara patologia oculare. L’operazione, complessa e delicata, ha coinvolto entrambe le parti dell’occhio – anteriore e posteriore – utilizzando una tecnologia 3D di ultima generazione, aprendo nuove prospettive per la cura di patologie finora considerate non trattabili in neonati così piccoli.
La storia di questo intervento straordinario inizia pochi giorni dopo la nascita del bambino, quando un riflesso anomalo, un bagliore bianco nella pupilla noto come leucocoria, ha subito allertato l’équipe medica della Neonatologia dell’ospedale Sant’Anna di Torino, guidata dalla dottoressa Caterina Carbonara. A una prima occhiata, il bambino sembrava in perfetta salute, ma i medici hanno immediatamente compreso che quel riflesso poteva nascondere una condizione grave. E avevano ragione.
Dopo attente valutazioni, il piccolo è stato diagnosticato con una cataratta congenita, una malattia oculare che, se non trattata, porta a una progressiva perdita della vista. Ma la situazione era ancora più complessa. Il bambino, infatti, soffriva anche di una malformazione della parte posteriore dell’occhio, una condizione estremamente rara, causata da uno sviluppo incompleto dell'anatomia oculare. Questo rendeva l'intervento chirurgico non solo necessario, ma anche estremamente urgente. Il tempo era essenziale: se l’operazione non fosse stata effettuata entro poche settimane, il bambino avrebbe perso per sempre la possibilità di vedere.
L'intervento, programmato al millimetro e realizzato in modo impeccabile dall’équipe del professor Michele Reibaldi, Direttore dell’Oculistica universitaria delle Molinette, è stato eseguito al momento giusto. Il bambino non poteva essere operato troppo presto, per evitare ulteriori complicazioni, ma nemmeno troppo tardi, poiché oltre le 6-7 settimane di vita, la vista non si sarebbe più sviluppata correttamente anche con un intervento successivo. Dopo un’attenta pianificazione, è stato scelto il momento ideale per agire, permettendo così di garantire il miglior recupero possibile.
Ciò che ha reso questo intervento ancora più innovativo è l’utilizzo della tecnologia 3D. Grazie a un sofisticato sistema di visualizzazione tridimensionale, i chirurghi hanno potuto vedere in modo estremamente dettagliato la struttura dell’occhio del neonato, un organo minuscolo e delicato, permettendo loro di operare con una precisione mai vista prima. Questo sistema ha dato loro una percezione della profondità molto più accurata rispetto ai tradizionali microscopi chirurgici, riducendo drasticamente il rischio di complicanze.
L'operazione, della durata di diverse ore, ha coinvolto anche un team di specialisti in anestesia pediatrica. L'eccellenza medica delle Molinette si è espressa nella collaborazione tra diverse équipe: quella di Anestesia e Rianimazione dell’ospedale Molinette, diretta dal dottor Roberto Balagna, e quella dell'Anestesia e Rianimazione pediatrica dell’ospedale Infantile Regina Margherita, guidata dal dottor Ferdinando Gagliardi. Un lavoro di squadra che ha garantito la massima sicurezza per il piccolo paziente.
Il post-operatorio sarà lungo e delicato. Il neonato dovrà essere sottoposto a rigorosi controlli per monitorare la risposta dell’occhio all’intervento e valutare l’evoluzione della capacità visiva. Ma le speranze sono alte. I medici sono fiduciosi che il bambino potrà sviluppare una vista funzionale e, un giorno, riuscire a vedere e a scoprire il mondo che lo circonda.
Le parole del professor Michele Reibaldi, che ha guidato l’équipe chirurgica, risuonano con emozione: “Operare un occhio così piccolo è una sfida incredibile, ma grazie alle tecnologie a nostra disposizione siamo riusciti a dare a questo bambino una possibilità reale di vedere. Ogni gesto in sala operatoria ha dovuto essere calibrato con la massima attenzione. Questo intervento rappresenta un passo in avanti straordinario per la medicina oculistica”.
Anche le istituzioni hanno sottolineato l'importanza di questo traguardo.
“La rapidità con cui i nostri medici hanno agito e l'innovazione che hanno messo in campo sono state determinanti per salvare la vista di questo neonato. Abbiamo assistito a una straordinaria dimostrazione di competenza e di eccellenza sanitaria” ha subito commentato l'Assessore alla Sanità della Regione Piemonte Federico Riboldi
Giovanni La Valle, Direttore generale della Città della Salute di Torino aggiunge: “Questo intervento dimostra quanto sia fondamentale investire nella tecnologia e nella ricerca. Grazie a queste risorse, siamo riusciti a dare una nuova speranza a una famiglia che stava per perdere la gioia di vedere il proprio figlio crescere con la vista”.
Ora, il neonato ha di fronte a sé un futuro che sembrava compromesso, ma che, grazie alla dedizione e alla competenza dei medici della Città della Salute di Torino, è tornato a brillare di luce e speranza.
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