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Carceri al collasso: "Condizioni disumane al Lorusso e Cutugno di Torino"

Ruffino e Bartoli in visita al carcere 'Lorusso e Cutugno' di Torino: "Prima di costruire nuovi penitenziari, è necessario rendere dignitosi quelli esistenti e assumere personale specializzato".

Carceri al collasso: "Condizioni disumane al Lorusso e Cutugno di Torino"

Questa mattina, la deputata di Azione, Daniela Ruffino, e il consigliere regionale Sergio Bartolidella Lista Cirio hanno visitato il carcere Lorusso e Cutugno di Torino, comunemente noto come “Le Vallette”. Durante la visita, i due esponenti politici hanno affrontato le gravi criticità che affliggono la struttura, riflettendo le problematiche diffuse nel sistema penitenziario italiano.

"Le difficoltà che riguardano il personale e le condizioni dei detenuti nel carcere di Torino – hanno dichiarato Ruffinoe Bartolisono emblematiche di quelle che si riscontrano a livello nazionale. Si parla spesso di costruire nuove carceri, ma è prioritario ristrutturare e rendere vivibili quelle esistenti. Il Lorusso e Cutugno dispone di ampi spazi che potrebbero essere riqualificati e utilizzati per nuovi scopi, mentre alcune aree sono anguste, con docce insufficienti e una cronica mancanza di acqua calda. Lo spazio per l’ora d’aria è un cortile troppo piccolo e insopportabile durante i mesi estivi."

Sergio Bartoli e Daniela Ruffino

I due rappresentanti hanno poi sottolineato l'importanza della funzione sociale e riabilitativa che il carcere dovrebbe svolgere. "Molti detenuti chiedono di lavorare e di rendersi utili all'interno dell'istituto. Anche il mondo carcerario è cambiato, così come le esigenze di chi vi è recluso. È necessaria una contaminazione sociale positiva tra le persone" , hanno osservato.

Ruffino e Bartoli hanno inoltre elogiato alcune eccellenze presenti nel carcere torinese, come l'azienda interna, che purtroppo può impiegare solo un numero limitato di persone, e il polo universitario, sottolineando la necessità di offrire maggiori opportunità di formazione.

Tra le problematiche evidenziate, spicca il sovraffollamento: "Il carcere ospita circa 500 detenuti oltre la capienza prevista, con un organico di 612 agenti, a cui si aggiungono 96 impiegati per servizi esterni. Di questi, molti sono spesso assenti per ferie o malattia. Inoltre, circa il 70% dei detenuti è in carcere per reati minori, rendendo difficile pensare a un efficace reinserimento nella società. Mancano educatori e psicologi, e la discontinuità dei percorsi di riabilitazione complica ulteriormente la situazione, soprattutto per i giovani detenuti, molti dei quali sono coinvolti in reati legati alla droga e necessitano di un supporto più intensivo."

Ruffino e Bartoli hanno avvertito che, senza un miglioramento delle condizioni di vivibilità, ogni tentativo di riabilitazione sarà compromesso, aumentando le percentuali di recidiva. "Le continue successioni di direttori, la burocrazia e la carenza di personale educativo e di polizia penitenziaria sono ostacoli che devono essere superati con urgenza dalle istituzioni e con una maggiore sensibilizzazione dell'opinione pubblica", hanno sottolineato.

Infine, Ruffino ha ricordato che il DL Carceri ha recepito un suo ordine del giorno per nuove assunzioni di personale, auspicando che il governo agisca tempestivamente per affrontare questi problemi cronici. Bartoli, dal canto suo, ha concluso ribadendo l'importanza del supporto alla significativa attività del Garante regionale e dei garanti delle diverse realtà territoriali, per garantire risposte concrete alla popolazione carceraria e al personale.

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