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Agricoltura
03 Ottobre 2024 - 18:57
Montagna di Letame (foto d'archivio)
Coldiretti Piemonte ha alzato la voce durante l'audizione della V Commissione del Consiglio Regionale, in cui si è discusso il Piano della qualità dell’aria, già approvato dalla Giunta regionale precedente. Tra i punti più controversi, l’obbligo per le aziende zootecniche di coprire strutturalmente le vasche di letame entro il 31 dicembre 2025. Bruno Mecca Cici, vicepresidente di Coldiretti Piemonte con delega alla zootecnia, ha espresso con fermezza la posizione dell’organizzazione: «Il Piano stralcio contiene misure totalmente inattuabili e utili solo a creare conflitti sociali ed ecomostri nelle nostre campagne. Queste misure, se confermate, avrebbero il solo effetto di distruggere il comparto zootecnico piemontese, uno dei più importanti d’Europa e vanto dell’eccellenza agroalimentare e gastronomica italiana. Se è questo che si vuole, si abbia il coraggio di dirlo a viso aperto a tutti gli agricoltori piemontesi».
Bruno Mecca Cici, vicepresidente di Coldiretti Piemonte
Le misure, secondo Coldiretti, avrebbero un impatto devastante sugli allevatori, già provati da crisi sanitarie come la Peste Suina Africana e l’epidemia di Lingua Blu. «È inaccettabile obbligare a investimenti così ingenti gli allevamenti piemontesi in un momento di grande difficoltà», hanno dichiarato congiuntamente la presidente regionale Cristina Brizzolari e il delegato confederale Bruno Rivarossa. «Assurdo tecnicamente ed economicamente pensare che entro un anno 9.000 aziende che allevano bovini e suini spendano cifre in grado di metterle in ginocchio per costruire strutture coperte. Questo mentre la ricerca scientifica si sta orientando verso soluzioni meno costose e più efficaci per abbattere l’ammoniaca dai depositi di effluenti».
Secondo Coldiretti, le norme introdotte non fanno altro che alimentare la percezione sbagliata che l’agricoltura sia la principale causa dell’inquinamento dell’aria, quando, in realtà, il letame è fondamentale per sostituire i concimi chimici. «Vogliamo ricordare che i nostri campi e prati, ricchi di biodiversità e pascolo per bovini e insetti impollinatori, esistono grazie al letame», ha aggiunto Mecca Cici.
Un altro tema discusso riguarda l’abbruciamento dei residui colturali nei castagneti, per il quale Coldiretti propone un compromesso. «Stiamo parlando di aree dove l’abbruciamento controllato è anche un atto di prevenzione degli incendi e che serve a distruggere i parassiti presenti nei residui. Sugli abbruciamenti, proponiamo di autorizzarli nelle giornate in cui non ci sono restrizioni per la qualità dell’aria», ha spiegato Mecca Cici. Coldiretti propone un sistema “a semaforo” gestito dall’Arpa per regolamentare le giornate di abbruciamento, un sistema già promesso dalla Regione, ma mai attuato.
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