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02 Ottobre 2024 - 06:00
Il Comune mette in vendita la scuola elementare: base d'asta 105.000 euro
Il Comune di Caluso ha annunciato la messa in vendita di un importante immobile di sua proprietà situato in Via Montenero n. 3, nella frazione di Rodallo. Si tratta di un fabbricato storico, risalente alla fine dell’Ottocento, che fino al 1985 ha ospitato la scuola elementare della frazione. La base d’asta per l’acquisizione della struttura è fissata a 105.000 euro, con la scadenza per la presentazione delle offerte che è prevista per le ore 12:00 dell'8 novembre 2024. Gli interessati potranno trovare i documenti e le specifiche dell’asta direttamente sul sito web del Comune di Caluso.
L'immobile, inserito in un contesto residenziale, gode di un’area pertinenziale che lo rende interessante per coloro che desiderano investire in una proprietà con un passato storico, ma anche con del potenziale per il futuro. Tuttavia, la vendita di questo edificio solleva inevitabilmente una serie di riflessioni sull'alienazione dei beni pubblici e il loro utilizzo futuro.
L’immobile di Via Montenero non è solo una vecchia scuola abbandonata: è parte della memoria storica della frazione di Rodallo. Per quasi un secolo, ha visto generazioni di bambini sedersi sui banchi di scuola, e ancora oggi conserva quel fascino nostalgico che solo gli edifici d'epoca possono trasmettere.
La sua costruzione risale infatti alla fine del XIX secolo, un periodo in cui l'Italia, da poco unificata, stava investendo nelle strutture educative e culturali come simbolo di progresso e sviluppo.
Un importante immobile di sua proprietà situato in Via Montenero n. 3.
Dal 1985, anno in cui ha cessato di ospitare la scuola elementare, l'edificio è rimasto inutilizzato, diventando progressivamente una sorta di “vuoto” urbano, in attesa di una nuova destinazione.
Ora, con la decisione del Comune di alienare questo patrimonio, si apre la possibilità che la struttura torni a nuova vita, magari trasformata in una residenza privata o in un'altra funzione compatibile con la destinazione d'uso residenziale prevista dal piano regolatore.
La scelta di mettere all’asta l’immobile rispecchia una prassi sempre più diffusa nelle amministrazioni locali italiane: la vendita dei beni pubblici inutilizzati per fare cassa e destinare le risorse a progetti più urgenti o strategici. L’asta pubblica è uno strumento che garantisce trasparenza e offre a chiunque, in linea teorica, la possibilità di partecipare.
Il meccanismo dell’asta prevede che le offerte vengano presentate entro una data stabilita (in questo caso l’8 novembre 2024), partendo da una base d’asta definita (105.000 euro). Se ci saranno più offerenti, l’immobile sarà aggiudicato al miglior offerente.
Ex scuola messa all'asta.
Ma la vendita di beni pubblici, pur rappresentando un’opportunità per i privati, spesso solleva interrogativi su come le amministrazioni gestiscono il patrimonio pubblico. È giusto vendere edifici di tale valore storico e culturale? Quale sarà il destino di questi beni una volta finiti nelle mani dei privati? E, soprattutto, il Comune ha davvero valutato tutte le possibili alternative prima di procedere alla vendita?
Sono domande che molti cittadini si pongono ogni volta che un ente pubblico decide di alienare parte del proprio patrimonio. Se da un lato è vero che i bilanci comunali sono spesso sotto pressione e la vendita di un immobile non più utilizzato può sembrare una soluzione rapida e pratica, dall’altro lato è necessario chiedersi se il valore economico di questi beni sia l’unico aspetto da considerare. Questi edifici rappresentano anche una parte dell'identità collettiva e della storia di una comunità.
La vendita di beni immobiliari pubblici tramite aste è un fenomeno che negli ultimi anni ha preso sempre più piede in Italia. Si tratta di una strategia adottata da molte amministrazioni per ridurre il debito pubblico o finanziare nuovi investimenti. Gli immobili oggetto di vendita sono spesso vecchi edifici scolastici, caserme, stazioni ferroviarie dismesse o altri fabbricati non più utilizzati per le funzioni originarie.
Secondo i dati del Ministero dell’Economia e delle Finanze, il patrimonio immobiliare pubblico italiano ammonta a decine di miliardi di euro, con migliaia di edifici inutilizzati o sottoutilizzati. Per questo motivo, negli ultimi anni si sono moltiplicati i bandi pubblici per la vendita o la concessione di questi beni, con risultati altalenanti.
Se in alcune città queste operazioni hanno permesso di rigenerare aree dismesse, in altre occasioni la vendita dei beni pubblici ha suscitato critiche e perplessità da parte dei cittadini e degli esperti di urbanistica.
Cosa ne sarà dell’ex scuola elementare di Rodallo? Sarà trasformata in una residenza di lusso, in un edificio polifunzionale o rimarrà un pezzo di storia che lentamente si sgretola? Solo il tempo e l’esito dell’asta lo diranno. Ma una cosa è certa: con la vendita di questo immobile, si chiude un capitolo della storia locale e se ne apre un altro, il cui sviluppo dipenderà dalle scelte dei nuovi proprietari.
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