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Carceri italiane

Notte da incubo nel carcere. Detenuto aggredisce il comandante con la stampella. "Colpa del Governo Meloni!"

Dopo una telefonata, ha distrutto l'apparecchio telefonico e, utilizzando una stampella, avrebbe aggredito il comandante intervenuto per tentare di ristabilire l’ordine

Notte da incubo nel carcere. Detenuto aggredisce il comandante con la stampella. "Colpa del Governo Meloni!"

Un carcere messo a ferro e fuoco, agenti presi in ostaggio fino a tarda notte e un clima di violenza fuori controllo.

È questo lo scenario apocalittico che emerge da un comunicato diffuso dall’OSAPP (Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria), per denunciare l’ennesimo episodio di disordini gravissimi all'interno delle mura del carcere di Ivrea, avvenuto lo scorso 3 settembre.

Secondo quanto riportato dal sindacato, la rivolta avrebbe avuto origine nel reparto isolamento, scatenata da un detenuto di origine marocchina, già noto per comportamenti violenti e provocatori. L’uomo, dopo una telefonata, avrebbe distrutto l'apparecchio telefonico in dotazione e, utilizzando una stampella, avrebbe danneggiato i neon del reparto, aggredendo poi un comandante intervenuto per tentare di ristabilire l’ordine.

Le tensioni, sempre secondo quanto riportato dall’OSAPP, si sarebbero propagate rapidamente agli altri piani dell’istituto, con detenuti che avrebbero iniziato a picchiarsi tra loro e a sfasciare mobili e strutture.

In alcuni casi, i rivoltosi avrebbero appiccato incendi, lanciando cuscini in fiamme e armadietti distrutti contro il personale penitenziario, costringendo gli agenti presenti a rimanere ostaggio della situazione fino alle prime ore del mattino.

Una notte da incubo, come l’ha definita lo stesso segretario generale dell’OSAPP, Leo Beneduci, che parla di una situazione fuori controllo e di un istituto che sarebbe ormai allo sbando.

Questi fatti, se confermati, mostrerebbero una realtà devastante, con un carcere  diventato una polveriera pronta a esplodere in qualsiasi momento.

Morale? Il personale penitenziario, numericamente esiguo rispetto al numero dei detenuti, sarebbe sempre più in difficoltà nel gestire episodi di violenza e proteste che ormai sembrano essere all'ordine del giorno.

Una situazione che, stando alle parole di Beneduci, non riguarda solo Ivrea, ma si estenderebbe a decine di altri istituti sul territorio nazionale, dove la gestione sarebbe caratterizzata da “malgoverno, abbandono del personale e ingestibilità diffusa dei detenuti”.

Non meno pesanti sono le accuse mosse contro il Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria (DAP), che, secondo Beneduci, starebbe chiudendo gli occhi davanti ad un'amara verità.

Inosmma, la gestione del sistema carcerario sarebbe talmente inadeguata che, secondo il leader sindacale, persino le promesse fatte dalla politica, come l’assegnazione di un direttore e di un comandante titolari per ogni istituto, sarebbero state rinviate a data da destinarsi a causa delle manovre di un singolo dirigente del DAP, che sembrerebbe avere più potere del ministro stesso. Una denuncia pesante, che culmina nella richiesta esplicita dell’OSAPP al Governo Meloni di dichiarare lo stato di emergenza nazionale per le carceri italiane.

carcere

Stress e violenza: le carceri italiane come "tori di Falaride"

Ma non è tutto. Il quadro dipinto dall'OSAPP  è, se possibile, ancora più inquietante.

Gli agenti di Polizia penitenziaria stanno esplodendo per lo stress nelle carceri divenute vere e proprei tori di Falaride dei tempi moderni. Non è un'iperbole, è la cruda realtà che emerge dai dati allarmanti sulle aggressioni al personale e sui casi di stress da lavoro-correlato tra gli appartenenti alla polizia penitenziaria. Un dramma evidente, al pari dei suicidi dei detenuti giunti oramai a 70, solo nella sala situazioni del Dipartimento centrale - il Dap, che colleziona senza intervenire i cd. 'eventi critici'.

È una strage sul lavoro, consumata nel silenzio assordante delle istituzioni.

"Il Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria sta assistendo passivamente al collasso del sistema -  tuona Leo Beneduci - Da una parte, si preclude agli agenti l'uso delle manette nelle sezioni per immobilizzare soggetti esagitati o impedire autolesionismi. Dall'altra, si ignora l'incremento esponenziale delle aggressioni. È una follia istituzionalizzata."

I numeri parlano chiaro. Le aggressioni sono aumentate di oltre il 70% nell'ultimo anno, secondo i dati forniti dal Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale. Gli agenti con diagnosi di stress lavoro-correlato sono aumentati in ogni struttura. La letteratura scientifica internazionale conferma: il lavoro nelle carceri è tra i più stressanti al mondo. Ma in Italia sembra che questi studi non esistano.

"Il governo parla di nuove assunzioni, ma il DAP perde dipendenti ogni giorno, visto che sono centinaia coloro che dopo un'aggressione e mesi di convalescenza a lavorare in carcere non vogliono tornare" continua Beneduci.

"Li perdiamo anche perché finiscono davanti alle commissioni medico ospedaliere, ingolfate e lente. Nel frattempo, gli organici si assottigliano e chi rimane deve lavorare il doppio, in condizioni sempre più pericolose e che producono ulteriore stress, un serpente che si morde la coda."

polizia

Il paradosso è evidente: si annunciano nuove carceri, ma i posti inagibili per le rivolte aumentano più velocemente delle costruzioni. È come tentare di riempire un secchio bucato che perde più acqua di quella che riceve.

"Mi chiedo se il Governo sia consapevole di questa incapacità dell'amministrazione - riflette BeneduciO forse è complice di questa indecenza? Non possiamo più tacere di fronte a questa emergenza nazionale."

L'OSAPP chiede interventi immediati: Revisione dei protocolli di sicurezza per gli agenti; Aumento reale degli organici e miglioramento delle condizioni lavorative; Formazione specifica sulla gestione dello stress e delle situazioni di crisi

"Le carceri in Italia sono la prova più eclatante di quello che non si vuol vedere - passa e chiude Beneduci - ma nelle quali prima o poi tornerà chi è già stato ospite delle patrie galere. Il rischio sociale è imminente e concreto. Stiamo coltivando un terreno fertile per la recidiva e l'escalation della violenza. Giorgia Meloni sulle carceri richiami finalmente all'ordine il Ministro e i Sottosegretari alla Giustizia."

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