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Per chi suona la campana
29 Settembre 2024 - 07:00
Mario Draghi
Il rapporto sulla competitività in Europa di Mario Draghi, membro influentissimo dell'establishment globalista, commissionatogli dalla Presidente della Commissione europea, individua le aree su cui intervenire per riposizionare le scelte economiche dell'Unione e dettarne - come se i risultati elettorali non avessero evidenziato una palese insofferenza per il dirigismo della Commissione a trazione liberal-verde-socialista - la linea politica.
Esso è oggetto, da settimane, di puntuali analisi, sulle quali ovviamente ci asteniamo. Un punto, però, quali modesti osservatori di cose ecclesiastiche, vogliamo mettere in luce. Ai due pilastri della transizione energetica e della transizione digitale, Mario Draghi aggiunge quello del «Reset della Difesa», cioè, detto semplicemente, l'aumento consistente del budget della difesa, proponendo di impegnare e accentrare ingenti risorse e decisioni produttive in un costituendo «complesso militare-industriale» - gestito a livello centrale - per produrre armamenti e munizioni e creare un esercito europeo. Insomma, siamo al riproporsi del dilemma: «Preferite la pace o i condizionatori accesi?».
Naturalmente, sarà indispensabile, per l'attuazione del keynesismo militare del piano Draghi, la «necessaria» cessione di sovranità degli Stati. Orbene, a fronte di un così grandioso progetto imperniato sulla spesa militare, che dovrebbe superare la soglia del 2% del Pil creando un colosso sovranazionale delle armi, non abbiamo sentito - finora - levarsi la voce di alcun prelato della Cei, né del pacifismo cattolico a senso unico.
Chissà cosa ne pensa il verboso e pettoruto già presidente di Pax Christi, monsignor Giovanni Ricchiuti, vescovo di Altamura-Gravina e Acquaviva delle Fonti, che l'anno scorso, ai funerali di monsignor Luigi Bettazzi nel duomo di Ivrea, improvvisò un comiziaccio di inarrivabile demagogia?
Forse non va dimenticato che il «cattolico adulto» Mario Draghi è, come noto, consideratissimo in Vaticano, tanto che il Santo Padre - sempre in prima linea nel denunciare i fabbricanti di armi (ne sa qualcosa il povero ex ministro Marco Minniti!) - lo ha nominato nel 2020 membro della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali.
Da notare poi che tra tutte le parole usate da Mario Draghi nel suo Rapporto - investimenti, mercato, innovazione, risorse, produzione, etc. - ne manca una: natalità.
Che è invece fondamentale e dovrebbe preoccupare molto i vescovi, perché è ormai assodato che l'unico investimento urgente e strutturale che l'Unione Europea dovrebbe affrontare è quello dello squilibrio demografico.
Puntare tutto sulla produttività e posticipare all'infinito l'età pensionabile non sarà più sufficiente. E allora avanti con le guerre, nel silenzio assordante di Pax Christi, ultimamente molto occupata a propiziare l'avvento di un vescovo progressista a Ivrea. Peraltro, non hanno suscitato orrore o commenti indignati da parte di nessuno le immagini di Zelensky (ma poteva anche essere Putin) intento ad autografare micidiali ordigni in una fabbrica di armi a Scranton, negli Usa. Insomma, come avrebbe detto Alberto Sordi: «Finché c'è guerra c'è speranza».
* Frà Martino
Chi è Fra Martino? Un parroco? Un esperto di chiesa? Uno che origlia? Uno che si diverte è basta? Che si tratti di uno pseudonimo è chiaro, così com’è chiaro che ha deciso di fare suonare le campane tutte le domeniche... Ci racconta di vescovi, preti e cardinali fin dentro ai loro più reconditi segreti. E non è una santa messa ma di sicuro una gran bella messa, Amen
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