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19 Settembre 2024 - 11:22
Lunghe code e disagi in Valle di Susa per la chiusura del traforo del Monte Bianco
La chiusura del Traforo del Monte Bianco, iniziata lo scorso 4 settembre, ha portato a un significativo incremento del traffico sul Traforo del Frejus e sull'autostrada A32, mettendo a dura prova la viabilità in Val di Susa. Questa situazione non è nuova per la Valle, ma le recenti criticità hanno sollevato serie preoccupazioni non solo tra i residenti, ma anche tra le istituzioni locali. In una nota ufficiale, l'Unione montana Valle Susa ha espresso il proprio disappunto per l'assenza di risposte da parte della Prefettura di Torino, nonostante le ripetute richieste di un incontro per discutere la questione.
Il presidente dell'Unione montana Valle Susa, Pacifico Banchieri, e il presidente dell'Unione montana Alta Valle Susa, Mauro Carena, hanno inviato una lettera ufficiale al prefetto di Torino, Donato Cafagna, già il 4 settembre, chiedendo un confronto urgente sulle difficoltà di circolazione lungo la Valle di Susa. Tuttavia, a distanza di settimane, non è ancora pervenuta alcuna risposta. Le criticità sollevate non sono di poco conto: l'aumento del traffico, infatti, non colpisce solo gli automobilisti ordinari, ma ha ripercussioni significative anche sul settore turistico, vitale per gran parte del territorio, oltre che sulla sicurezza e sull'ambiente, con conseguenti rischi per la salute dei cittadini.
Il Traforo del Monte Bianco, uno dei principali collegamenti tra Italia e Francia, è un'arteria strategica per il traffico merci e passeggeri. La sua chiusura, prevista fino a dicembre, è dovuta a importanti lavori di manutenzione straordinaria, resi necessari per garantire la sicurezza della struttura. Tuttavia, l'impatto di questa chiusura si è fatto sentire immediatamente, con il traffico che è stato dirottato sul Frejus e sulla A32, aggravando una situazione già complessa.
Il tunnel del Monte Bianco
La Val di Susa, già duramente provata da anni di dibattito sul progetto del TAV (Treno ad Alta Velocità), si trova ora a fronteggiare un'altra emergenza. I cittadini della Valle hanno più volte espresso preoccupazioni per l'aumento del traffico pesante, che contribuisce a deteriorare ulteriormente la qualità dell'aria e a peggiorare le condizioni di sicurezza stradale. La chiusura del Monte Bianco non fa che esacerbare questi problemi, rendendo la situazione insostenibile.
In passato, la Val di Susa è stata spesso teatro di proteste e manifestazioni contro il progetto del TAV, visto come una minaccia per l'ambiente e per la qualità della vita degli abitanti. Oggi, quelle stesse preoccupazioni si ripropongono, ma in un contesto diverso. Il traffico deviato dal Monte Bianco ha portato a un sovraccarico delle infrastrutture esistenti, e le autorità locali temono che l'aumento dell'inquinamento e del rischio di incidenti possano avere effetti a lungo termine sulla salute pubblica.
L'Unione montana Valle Susa e l'Unione montana Alta Valle Susa hanno chiesto al prefetto di Torino di convocare un tavolo di lavoro con tutti gli attori coinvolti, incluse le autorità locali, le forze dell'ordine, i rappresentanti del settore turistico e le associazioni ambientaliste, per discutere possibili soluzioni a breve e lungo termine. Tra le proposte avanzate, vi è l'implementazione di misure di mitigazione del traffico, come la regolamentazione del passaggio dei mezzi pesanti, il potenziamento del trasporto pubblico e la promozione di forme di mobilità sostenibile.
Nonostante l'urgenza della situazione, la mancanza di risposte da parte della Prefettura è motivo di crescente frustrazione. Pacifico Banchieri ha sottolineato come il protrarsi di questa situazione, senza un confronto costruttivo tra le parti, rischi di peggiorare ulteriormente le condizioni di vita nella Valle. "La Valle di Susa non può essere lasciata sola ad affrontare questo problema", ha dichiarato Banchieri. "È necessario che le istituzioni facciano la loro parte e che si lavori insieme per trovare soluzioni efficaci. Non possiamo permettere che la nostra comunità paghi il prezzo di decisioni prese altrove senza un adeguato coinvolgimento delle realtà locali."
Mauro Carena, dal canto suo, ha evidenziato come il settore turistico stia già subendo le conseguenze di questa situazione. La Valle di Susa, conosciuta per le sue località sciistiche e per il turismo estivo legato alle escursioni e al ciclismo, rischia di vedere una riduzione delle presenze turistiche, con ripercussioni economiche significative. "Il turismo è una risorsa fondamentale per il nostro territorio", ha detto Carena. "Se i turisti percepiscono la Valle come una zona congestionata e poco sicura, potrebbero scegliere altre destinazioni, con gravi conseguenze per le attività locali."
La chiusura del Traforo del Monte Bianco ha anche riacceso il dibattito sulla necessità di investire in infrastrutture alternative e di migliorare quelle esistenti. La Valle di Susa, con la sua posizione strategica, è un nodo cruciale per i collegamenti tra Italia e Francia, ma le infrastrutture attuali sembrano non essere sufficienti a reggere l'aumento del traffico derivante dalla chiusura del Monte Bianco. In questo contesto, il progetto del TAV, pur controverso, potrebbe rappresentare una delle soluzioni possibili per decongestionare il traffico su strada e ridurre l'impatto ambientale.
Tuttavia, l'opposizione al TAV nella Valle di Susa è ancora forte, e molti residenti vedono in questo progetto una minaccia più che una soluzione. Le preoccupazioni riguardano non solo l'impatto ambientale della costruzione, ma anche il rischio che l'opera diventi un'ulteriore fonte di traffico e inquinamento nella zona.
Mentre il dibattito su queste questioni continua, la chiusura del Traforo del Monte Bianco rappresenta una sfida immediata che richiede risposte rapide ed efficaci. L'assenza di un confronto con la Prefettura di Torino non fa che alimentare il senso di frustrazione e di abbandono tra i residenti della Valle di Susa. Le istituzioni locali chiedono azioni concrete, ma fino a quando queste non arriveranno, la Valle dovrà affrontare da sola le conseguenze di una situazione sempre più critica.
In conclusione, la chiusura del Traforo del Monte Bianco ha messo in luce una serie di problemi che da tempo affliggono la Val di Susa: traffico congestionato, inquinamento, rischi per la sicurezza e una percezione di abbandono da parte delle istituzioni centrali. La mancanza di risposte da parte della Prefettura di Torino è un segnale preoccupante, che richiede una presa di posizione immediata per evitare che la situazione degeneri ulteriormente.
La Valle di Susa, con le sue peculiarità e le sue esigenze, merita un'attenzione particolare, e le istituzioni devono fare tutto il possibile per garantire che la chiusura del Traforo del Monte Bianco non si traduca in un'emergenza permanente per il territorio e i suoi abitanti.
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