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Per chi suona la campana

Don Abbondio, padre Cristoforo e le Drag Queens

Il coraggio dei preti tra secolarizzazione e politicamente corretto: quando le feste religiose perdono il loro significato

Don Abbondio, padre Cristoforo e le Drag Queens

Il mio articolo della settimana scorsa ha suscitato qualche polemica, peraltro piuttosto sgangherata, ma ha anche sollevato - per la verità poche - alcune domande sensate. Una di queste si chiede cosa mai dovrebbero fare i poveri parroci di fronte a spettacoli, come quello segnalato delle Drag Queens, che stridono o profanano in taluni casi le feste religiose, desacralizzandole del tutto, ridotte come sono al puro aspetto godereccio.

La prima risposta è quella di non far finta di niente e prendere almeno coscienza del problema, che è complesso e ha al centro la secolarizzazione totale che tali eventi hanno ormai assunto e che, pur nella loro legittima distinzione, tenevano un tempo insieme l’idea che l’unità della società richiedesse il vincolo religioso. Oggi il cristianesimo è sotto attacco e dissociarsi da politiche e costumi che ottundono completamente il significato religioso di una festa patronale richiede coraggio. E, come sappiamo, è proprio un prete, il manzoniano don Abbondio, a dirci che, se uno il coraggio non ce l’ha, proprio non se lo può dare.

Perché c’è di peggio. A Reggio Calabria, la festa della patrona, la Madonna della Consolazione, quest’anno ha avuto come protagonista il cantante Fedez, che, pagato con compensi che superano i centomila euro, è anche noto per aver messo Topolino al posto di Gesù Cristo e che impronta la sua arte allo sberleffo della fede.

Ad alcuni preti che avevano manifestato perplessità, l’arcivescovo - si badi bene, non il sindaco - ha risposto che l’ex signor Ferragni va benissimo e che bisogna accogliere tutti, rendendo con ciò evidente come ormai non si comprenda più la differenza tra secolarizzazione e secolarismo irreligioso. Ma allora, se la festa patronale ha perso ogni significato religioso, tramutandosi in qualcosa di radicalmente diverso, non dovrebbero i vescovi e i parroci dissociarsi e celebrare la «loro» festa dell’Assunta o del Santo? Bisognerebbe cioè ritornare alla scelta religiosa.

Parroco

Ma qui, per rimanere al Manzoni, ci vorrebbe padre Cristoforo, con la sua impavidità di fronte ai potenti, che oggi non hanno più il volto truce di don Rodrigo, ma quello suadente e accattivante del politicamente corretto, dell’ideologia woke e della cancel culture. Troppo. Meglio il quieto vivere e andare a ballare in abito talare alle feste paganeggianti o suonare il trombone vestiti da antico romano a Carnevale, lasciando che il cristianesimo diventi innocuo e perda lentamente, come il sale del monito evangelico, ogni sapore ed evapori.

Al povero don Abbondio, che giustificava la sua mancanza di coraggio, ben diversamente dall’arcivescovo di Reggio Calabria, domandò il cardinal Federigo: «E perché dunque, potrei dirvi, vi siete impegnato in un ministero che v’impone di stare in guerra con le passioni del secolo?».

* Frà Martino

Chi è Fra Martino? Un parroco? Un esperto di chiesa? Uno che origlia? Uno che si diverte è basta? Che si tratti di uno pseudonimo è chiaro, così com’è chiaro che ha deciso di fare suonare le campane tutte le domeniche... Ci racconta di vescovi, preti e cardinali fin dentro ai loro più reconditi segreti. E non è una santa messa ma di sicuro una gran bella messa, Amen

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