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In 16 multati per 4mila euro per il sit-in davanti ai cantieri

Meisino: attivisti multati dalla Digos «ma non ci fermeremo»

L'impatto dei lavori sulla fauna selvatica ancora al centro del dibattito pubblico

Meisino: attivisti multati dalla Digos «ma non ci fermeremo»

Meisino: attivisti multati dalla Digos «ma non ci fermeremo»

Multati e mazziati, rischiano di essere gli attivisti del Comitato Salviamo il Meisino, dopo le baruffe delle scorse settimane con Digos e addetti ai lavori. L’oggetto di discussione è sempre lo stesso: la realizzazione del Parco dello sport e dell’educazione ambientale tra corso Don Luigi Sturzo, Borgata Sassi e le rive del fiume Po, nell'ambito della Circoscrizione 7 della Città di Torino. Una vera e propria operazione di speculazione e devastazione della riserva protetta, secondo il Comitato.

Sono stati gli stessi “mazziati” a dichiararlo pubblicamente nel corso dell’ultima manifestazione con Fiab “Due ruote per il Meisino” lungo i luoghi in corso di cantierizzazione del parco del Meisino, a partire dall’ingresso dell’ex galoppatoio, sabato mattina, 28 settembre.

«La multa ammonta a 4mila euro, se paghiamo subito, con ammenda 1370, per avere “bloccato” la strada impedendo agli operai di accedere», racconta Roberto Piana, vicepresidente di Pro ambiente natura, “militante” fin dai suoi albori della causa Meisino, nonché uno dei 16 malcapitati sanzionati dalla Digos

La loro colpa sarebbe stata quella di avere bloccato i camion all’ingresso del cantiere iniziato ai primi di settembre e attualmente fermo da una settimana dopo l’allarme lanciato dal dottor Massimo Vacchetta, del Centro Recupero Ricci “La Ninna” di Novello, per l’impatto dei cantieri sulla fauna selvatica, in particolare dei ricci.

«Il nostro scopo era solamente rallentarli, come avremmo potuto fermarli interponendo solamente un tavolino pieghevole?», continua Piana. 

Il dito, ancora una volta, viene puntato verso la Giunta Lo Russo, accusata di essersi “intascata” gli 11.5 milioni di euro ottenuti dal Pnrr ma senza rispettare il principio - tra i presupposti del Pnrr - del non arrecare nessun danno significativo all’ambiente. «Qui c’è una biodiversità che non si trova altrove. Avrebbero potuto farlo in qualunque altro parco cittadino, nelle ex fabbriche, con un impatto ambientale contenuto. Così è un’assurdità», racconta la creator digitale torinese Brina , presente alla pedalata.  

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