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Un biglietto per salire al Colle del Nivolet in auto?

Al vaglio l'ipotesi di un "pedaggio ambientale" per la stagione 2025

Colle del Nivolet

Favorevoli o contrari al pedaggio ambientale al Colle del Nivolet?

Si potrebbe presto istituire un “pedaggio ambientale” per chi desidera salire al Colle del Nivolet con il proprio mezzo motorizzato. Una soluzione che già funziona altrove, come alle Tre Cime di Lavaredo tra Veneto e Trentino, e che ora potrebbe essere adottata anche per il Gran Paradiso, al fine di proteggere l'ambiente alpino e regolamentare il traffico verso una delle aree naturali più preziose del Piemonte.

Il progetto di mobilità sostenibile "A piedi tra le nuvole", che per quasi vent'anni ha chiuso la strada provinciale 50 nelle domeniche estive, potrebbe infatti essere definitivamente archiviato. Il blocco dell’iniziativa durante l'estate appena trascorsa, deciso dall'Ente Parco Gran Paradiso, potrebbe aver aperto la strada a una rivoluzione nella gestione dei flussi turistici, proprio come preannunciato qualche mese fa dal direttore del Parco, Bruno Bassano.

La svolta potrebbe passare, dunque, anche dall'idea di un pedaggio per chi sale con il proprio veicolo, contribuendo economicamente alla tutela di questo paradiso naturale. Si tratterebbe di un passo avanti verso una regolamentazione più rigida e coerente del traffico, evitando che il Colle venga preso d’assalto dai visitatori, come conferma il presidente del Parco, Mauro Durbano: «Per la prima volta in vent'anni, con la riapertura domenicale, abbiamo raccolto dati scientifici che presenteremo presto nel dettaglio. Stiamo lavorando a una proposta di regolamentazione del traffico, che sarà valida per tutti i giorni d'estate, non solo per le domeniche e i festivi».

Negli ultimi due decenni, il progetto "A piedi tra le nuvole" ha visto la chiusura della strada provinciale 50 nelle domeniche estive, dalla diga del Serrù fino ai 2.640 metri del Colle del Nivolet, per permettere ai visitatori di godere della montagna senza l'inquinamento e il traffico delle auto. Tuttavia, il cambiamento climatico e l’aumento del numero di turisti hanno reso necessario un ripensamento della gestione dell’area, portando alla riflessione attuale.

Jacopo Suppo, vicesindaco della Città Metropolitana di Torino, proprietaria della strada, auspica che l’anno di stop del progetto porti a una collaborazione più stretta tra il Parco, il Comune di Ceresole Reale e la Città Metropolitana. «Dopo questa pausa, speriamo che si possa tornare a fare sistema per salvaguardare, almeno nei giorni festivi di luglio e agosto, un patrimonio naturale di grande valore», sottolinea Suppo, facendo riferimento alle ingenti risorse impiegate dall’ente per la manutenzione e tutela dell’infrastruttura.

Il Parco del Gran Paradiso

La Città Metropolitana, dal canto suo, ribadisce l’importanza di proporre alternative alla mobilità privata, soprattutto in montagna, dove la protezione dell’ambiente è prioritaria. «Siamo aperti a un confronto per definire nuove modalità di regolamentazione per l’estate 2025, mantenendo come priorità la tutela dell'ambiente alpino e la sicurezza della circolazione», affermano i rappresentanti dell’ex provincia, sottolineando che la sicurezza e la sostenibilità devono essere al centro della discussione.

Il confronto tra il Parco, i Comuni di Ceresole Reale e Valsavarenche, e la Città Metropolitana è previsto, ma l'Ente Parco non sembra intenzionato a tornare indietro. «Apprezziamo la disponibilità al dialogo», conferma Mauro Durbano, «ma non significa che torneremo al passato. Al contrario, questa sarà l'occasione per proporre qualcosa di nuovo, come l'introduzione di un pedaggio ambientale».

Il pedaggio, oltre a contribuire economicamente alla gestione e manutenzione dell'area, potrebbe prevedere anche l’istituzione di parcheggi a pagamento e l’introduzione di un numero chiuso per limitare l’accesso dei veicoli. Questo permetterebbe di evitare le scene caotiche che si verificano durante i weekend estivi, con auto parcheggiate in modo selvaggio e folle di turisti che rischiano di danneggiare l'ambiente delicato del Nivolet.

Nel frattempo, la provinciale 50 ha già chiuso per l’inverno, a partire dal 15 ottobre, e rimarrà inaccessibile fino al 15 maggio dell’anno prossimo, neve permettendo. Questo offre alle istituzioni più di sei mesi di tempo per trovare una soluzione definitiva in vista della prossima estate. Soluzione che dovrà tenere conto non solo della tutela ambientale, ma anche delle esigenze dei turisti e della comunità locale, che da sempre vede nel Colle del Nivolet un’importante risorsa economica e naturale.

Se il progetto di mobilità sostenibile "A piedi tra le nuvole" rappresentava un primo passo verso una fruizione più consapevole della montagna, l’istituzione di un pedaggio ambientale potrebbe segnare una svolta decisiva. Tuttavia, la sfida sarà quella di bilanciare le esigenze economiche e turistiche con la necessità di preservare l'integrità dell'ambiente. Le risorse naturali, infatti, non sono infinite, e gestire in modo sostenibile l’afflusso di visitatori sarà cruciale per garantire che il Colle del Nivolet possa continuare a essere una meta turistica senza compromettere la sua bellezza selvaggia.

Non resta che attendere i prossimi mesi per vedere quale direzione prenderà questa svolta green. Quel che è certo è che il Parco del Gran Paradiso ha intenzione di agire con decisione per proteggere il suo patrimonio naturale, introducendo regole che possano garantire la sostenibilità del turismo e della mobilità. Il pedaggio ambientale, insieme a misure di controllo più rigide, potrebbe essere la chiave per preservare il Colle del Nivolet per le generazioni future, mantenendo al contempo viva l'economia turistica della zona.

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