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Parco dei Cinque Laghi: la destra piemontese gioca a “Votiamo e cancelliamo”!

Francesco Giglio, segretario del PD di Ivrea, affonda: "Dalle false promesse alle false leggi, la destra si supera! Un teatrino che fa ridere, se non ci fosse da piangere."

Francesco Giglio e Giorgia Meloni

Francesco Giglio e Giorgia Meloni

L'ultimo capolavoro della destra piemontese? Prima votano una legge, poi si affrettano a cancellarla. Dito puntato sul Parco Naturale dei Cinque Laghi. E a prendere la parola è Francesco Giglio, segretario del PD di Ivrea. Figuriamoci se, con tutto l'armamentario di prove ufficiali e "stronzate" a disposizione, si perdeva l'occasione di affondare la lama.

“Dalle false promesse alle false leggi: la destra in Piemonte si supera!” esordisce senza mezzi termini, e il messaggio arriva forte e chiaro.

Facile, per Giglio, il paragone con la farsa della benzina di Giorgia Meloni. “… le accise devono essere abolite!”, ci aveva detto. E poi? “Una delle cose più tristemente comiche mai viste. Sapeva bene, la futura premier, che quella promessa non sarebbe mai diventata realtà...”

Roba da dilettanti rispetto a quello che è andato in scena in Consiglio Regionale.

Ad aprile 2024, in pieno clima pre-elettorale, il centrodestra si sbraccia per votare l’istituzione del Parco dei Cinque Laghi. E qualche mese dopo, ecco che Paolo Ruzzola di Forza Italia tira fuori una nuova proposta di legge per cancellare tutto.

“A criticare la mossa - alza il tiro Giglio - è addirittura intervenuto un ex coordinatore di Forza Italia a Ivrea, Vincenzo Ceratti, che ha ricordato come il partito fosse favorevole al Parco. Ci sarebbe da ridere se non ci fosse da piangere”.

Per comprendere appieno l’assurdità della situazione, bisogna tornare indietro di oltre 40 anni, quando l’idea del Parco dei Cinque Laghi ha iniziato a prendere forma. Dopo un lungo iter fatto di tavoli, riunioni e compromessi, la scorsa primavera sembrava che finalmente il progetto fosse sul punto di decollare. Un percorso tortuoso, ma che aveva visto la partecipazione di amministrazioni locali, associazioni di categoria, ambientalisti e cittadini, in un delicato gioco di equilibri.

Il PD di Ivrea, intanto, non se ne è stato a guardare. Ha promosso un sondaggio tra i cittadini, e i numeri non mentono: la gente ci crede, e parecchio.

“Ci aspettavamo di metterci all’opera per rendere concreta l’istituzione del parco tramite la creazione dell’ente di gestione e il coinvolgimento delle parti coinvolte, a partire dalle associazioni di categoria e dagli abitanti delle zone interessate”, dice Giglio, con un tono che sa tanto di occasione sprecata.

Anche i sindaci dei cinque comuni coinvolti non sono rimasti a guardare: hanno inviato una lettera al presidente della Regione, Alberto Cirio, un appello che sa di ultima spiaggia: “Comprendiamo e rispettiamo le diverse posizioni che possono emergere in un contesto democratico, tuttavia, riteniamo fondamentale trovare un terreno comune che consenta di custodire e valorizzare il nostro patrimonio naturale, evitando di vanificare quanto già intrapreso. Pertanto, vi chiediamo di considerare l'apertura a un dialogo costruttivo con tutte le parti coinvolte, per elaborare una proposta ragionevole che possa rispondere alle preoccupazioni espresse da Coldiretti e da altri gruppi, senza compromettere la legge istitutiva del Parco.”

Giglio, dal canto suo, promette battaglia: “Noi come Partito Democratico faremo di tutto per portare avanti il progetto”. Insomma, il PD di Ivrea non sembra intenzionato a farsi mettere all’angolo dalle giravolte del centrodestra.

Resta da vedere se questo ennesimo colpo di scena finirà in un dialogo o nell’ennesimo rinvio.

Ma una cosa è certa: in Regione, lo spettacolo continua.

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