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Due anni di carcere al medico No Vax di Borgaro: firmava certificati falsi per l'esenzione dai vaccini

Giuseppe Delicati ha patteggiato la pena, ma dovrà affrontare un nuovo processo a Ivrea

Il medico Giuseppe Delicati

Il medico Giuseppe Delicati

Giuseppe Delicati, noto medico di Borgaro Torinese, ha patteggiato oggi una pena di due anni di reclusione con la condizionale presso il tribunale di Torino. La vicenda che lo ha portato davanti ai giudici riguarda l'accusa di aver firmato una serie di certificati medici falsi, che esentavano i suoi pazienti dalla vaccinazione anti-Covid durante la fase più acuta della pandemia. All'esterno dell'aula, una decina di suoi sostenitori si sono radunati, esponendo un cartello con la scritta “Delicati innocente – piena assoluzione”. Nonostante il clamore mediatico e il supporto di alcuni, il medico ha scelto di patteggiare la pena, ammettendo le accuse mosse nei suoi confronti, ma evitando così un processo lungo e potenzialmente più doloroso.

Le accuse e il patteggiamento

Delicati era finito sotto inchiesta nel settembre del 2021, quando la procura di Torino aveva iniziato a indagare sulla validità dei certificati medici che rilasciava. Il medico aveva firmato circa settanta certificati, spesso destinati a persone che non erano suoi pazienti abituali, con l’obiettivo di esentarle dalla vaccinazione obbligatoria anti-Covid. Le indagini, condotte dai carabinieri e supportate da una serie di reportage investigativi della trasmissione televisiva "Le Iene", hanno rivelato che molti di questi certificati erano infondati e rilasciati senza una reale visita medica.

Durante l'udienza di giugno, Delicati aveva chiesto di patteggiare una pena di un anno e undici mesi, ma la proposta è stata riformulata fino all’accordo odierno, che lo ha visto patteggiare due anni di carcere. La procura di Torino ha accettato la richiesta di patteggiamento, ritenendo congrua la pena proposta, e il tribunale ha confermato la decisione, sospendendo l’esecuzione della pena grazie alla condizionale.

Un procedimento ancora aperto a Ivrea

Nonostante la conclusione di questo procedimento, Delicati dovrà affrontare un nuovo processo per accuse analoghe mosse dall'autorità giudiziaria di Ivrea. Questo secondo filone di indagini riguarda episodi simili a quelli verificatisi a Torino, con il medico accusato nuovamente di aver rilasciato certificati falsi per esenzioni vaccinali.

Un caso mediatico e giudiziario che scuote il sistema sanitario

La figura di Giuseppe Delicati è diventata nota per la sua presa di posizione pubblica contro la campagna vaccinale. Durante il periodo pandemico, Delicati era uno dei medici più noti tra i cosiddetti No Vax, posizioni che lo avevano portato a scontrarsi con le autorità sanitarie. Le sue azioni sono state oggetto di un intenso interesse mediatico, culminato nella copertura del caso da parte del programma televisivo "Le Iene". La trasmissione aveva infatti documentato come il medico rilasciasse esenzioni senza un’adeguata valutazione medica, esponendo così i pazienti, e il pubblico, a un rischio maggiore di contrarre il virus.

Le conseguenze per i pazienti e il sistema sanitario

La vicenda di Delicati non ha colpito soltanto la sua figura professionale, ma ha coinvolto anche un vasto numero di individui che avevano ottenuto i certificati di esenzione. In totale, 82 persone, tra cui operatori sanitari, insegnanti e membri delle forze dell’ordine, sono state accusate di concorso in falso e rischiano a loro volta il processo. La procura ha chiesto il rinvio a giudizio per tutti, sollevando interrogativi sulle falle nel sistema di controllo dei certificati di esenzione vaccinale.

Questi certificati falsi, distribuiti in ambienti sensibili come scuole e ospedali, hanno creato preoccupazioni per la salute pubblica. Gli investigatori hanno sottolineato che la diffusione di esenzioni ingiustificate ha contribuito alla propagazione del virus in comunità che, durante la pandemia, avrebbero dovuto essere protette.

La difesa di Delicati

L’avvocato Gianluca Visca, che ha difeso Delicati, ha dichiarato che il medico ha sempre agito nell’interesse dei suoi pazienti, pur riconoscendo di aver commesso delle “leggerezze”. Delicati, infatti, ha affermato di aver rilasciato i certificati basandosi sulle informazioni fornite dagli stessi pazienti, e di aver compiuto regolarmente le visite mediche. Tuttavia, per evitare un processo lungo e l'incertezza del verdetto, ha scelto la via del patteggiamento, accettando così la sua colpevolezza.

Una pesante ipotesi di omicidio colposo, legata al decesso di uno dei suoi pazienti, è stata stralciata durante le indagini e successivamente archiviata, lasciando come unica accusa quella di falsificazione dei certificati medici. Questa decisione è stata accolta con sollievo dalla difesa, che si era concentrata sull'attenuare l'impatto delle accuse residue.

Il ritiro anticipato e la chiusura della carriera

Dopo la tempesta giudiziaria e mediatica, Giuseppe Delicati ha deciso di chiudere con la professione medica. Il medico ha optato per la pensione anticipata, chiudendo lo studio di Borgaro, nel tentativo di lasciarsi alle spalle questa vicenda. Le sue dichiarazioni, in cui ha espresso il desiderio di voltare pagina, fanno emergere un quadro di una persona che, dopo essere stata al centro di uno dei casi più discussi della pandemia, cerca ora di ricostruire la propria vita lontano dai riflettori.

Un caso simbolo delle tensioni pandemiche

Il caso di Giuseppe Delicati rappresenta uno degli episodi più significativi delle tensioni legate alla gestione della pandemia. Le sue azioni, e quelle dei suoi pazienti, hanno sollevato preoccupazioni profonde sulla fiducia nel sistema sanitario e sull’adesione alle norme vaccinali durante un periodo di crisi senza precedenti. Con la conclusione del processo, rimangono però aperti molti interrogativi sul futuro della sanità italiana, e sul rischio che episodi simili possano ripetersi.

Per ora, il patteggiamento chiude un capitolo di questa complessa vicenda, ma l’attenzione rimane alta, in attesa del procedimento che Delicati dovrà affrontare a Ivrea.

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