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Tragedie

Artigiano di 80 anni travolto da una cartella esattoriale da 485.000 euro: "È un incubo"

Franco Padellaro e la sua famiglia, dopo aver chiuso l’azienda 20 anni fa, si trovano a dover affrontare una pesante richiesta dall'Agenzia delle Entrate. "Non riusciamo più a dormire."

Francesco (Franco) Padellaro

Francesco (Franco) Padellaro

Francesco "Franco" Padellaro, 80 anni, ha dedicato la sua vita al lavoro come artigiano. Oggi, a sorpresa, si trova a fronteggiare una cartella esattoriale da oltre 485.000 euro legata alla sua azienda, chiusa ormai dal 2004. "Com'è possibile ricevere una sanzione del genere dopo tutto questo tempo?" si domanda incredulo.

L’azienda, avviata nel 1971 a Cirié insieme alla moglie e alla figlia, si occupava di assemblaggio di componenti elettrici per automobili, e negli anni aveva raggiunto otto dipendenti.

"Eravamo una piccola impresa familiare," ricorda Franco.

"Mio figlio Davide, all'epoca, era ancora all'università e non aveva nulla a che fare con l’azienda.

"Purtroppo, come molte altre realtà del settore, l'impresa ha chiuso i battenti nel 2004, quando le commesse iniziarono a spostarsi all'estero o, peggio, a svanire. "Non c'era più lavoro, siamo stati costretti a chiudere."

Dopo la chiusura, la famiglia Padellaro vendette la casa di San Francesco al Campo per pagare i dipendenti e si trasferì in affitto a Robassomero, dove vivono ancora oggi.

"Abbiamo liquidato i lavoratori, saldato i fornitori, credevamo di essere a posto," spiega Franco.

"Con le nostre pensioni modeste siamo andati avanti, ma ora ci ritroviamo con questo fardello."

Le cartelle esattoriali si riferiscono a debiti accumulati tra la fine degli anni '90 e i primi 2000. "Non riesco a dormire la notte," confessa Franco, visibilmente provato. La situazione è precipitata quando l’Agenzia delle Entrate ha iniziato a bloccare i conti correnti della famiglia.

"Si sono presi 700 euro dal conto di mio figlio Davide, che è disoccupato. Aveva solo una co-intestazione sul nostro conto quando era giovane."

Anche la moglie Marisa ha ricevuto una raccomandata: "Unicredit ha bloccato il nostro conto cointestato," spiega, preoccupata. "Ormai siamo anziani, cosa possono portarci via? Abbiamo solo vecchi mobili e una macchina di quindici anni."

La loro maggiore paura è per i figli, che ancora vivono con loro e rischiano di pagare le conseguenze di questa vicenda, nonostante non abbiano mai avuto un ruolo nell'azienda.

disperazione

Domani, venerdì 11 ottobre, Franco e la sua famiglia incontreranno finalmente l’Agenzia delle Entrate per cercare spiegazioni. "Abbiamo chiesto aiuto alla CNA, che si occupava della contabilità, ma finora non abbiamo ricevuto risposte. Speriamo che ci sia un errore, ma non riesco a essere tranquillo," racconta Franco, stremato. "La notte non riusciamo più a dormire."

Mentre attendono chiarimenti, l'angoscia della famiglia Padellaro cresce. Sperano che l’incontro di domani possa finalmente portare qualche risposta e risolvere questa vicenda che, dopo vent’anni, minaccia di travolgerli.

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